Con la ‘Parade. Recycling Warriors’ prende il via la terza edizione di Dreamers | VIDEO
Fino al 4 novembre al Toolbox di Torino va in scena Dreamers. Un evento dove fashion designer, imprenditori, critici ed economisti ripensano e innovano il mondo della moda contemporanea, e non a caso il tema di questa edizione è Re-Wear
02 November, 2018
La terza edizione di Dreamers si è aperta al Toolbox di Torino con “Parade. Recycling Warriors” la performance artistica ideata da Enrica Borghi. Queste “donne guerriere sfilano con una bandiera – come dice la stessa Borghi – il loro emblema fatto di sacchetti di plastica cuciti. Gli oggetti di scarto sono le loro corazze, l’elemento che le contraddistingue proprio per trasformarsi in donne che vivono questa ambiguità dell’essere guerriere e della loro fragilità”.
È riduttivo definire Dreamers una fiera, certo qui si possono toccare con mano capi unici e innovativi, non solo nei materiali ma nella essenza stessa di quello che comunemente chiamiamo indumento. Insomma un evento all’interno del quale fashion designer, imprenditori, critici ed economisti ripensano e innovano il mondo della moda contemporanea, e non a caso il tema di questa edizione è Re-Wear:
“Fibre che derivano da materie prime totalmente rigenerate, seta cruelty free, ricami in paillettes creati da gusci di cozze e vecchi CD, tessuti 100% riciclati dalla plastica raccolta nel Mediterraneo e dalle reti da pesca in disuso. Ricerca di materiali innovativi e lavorazioni sostenibili, immaginari poetici e codici stilistici ancora poco indagati. Filiere trasparenti e corte, rispetto dell’ambiente e delle persone. La terza edizione di Dreamers esplora la sostenibilità nella moda con una riflessione che individua nell’unione di etica ed estetica il comune denominatore di tutti i progetti in scena.
Dalla eco couture agli atelier indipendenti: un movimento ricco e articolato, coraggioso e cosciente. Una nuova estetica basata sul riciclo e il riuso, sulla qualità artigianale e la sperimentazione, con una filosofia schierata contro la cultura dell’usa e getta, per riscoprire il valore di ciò che indossiamo. Storie, territori, prodotti che hanno significato e qualità, progettati per durare. Valori che non si trovano in abiti acquistati di corsa a pochi euro e poi dimenticati nell’armadio. Quello della sostenibilità è uno scenario complesso che, quando non è terreno di contraddizioni e strumentalizzazioni, è ricco di parole e pratiche attuali e urgenti. Una moda che genera cambiamenti culturali, che vuole esplorare e innovare, rigenerare e riprogettare la contemporaneità. Un invito a ripensare e a re-indossare”.