Centre for Sustainable Future Technologies, nasce a Torino il nuovo centro di ricerca per le tecnologie sostenibili | VIDEO
Istituto Italiano di Tecnologia, Politecnico di Torino e Environment Park insieme per la riduzione dell’impatto dell’emissione di CO2 e per il miglioramento dell’efficienza dell’utilizzo delle energie alternative e delle materie prime
04 October, 2018
Lavorare su progetti per la riduzione dell’impatto dell’emissione di CO2 e per il miglioramento dell’efficienza dell’utilizzo delle energie alternative e delle materie prime. Sono queste le attività principali su cui si focalizzerà il Centre for Sustainable Future Technologies dell’IIT – Istituto Italiano di Tecnologia, inaugurato questa mattina (giovedì 4 ottobre 2018) a Torino nei nuovi laboratori del Parco Scientifico Tecnologico Environment Park.
Il Centro IIT, di circa 1100 metri quadrati e all’interno del quale opereranno 27 ricercatori e 18 studenti di dottorato, oltre a ricercatori del Politecnico di Torino, borsisti e tesisti, si trasferisce all’Environment Park, grazie alla collaborazione tra Istituto Italiano di Tecnologia e Politecnico di Torino, all’interno di un programma di potenziamento dei laboratori del Parco scientifico torinese, finalizzato alla realizzazione di ricerca applicata e trasferimento tecnologico nei settori della produzione e utilizzo sostenibile dell’energia e delle materie prime e dei processi di recupero e riutilizzo della CO2.
Tre soggetti d’eccellenza, IIT, Envipark e Politecnico, hanno deciso di unire competenze e forze sui temi della sostenibilità, con l’idea di dare vita a un “miglio dell’energia e della sostenibilità”, di cui il Centro IIT è uno dei primi esempi concreti.
Tra i primi progetti allo studio del neonato Centre for Sustainable Future Technologies ci sono i progetti Recode ed Engicoin. Il primo punta a trasformare l’anidride carbonica prodotta nei cementifici in una risorsa per la produzione di additivi che aumentano le prestazioni del cemento stesso, attraverso lo sviluppo di sostanze liquide capaci di assorbire e, successivamente, rilasciare anidride carbonica. Mentre il progetto Engicoin ha l’obiettivo di costruire una piattaforma per il trattamento dei rifiuti organici basata sulla digestione di diverse famiglie di microbi da cui è possibile ottenere la produzione di sostanze chimiche, come bioplastiche, acido lattico e acetone.