Dal PET all’Origo-bi: riconvertire e innovare con la bioeconomia. Il nuovo impianto Novamont
La sfida sostenibile di Novamont che crea sviluppo e occupazione con la bioeconomia nel nuovo impianto inaugurato a Patrica, ostacoli permettendo: “Con l’illegalità non si riesce a fare innovazione”,dichiara l’ad Catia Bastioli
19 October, 2018
di Tiziana Giacalone
Venerdì 19 ottobre è stata inaugurata la seconda linea dell’impianto Novamont di Patrica, in provincia di Frosinone, struttura di Mater–Biopolymer, società controllata dal gruppo, dove si producono biopoliesteri da oli vegetali e primo impianto al mondo in cui si ottiene tetraidrofurano (bio THF) purificando le acque reflue generate nelle stesso stabilimento. Eco dalle Città era presente all'inaugurazione di questo sito all'avanguardia per la bioeconomia, collocato in un piccolo paese di 3 mila abitanti.
Un investimento da 70 milioni di euro più altri 30 milioni nei prossimi 3 anni, per una produzione attuale di 60 mila tonnellate all’anno, tra Origo-bi e tetraidrofurano, con una capacità produttiva di 100 mila tonnellate. Un progetto che genera occupazione - novanta posti di lavoro nell'impianto, oltre all'indotto e al lavoro necessario alla manutenzione e movimentazione dei materiali - in un luogo dove prima si produceva plastica: nello stesso impianto infatti la società Mossi & Ghisolfi produceva PET, principalmente per le bottiglie d’acqua. Oggi invece, dopo la riconversione che ha interessato più del 20% dei macchinari, si crea per l'appunto Origo-bi, biopoliesteri componenti delle bioplastiche compostabili Mater-bi, utilizzate per alcuni prodotti come le stoviglie e i sacchetti compostabili.
L’impianto è inoltre il primo al mondo in cui si ottiene tetraidrofurano (bio-THF), destinato all’industria chimica e farmaceutica. Attraverso un processo di purificazione delle acque reflue generate dalla produzione nella stessa struttura, si recuperano gli scarti e si riduce anche l’impatto ambientale sul territorio. “Si evita il passaggio di 23-24 autobotti alla settimana che dovrebbero trasportare all’impianto di depurazione comunale le acque reflue prodotte all’interno del sito”, spiega Gaetano Lo Monaco, direttore generale Novamont. E a proposito della riconversione dell’azienda e del riuso dei materiali aggiunge che “abbiamo recuperato alcune sezioni di apparecchiature in acciaio che sono state utilizzate per i nuovi sili”.
Ma il legislatore italiano aiuta lo sviluppo dell’economia circolare?
L'amministratrice delegata dell'azienda Catia Bastioli dice che "si parla a livello nazionale ed europeo di economia circolare come un’opportunità ma ovviamente bisogna declinarla. Siccome si vuole andare nei territori, se si vuole fare qualcosa di buono bisogna togliere immediatamente l’illegalità.Con l’illegalità non si riesce a fare innovazione”. E spiega cosa intende facendo riferimento ai sacchetti illegali che circolano in Italia, nonostante la normativa italiana sia avanti rispetto agli altri Stati dell’Unione Europea: “L’aggiornamento della strategia europea sulla bioeconomia credo sia una buona opportunità per far crescere questo settore in maniera sana ma bisogna aumentare i controlli soprattutto localmente. La Guardia di Finanza e le altre forze dell’ordine si adoperano per sanzionare la commercializzazione dei sacchetti illegali, in plastica tradizionale, che corrispondono a circa il 50% dei sacchetti presenti sul mercato. In questo contesto un contributo sui controlli può arrivare anche dal coinvolgimento dei vigili urbani.”