L’Economia Circolare, a che punto siamo in Italia?
Una ricerca di Ambiente Italia, risultato del lavoro del Gruppo Riciclo e Recupero del Kyoto Club, illustra come il nostro Paese stia realmente passando dall’economia lineare dello spreco all’economia circolare della rivalorizzazione. Lo studio, promosso da CONAI e da CIAL, COMIECO, COREPLA e RICREA, oltre che dal Gruppo CAP, rappresenta un primo vero e proprio bilancio sull’argomento
29 November, 2018
E’
questo il dato più rilevante che emerge dalla ricerca: “L’Economia
Circolare in Italia - la filiera del riciclo asse
portante di
un’economia senza rifiuti”,
presentata oggi a Roma e curata dall’esperto ambientale
Duccio Bianchi di
Ambiente Italia,
a seguito dei lavori svolti dal Gruppo Riciclo e Recupero del
Kyoto Club,
organizzazione non profit nata
nel febbraio del
1999, costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni
locali, impegnati nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione
delle emissioni di gas-serra assunti con il Protocollo di Kyoto.
SI
TRATTA DI UN PRIMO VERO E PROPRIO BILANCIO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE
IN ITALIA CHE DIMOSTRA COME L’ECONOMIA ITALIANA SIA OGGI IN EUROPA
LA PIÙ PERFORMANTE PER CIRCOLARITÀ DI MATERIA, PRODUTTIVITÀ DELLE
RISORSE, CAPACITÀ DI RICICLO.
Lo
studio, commissionato da CONAI
con i Consorzi nazionali per il riciclo degli imballaggi: CIAL,
COMIECO,
COREPLA,
RICREA,
e dal Gruppo CAP,
il gestore del servizio idrico della città metropolitana di Milano,
presenta un’analisi completa
che risponde ai tanti
quesiti relativi la concretezza e l’effettiva diffusione nel nostro
Paese di un sistema industriale, produttivo e sociale non più votato
allo spreco ma alla circolarità di beni e prodotti.
I
lavori odierni per la presentazione della ricerca si sono aperti con
l’intervento di Gianluigi
Angelantoni, Vice-Presidente del Kyoto Club,
che ha sottolineato le attività del Club e dei suoi Gruppi di Lavoro
per contenere i rischi
dell’aumento della
temperatura del pianeta e l’influenza che tali aumenti, nei diversi
scenari, potranno avere nei modelli climatici: “I
Governi, ma anche i cittadini, dovranno fare molto di più per
rallentare gli effetti del riscaldamento
globale, sostenendo le
Imprese e le attività più virtuose. L’economia circolare è un
fattore fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici,
riducendone gli impatti negativi. Ma l’economia circolare non è
solo un fattore difensivo, è anche opportunità di nuovi business,
di innovazione tecnologica, di nuovi posti di lavoro, consentendoci
di vivere in un mondo più pulito, gratificati anche da significativi
e tangibili ritorni economici”.
"Il
rapporto presentato oggi conferma e sviluppa ulteriormente le
evidenze formulate nel position paper di Confindustria
pubblicato il mese
scorso, ovvero che l'industria italiana registra, ormai da anni,
performance eccellenti nell'uso efficiente delle risorse nelle sue
varie declinazioni, sulla base dell'assunto che il concetto di
economia circolare non può e non deve esaurirsi nella sola
operazione di riciclo.
– ha
ricordato a seguire Andrea Bianchi, Direttore Area Politiche
Industriali di
Confindustria -
In questo senso,
riteniamo che occasioni come la presentazione di questo studio
possono
rappresentare un
ulteriore momento di confronto per evidenziare come sia opportuno
porre in essere il giusto contesto normativo,
tecnologico-impiantistico ed economico per "chiudere il
cerchio", affinché i nuovi obiettivi definiti a livello europeo
e che l'Italia si dovrà traguardare siano uno stimolo a migliorare
ulteriormente tali performance, confermando l'auspicio contenuto nel
rapporto presentato oggi, ovvero che lo sviluppo dell'economia
circolare comporta necessariamente una grande trasformazione
industriale”.
La gestione del ciclo di vita dei prodotti e del ciclo di vita dei rifiuti, spiega la ricerca, sono nel cuore dell’economia circolare, tanto che essa non riguarda solo ciò che succede dopo la produzione e il consumo di un bene ma parte dalla progettazione a monte di un sistema più efficiente riguardo all'uso di risorse. Prevede innanzitutto che vengano utilizzate in modo massiccio le fonti e le risorse rinnovabili, elemento centrale della sostenibilità, e che chi produce e chi consuma diventi responsabile del ciclo di vita del prodotto. Comprende una forte capacità di innovazione e un design di prodotto fatto per durare, per essere disassemblato, per essere differenziato e riciclato o riutilizzato nella sua interezza o in singole parti.
IL SISTEMA CONAI E IL RICICLO DEGLI IMBALLAGGI IN ALLUMINIO, CARTA E CARTONE, PLASTICA, VETRO, ACCIAIO E LEGNO.
“Il nostro Paese ancora una
volta si conferma leader nell’economia circolare e il settore del
riciclo un asse portante di
questa economia basata
sull’ottimizzazione delle risorse e la loro valorizzazione. Il
nuovo pacchetto di direttive chiede di fare ancora di più, con un
innalzamento dei target di riciclo per gli imballaggi, target al 2025
che sono già raggiunti per quasi tutti i materiali. -
ha dichiarato
Giorgio Quagliuolo, Presidente di CONAI
-
Per fare di più stiamo agendo su ecodesign e design for recycling,
diversificazione del contributo ambientale in funzione dell’effettiva
riciclabilità, lo sviluppo di una raccolta differenziata di qualità
ed investimenti in R&S su tecnologie innovative e nuove
applicazioni di prodotti del riciclo”.
Il
Sistema CONAI, che con i Consorzi di Filiera CIAL, COMIECO, COREPLA e
RICREA, ha commissionato e sostenuto la ricerca, è oggi protagonista
dell’economia circolare, rappresentando un esempio in Europa e un
modello virtuoso che in poco più di vent’anni ha garantito l’avvio
al riciclo di oltre 55 milioni di rifiuti di imballaggio e permesso
di evitare la costruzione di oltre 130 nuove discariche.
In Italia, solo nell’ultimo anno (il 2017) è stato avviato a riciclo il 67,5% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo sull’intero territorio nazionale, per un totale di 8,8 milioni di tonnellate di rifiuti, valore in crescita del 3,7% rispetto al 2016.
L’ECONOMIA ITALIANA RISULTA IN EUROPA L’ECONOMIA PIÙ PERFORMANTE IN MATERIA DI PRODUTTIVITÀ D’USO DELLE RISORSE MATERIALI E DI CIRCOLARITÀ DI MATERIA.
Se
si analizzano tre indicatori fondamentali di questo fenomeno,
rapportandoli non solo alla media europea ma anche, attraverso un
confronto diretto, ai maggiori Paesi dell’Unione Europea (Germania,
Spagna, Francia, Regno Unito) notiamo che l’Italia è leader per il
tasso di produttività nell’uso delle risorse (quanti euro di PIL
si producono per ogni kg di materia consumata), il tasso di
circolarità della materia nell’economia (quante materie seconde
impieghiamo sul totale dei consumi di materia), e per il tasso di
riciclo dei rifiuti (quanti rifiuti, urbani e non urbani, inclusi
l’import ed export, avviamo a riciclo internamente).
Confermano il buono stato di
salute dell’industria del riciclo italiana, e le prossime sfide
future, i Presidenti dei Consorzi Nazionali per il Riciclo degli
Imballaggi in Plastica (Corepla) e Carta e Cartone (Comieco).
Antonello
Ciotti, Presidente Corepla:
"Occorre trovare
tutti gli usi possibili per migliorare il flusso circolare della
plastica
riciclata. Sul
tema, Corepla e il tessuto industriale italiano del riciclo, sono
fortemente impegnati per creare un sistema strategico in una doppia
direzione: sia per sviluppare politiche economico sociali, nuove
imprese per nuova occupazione e ricerca, e sia per incrementare
politiche ambientali utili al Paese. Oltre al trasferimento
tecnologico d'eccellenza e all'investimento in innovazione che il
settore sta già operando, sarebbe utile un maggior utilizzo di
materiali riciclati da parte delle Amministrazioni pubbliche per una
più vasta economia circolare”.
"Il
blocco alle importazioni di carta da macero imposto dalla Cina pone
di fronte nuove sfide. Trovandosi in una
situazione di
eccedenza, i Comuni italiani, soprattutto del Nord, hanno scelto di
riattivare le convenzioni con Comieco che nel 2019 si farà carico di
gestire oltre 500 mila tonnellate di carta in più rispetto all'anno
precedente. Il consorzio dunque conferma il suo ruolo sussidiario per
le amministrazioni locali e di garante del recupero e del riciclo di
carta e cartone. In questo settore l’Italia occupa il primo posto
in Europa riciclando oltre l’80% degli imballaggi cellulosici, una
quantità pari a 10 tonnellate di macero al minuto”,
ha affermato
Amelio Cecchini, presidente di Comieco
VERO
MOTORE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE, E SOPRATTUTTO DELLA FILIERA DEL
RICICLO, È L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA CHE IMPIEGA MATERIE SECONDE
PER I PROPRI CICLI PRODUTTIVI, IN GENERE PER LA FABBRICAZIONE DI
PRODOTTI ALTRIMENTI DERIVATI DA MATERIE PRIME.
La
ricerca di Ambiente Italia mostra come nel corso del tempo siano
progressivamente cresciuti sia i recuperi “open loop”, cioè in
altri cicli produttivi (ad esempio vetro nell’industria ceramica o
altri materiali nell’industria edile), che i ricicli all’interno
dello stesso ciclo produttivo. Parliamo di reimpieghi sostitutivi
della materia prima nel medesimo ciclo produttivo (ad esempio carta e
vetro), o di reimpieghi in cicli produttivi dedicati (siderurgia a
forno elettrico per il rottame d’acciaio), e ancora di impieghi che
per almeno una parte del prodotto determinano un downgrading
qualitativo (tipicamente per polimeri plastici).
In
Italia l’impiego di materie seconde è fondamentale per molti
settori manifatturieri e in particolare per alcuni settori
strategici, come la produzione siderurgica e metallurgica. Ad
esempio, tutto l’alluminio prodotto nel nostro Paese, oltre 900mila
tonnellate nel 2017, proviene dal riciclo: il 100%.
“Il sistema italiano di recupero dell’alluminio conferma la propria leadership a livello europeo. Non solo i per risultati ottenuti – L’Italia è prima in Europa per quantità di alluminio riciclato prodotto - ma anche per essere oggi, tra tutti gli schemi europei di recupero del packaging in alluminio, quello in grado di conseguire questi importanti obiettivi ai più bassi costi possibili, per l’intera collettività. Costi sempre più assorbiti dal valore intrinseco del materiale e dalla sua capacità di produrre benefici economici per tutti. Un risultato possibile quindi grazie alle eccezionali caratteristiche e performance del materiale, riciclabile facilmente, al 100% e all’infinito” come ricordato da Carmine Rea, Presidente di CIAL, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio.
“L’acciaio
proviene dalla produzione di minerale ferroso o rottame e vive sotto
forma di vari prodotti che vivono un lungo
ciclo prima di tornare
allo stadio di rottame, per essere nuovamente fuso e risorgere come
materia prima. Questo è un ciclo infinito reso possibile dalla
natura stessa dell’acciaio: Materiale permanente che si ricicla
all’infinito”,
ha dichiarato
poi nel suo
intervento Domenico Rinaldini, Presidente del Consorzio Ricrea,
Consorzio Nazionale per il Riciclo degli Imballaggi in Acciaio.
L’ALTRO FONDAMENTALE EFFETTO AMBIENTALE DEL RICICLO, E DELL’ECONOMIA CIRCOLARE, OLTRE ALLA RIDUZIONE DELLA QUANTITÀ DI MATERIA PRELEVATA DALL’AMBIENTE, È POI LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI.
Sia pure con incidenze differenziate, il riciclo comporta una riduzione dell’insieme dei consumi energetici, dei consumi idrici, delle emissioni atmosferiche e delle emissioni idriche. Il riciclo rappresenta – come ormai una inequivoca e costante letteratura conferma – la forma ambientalmente più vantaggiosa (a parte la prevenzione) di gestione dei rifiuti.
Tra i benefici più evidenti e consistenti del riciclo vi sono quelli energetici e quelli relativi alle emissioni climalteranti. Utilizzando i criteri basati sugli studi per CONAI, la ricerca riporta che il beneficio del riciclo in Italia è quantificabile in:
- 21 milioni di tonnellate di TEP, cioè circa il 12,5% della domanda italiana di energia
- 58 milioni di tonnellate di CO2 eq, cioè una quantità pari al 14,6% delle emissioni generate
UN NUOVO PILASTRO DELL’ECONOMIA CIRCOLARE: RISPARMIO E RICICLO DELLE ACQUE.
Gli
studi finora eseguiti sull’economia circolare non hanno quasi mai
considerato l’economia della gestione del ciclo idrico. Si tratta
invece, come noto, non solo di un pezzo importante dell’economia,
ma anche di uno dei pilastri teorici dell’economia circolare.
L’insieme
delle attività di fornitura, distribuzione, gestione delle reti
fognarie e depurazione vale un fatturato di circa 9 miliardi di euro,
un valore aggiunto di 4,5 miliardi ed impiega 41.000 persone. In
questo valore, peraltro, non sono incluse attività integrate ai
settori industriali.
Il Gruppo CAP, partner della
ricerca di Ambiente Italia, opera in Lombardia nel settore delle
acque e rappresenta uno dei player più impegnati in tal senso, con
progetti di ricerca e analisi volti alla circolarità dell’acqua
gestita.
“L’economia
circolare è la chiave vincente per leggere il futuro, rendere più
efficienti le nostre risorse, migliorare
l’ambiente e il
futuro dei servizi al cittadino -
spiega il
Presidente e Amministratore Delegato di Gruppo CAP,
Alessandro Russo -
La sfida che
abbiamo raccolto in CAP è quella di trasformare i nostri 61
depuratori dell'area
metropolitana di
Milano in vere bioraffinerie, dove estrarre tutto il valore possibile
dai fanghi di depurazione e far nascere dagli scarti energia pulita a
km 0: un progetto nato grazie alla collaborazione con diversi partner
dotati di competenze tecniche e scientifiche d'avanguardia”.
In
chiusura dei lavori, anche gli esponenti politici invitati alla
presentazione dello studio hanno ricordato quanto l’economia
circolare sia ad oggi importante per il nostro Paese e per il suo
sviluppo economico e sociale.
“I
dati presentati costituiscono, allo stesso tempo, un importante
traguardo e un punto di partenza fondamentale per il
futuro. La ricerca
conferma il ruolo fondamentale svolto in questi anni dal sistema dei
consorzi e, dall’altro, certifica che l’economia circolare
rappresenta, già oggi, una realtà importante in termini di
fatturato ed occupazione per il nostro Paese, sia in termini assoluti
che in rapporto al livello raggiunto dai principali partner europei.
In quest'ottica le politiche ambientali rivestono un'importanza
strategica per il futuro, non solo in termini di difesa
dell’ambiente, ma anche in termini di opportunità di sviluppo
economico e sociale. Ambiente e sviluppo non costituiscono infatti un
“ossimoro”, ma un binomio vincente sul quale la Lega, nell’ambito
degli obiettivi fissati dal contratto di Governo, intende investire
convintamente”
ha ribadito il Senatore Luca Briziarelli, 13’ Commissione
permanente Territorio, Ambiente, Beni
Ambientali del
Senato della Repubblica.
Queste
invece le parole del Senatore Gianni Pietro Girotto, Presidente della
10’ Commissione permanente Industria, Commercio, Turismo del Senato
della Repubblica: "I
numeri presentati confermano chiaramente l'importanza
dell'economia
circolare nel nostro Paese con tutte le sue potenzialità per la
crescita sociale ed economica. E' opportuno lavorare per garantire
l'implementazione di questo settore che ha una valenza strategica tra
gli interventi di decarbonizzazione, per affrontare le cause e i
fenomeni dei cambiamenti climatici e le esternalità negative che il
sistema produttivo attualmente produce. Secondo l’Agenzia Federale
dell’Ambiente Tedesca (UBA – Umwelt Bundesamt), che ha pubblicato
un aggiornamento sulle stime dei danni derivanti dall’emissione di
inquinanti nell’atmosfera relativi alla salute umana, alla perdita
degli ecosistemi, all’estinzione di specie animali e vegetali, alla
diminuzione della produzione industriale, dei raccolti agricoli e
danni a case e palazzi e infrastrutture, ogni tonnellata di CO2
nell’atmosfera ha oggi un costo, per tutti noi, pari a 180 euro,
che salirà a 205 euro nel 2030 e a 240 euro nel 2050. Un dato
impressionante, anzi direi dirimente per tutte le nostre future
decisioni, sul quale la politica deve prestare la massima attenzione,
e che deve portarci a riflettere sulla necessità di intervenire con
urgenza".
Significative
le conclusioni del Sottosegretario di Stato del Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’Onorevole
Salvatore Micillo:
"Riduzione,
riuso, recupero e riciclo dei rifiuti sono gli obiettivi che
perseguiamo e
promuoviamo in
un’ottica di economia circolare. Nel contratto di Governo sono
previste fiscalità premianti per la raccolta differenziata e il
recupero di materia, senza dimenticare l’estensione della raccolta
domiciliare con tariffa puntuale e i centri di riparazione e riuso
dei beni utilizzati. In Italia abbiamo grandi eccellenze nello
smaltimento dei rifiuti, ma anche zone di grande arretratezza:
vogliamo fare il salto di qualità, rimuovendo tutti gli ostacoli che
hanno impedito all’economia circolare di penetrare in misura
omogenea in tutto il territorio nazionale, verso una Italia più
sostenibile, più equa e più innovativa".