Smog in pianura padana: 4 regioni chiedono armonizzazione norme entro il 2020
L'Accordo di Bacino Padano nel giugno del 2017 è un primo passo, "ora serve continuare con grande serietà. Entro il 2020 l'obiettivo è rendere omogenee le norme e le misure applicate in un territorio che da solo produce il 50% del Pil nazionale e dove vivono 23 milioni di persone"
02 October, 2018
Le regioni Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte chiedono l’armonizzazione delle norme sulla qualità aria nella pianura padana entro il 2020. La richiesta è stata formulata dagli assessori regionali all'Ambiente delle quattro Regioni interessate dalla procedura di infrazione comunitaria sugli sforamenti dei limiti delle polveri sottili: Gianpaolo Bottacin (Veneto), RaffaeleCattaneo (Lombardia), Paola Gazzolo (Emilia-Romagna) e Alberto Valmaggia (Piemonte).
“La qualità dell'aria – spiegano gli assessori - va oltre i confini amministrativi e travalica ogni differenza di colore politico. La salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente sono obiettivi prioritari nella sfida delle Regioni del Bacino Padano per un'aria più pulita. Entro il 2020 l'obiettivo è armonizzare e rendere omogenee le norme e le misure applicate in un territorio che da solo produce il 50% del Pil nazionale e dove vivono 23 milioni di persone. Quelle al via il primo ottobre rappresentano già risultati avanzati di questo lavoro di area vasta che vogliamo portare a completo compimento".
“Già a luglio - aggiungono - abbiamo incontrato il Ministro all'Ambiente Costa per ribadire la volontà di continuare l'impegno condiviso negli ultimi anni anche con il Governo nazionale, suggellato dalla firma a Bologna dell'Accordo di Bacino Padano nel giugno del 2017: un'intesa al rialzo, con norme condivise, sfidanti e ambiziose, abbinata ad un pacchetto di 16 milioni di euro per ridurre le emissioni delle attività agricole, zootecniche e favorire la rottamazione dei mezzi più inquinanti. Ora - proseguono - serve continuare con grande serietà e senso di responsabilità l'impegno verso un modello di sviluppo sempre più sostenibile a cui tutto il mondo sta guardando, come indica l'Agenda 2030 dell'Onu. Per riuscirci, è fondamentale la collaborazione dei cittadini: ciascuno, con i propri comportamenti quotidiani, può fornire un grande contributo per il futuro delle nostre comunità. Nessuno deve sentirsi escluso: la salute, la qualità della vita e dell'ambiente dipendono dalle scelte di ciascuno di noi”.
Intanto al ministero dell'Ambiente stanno lavorando per finanziare un nuovo trasporto alternativo, "elettrico, con la strutturazione di questo, cioe' economie e parco mezzi pubblici, per favorire la soluzione dei problemi" dello smog. Così Sergio Costa, ministro dell'Ambiente. Lo sforzo "tende a fare in modo di cambiare il sistema delle abitudini all'uso del mezzo" puntando "a quello cumulativo, il mezzo pubblico in particolare", precisa Costa. Quindi "meno auto in generale da usare nei centri storici in particolare o comunque nei centri ad alta densita' di movimentazione", spiega il ministro, "e nello stesso tempo piu' mezzi pubblici elettrici, senza demonizzare l'auto privata".
Il tutto in accordo con le Regioni costruendo "rapporti che si stabiliscano concretamente", aggiunge Costa, "per cercare di salvaguardare la salute di circa 80mila persone che hanno problemi ogni anno" legati all'inquinamento dell'aria, "arrivando anche a malattie gravi e al decesso", cittadini "che abbiamo il dovere di salvaguardare".