Ferrara, presentata l’operazione 'Il Po d'AMare'. A 'pesca' di rifiuti e plastiche contro il marine litter
Il Progetto pilota, predisposto da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Corepla e Castalia, con il coordinamento dell’Autorità di Bacino per il Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e AIPO, prevede tecniche innovative per intercettare i rifiuti presenti nelle acque fluviali e per il riciclo delle plastiche
17 July, 2018
Comincia dal Po l’“operazione prevenzione” contro i rifiuti in mare. Il principale corso d’acqua italiano che attraversa tutto il Settentrione toccando 4 regioni e 13 province, contribuisce, infatti, a far dell’Adriatico il mare italiano con la maggiore presenza di rifiuti. Il Progetto pilota “Il Po d’AMare”, presentato oggi, predisposto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Corepla e Castalia, realizzato grazie al coordinamento istituzionale svolto dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e con patrocinio del Comune di Ferrara e dell’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po) - prevede tecniche innovative per intercettare i rifiuti presenti nelle acque fluviali e, per quanto riguarda le plastiche, operare la loro selezione ed avviarle al riciclo. Una metodologia che in futuro potrebbe essere estesa a tutti i principali fiumi italiani e replicata anche in altri Paesi. Il Progetto pilota, uno dei primi al mondo a prevedere interventi di questo tipo, può contribuire così a rafforzare e implementare le misure del piano di azione nazionale per la prevenzione e la mitigazione dei rifiuti marini e anticipare le nuove direttive sulla circular economy che prevedono impegni precisi anche per la riduzione dei rifiuti marini.
Per arginare il marine litter è importante infatti agire sui fiumi. I rifiuti marini provengono per circa l’80% dalla terraferma e raggiungono il mare prevalentemente attraverso i corsi d’acqua e gli scarichi urbani, mentre per il 20% derivano da attività di pesca e navigazione. Tra le principali cause del marine litter vi sono la non corretta gestione di rifiuti urbani e industriali, la scarsa pulizia delle strade, abbandoni e smaltimenti illeciti. Inoltre l’Italia, per la sua posizione al centro del Mediterraneo, un bacino chiuso, e l’estensione delle sue coste, è un Paese particolarmente esposto a questo problema.
Il
Progetto. La raccolta
dei rifiuti galleggianti prevista dal progetto pilota è quella messa
a punto da Castalia nell’ambito del progetto “Seasweeper”,
attraverso
l’installazione di un dispositivo di raccolta composto da barriere
in polietilene che intercettano, selezionano, intrappolano e infine
raccolgono la plastica galleggiante e altri rifiuti trasportati dal
fiume. Il sistema di barriere non interferisce con la flora e la
fauna del fiume, in quanto la raccolta viene eseguita solo nella
parte superficiale della colonna d’acqua. Piccole barche “Sea
hunter” raccolgono i rifiuti, in prevalenza plastica, materiali
legnosi e canne e li portano a riva dove vengono raccolti in cassoni
che saranno trasportati presso l’impianto Transeco
a Zevio (VR), a circa 75 km di distanza, dove avverrà una prima
separazione delle diverse frazioni del rifiuto, con la selezione
della componente plastica da inviare a successivi trattamenti e lo
smaltimento della frazione estranea non recuperabile. Il rifiuto
plastico verrà poi inviato al centro di selezione D.R.V.
(località Torretta a
Legnago –VR-), un centro di selezione Corepla capace di
suddividere, mediante una rete di lettori ottici, gli imballaggi in
plastica delle diverse frazioni polimeriche per l’avvio al riciclo
o al recupero energetico. La barriera anti-marine litter è stata
realizzata nel tratto del fiume Po in località
Pontelagoscuro (Comune
di Ferrara) a 40 km dalla foce così da consentire una stima dei
rifiuti presenti lungo quasi l’intero corso del fiume.
I costi di questo
progetto pilota - che avrà una durata di circa due mesi - per le
operazioni di raccolta, trasporto, selezione, recupero e riciclo dei
rifiuti con l’obiettivo di valutare la possibilità di costruire
una vera filiera sono interamente coperti da Castalia e Corepla, a
conferma dell’impegno per la tutela dell’ambiente, per nuove
attività di Ricerca & Sviluppo, per una reale circular economy.
“Poter contare su un futuro che tenga maggiormente in considerazione le risorse naturali esauribili e impegnarsi con tutti gli strumenti tecnologici e di ricerca avanzata possibili per mitigare l’incidenza degli agenti inquinanti è compito di chi ha a cuore un ambiente sostenibile in cui vivere e prosperare. In linea con gli auspici ministeriali, cercando soprattutto di dare ulteriori ed esaustive risposte alle comunità che vivono ed operano lungo l’asta del fiume Po e ai molteplici portatori di interesse che l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po che rappresento in qualità di Segretario Generale, si adopererà al massimo delle proprie competenze e potenzialità tecniche per avviare e concertare tutti i processi virtuosi in grado di fornire risposte approfondite e soluzioni praticabili nella lotta all’inquinamento delle acque. Questo progetto sperimentale ne è un esempio concreto” - ha sottolineato Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.
“Dopo
un’intensa fase sperimentale, il nostro prototipo, ideato e
brevettato per raccogliere la plastica galleggiante dei fiumi,
diventa operativo: attraverso una barriera sperimentale in
polietilene e con l’ausilio di mezzi “seahunter”, siamo in
grado di intercettare la plastica nel tratto del Po in località
Pontelagoscuro in maniera selettiva. Il sistema non interferisce con
il delicato equilibrio di flora e fauna del Po ed è progettato per
restare posizionato nel fiume anche per lungo tempo: insomma, in
questo modo spezziamo il circolo vizioso dell’inquinamento da
plastica abbandonata che, dalla terraferma, arriva ai fiumi e poi
fino alle acque del mare”
- ha spiegato Lorenzo
Barone,
direttore tecnico di Castalia,
consorzio da oltre 30 anni in prima linea per la salvaguardia del
mare.
"Una sperimentazione che abbiamo fortemente voluto. Un effettivo, innovativo argine a quell'80% di rifiuti marini che provengono dalla terraferma, frutto di una scorretta gestione dei rifiuti urbani e industriali oltre che di abbandoni e smaltimenti illeciti. Questo progetto sperimentale di raccolta e riciclo della plastica avviato sul fiume Po ci auguriamo possa favorire, in un prossimo futuro, la creazione di reti ed opportunità per i territori, le imprese e il sapere scientifico, creando vera economia circolare per valorizzare proprietà ed energie di questo materiale. Ricordo che l'Italia è all'avanguardia in Europa per know how: ricicliamo infatti imballaggi che in altri Paesi non vengono nemmeno raccolti. Ad oggi oltre 8 imballaggi in plastica su 10 immessi sul mercato vengono recuperati e la sfida per Corepla è diventare catalizzatore nella ricerca e sviluppo di nuove applicazioni nel campo del riciclo" - ha dichiarato Antonello Ciotti, presidente Consorzio Corepla.
“Il marine litter è uno dei problemi ambientali più gravi del nostro tempo. Si stima che oltre l’80% sia composto da plastiche e microplastiche, e gran parte di queste arrivano in mare trasportate dai corsi d’acqua. Il progetto sperimentale sul Po potrà consentire di valutare l’efficacia del sistema di raccolta dei rifiuti nelle acque fluviali, le quantità e le tipologie di rifiuti presenti, insieme alla possibilità di riciclare le plastiche raccolte creando una filiera virtuosa. Sulla base dei risultati del progetto pilota, uno dei primi al mondo, questa modalità di prevenzione dei rifiuti marini potrebbe essere estesa a tutti i principali fiumi italiani” - ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.