EcoForum per l’Economia Circolare in Piemonte: 'Appena il 35,5% dei Comuni raggiunge il 65% di raccolta differenziata. Fanalini di coda ancora una volta Torino e Alessandria'
Presentato da Legambiente il dossier Comuni Ricicloni 2018 nel corso del II EcoForum per l’Economia Circolare del Piemonte: “Serve un impegno straordinario su raccolta differenziata e riduzione dei rifiuti, anche per far da volano alle tante aziende piemontesi dell’economia circolare”
05 December, 2018
Appena il 35,5% dei Comuni piemontesi raggiunge il 65% di raccolta differenziata previsto per legge e sono soltanto 36 su 1201 i Rifiuti Free, Comuni che oltre ad aver raggiunto il 65% di RD, producono meno di 75 kg pro capite l’anno di secco residuo, ovvero di rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento. Sono i dati che emergono dal dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2018 presentato questa mattina a Torino da Legambiente nel corso della seconda edizione dell’EcoForum per l’Economia Circolare del Piemonte, appuntamento dedicato all’approfondimento e al confronto sui temi della corretta gestione dei rifiuti e delle buone pratiche di economia circolare a cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, università, mondo imprenditoriale e singoli cittadini.
“Per fare un passo avanti nella riduzione dei rifiuti e nella raccolta differenziata non esiste la ricetta magica perfetta per ogni territorio, ma sicuramente esistono principi comuni da seguire e strumenti più corretti di altri -dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Le politiche virtuose che hanno portato a buoni risultati seguono tutte l’equo principio del ‘chi più inquina, più paga’, applicando la tariffazione puntuale dei rifiuti raccolti porta a porta. La strada da fare è molta se si pensa che un comune piemontese su due non rispetta ancora gli obiettivi previsti per legge da ormai 6 anni, ma ci auguriamo che i prossimi mesi vedano un impegno straordinario da parte di tutte le amministrazioni per fare uno scatto in avanti sul fronte della raccolta differenziata e delle politiche di riduzione dei rifiuti. Un impegno che farebbe anche da volano alle tante aziende piemontesi che operano nel settore dell’economia circolare. Da inguaribili ottimisti guardiamo al futuro con favore, convinti che la strada sia ormai segnata”.
I 36 Comuni Rifiuti Free del Piemonte, quelli che oltre ad essere “ricicloni”, hanno deciso di puntare sulla riduzione del residuo non riciclabile da avviare a smaltimento, sono Vignone (VB), Barone Canavese (TO), Vogogna (VB), Pecetto di Valenza (AL), Rivarone (AL), Cantarana (AT), Riva presso Chieri (TO), Castelletto Monferrato (AL), Vaglio Serra (AT), Vinchio (AT), Pino Torinese (TO), Baldissero Torinese (TO), Coazzolo (AT), Arizzano (VB), Azzano d’Asti (AT), Cambiano (TO), Vallanzengo (BI), Mombercelli (AT), Poirino (TO), Villafranca d’Asti (AT), Mezzomerico (NO), Valfenera (AT), Magliano Alpi (CN), San Paolo Solbrito (AT), Frinco (AT), Marene (CN), Belveglio (AT), Quassolo (TO), Roatto (AT), Castagnole delle Lanze (AT), Montaldo Scarampi (AT), Santena (TO), Quagliuzzo (TO), Cossato (BI), Revigliasco d’Asti (AT), Quincinetto (TO). Legambiente li ha premiati nel corso dell’EcoForum ed ha sottolineato come i risultati in questi Comuni siano stati ottenuti con ricette diverse ma con un denominatore comune: la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una raccolta domiciliare porta a porta, un’informazione e sensibilizzazione continua ed efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso.
La maggior parte dei Rifiuti Free sono dunque piccoli comuni -con la positiva eccezione di Cossato (BI), Santena (TO) e Poirino (TO), comuni con più di 10.000 abitanti- ma buoni risultati di raccolta differenziata si possono trovare anche tra i grandi comuni capoluogo di provincia come Novara(71,6% di RD), Asti (68,4%), Cuneo (70,8%). Fanalini di coda ancora una volta Alessandria e Torino, quest’ultima ferma al 44,7% e lontana oltre 20 punti percentuali dall’obiettivo minimo di legge.
Nel corso degli anni gli obiettivi della classifica di Comuni Ricicloni sono diventati sempre più stringenti adeguandosi al panorama della gestione dei rifiuti in Italia che è mutato molto dalle prime raccolte stradali dedicate alle frazioni ed agli imballaggi principali, fino ad arrivare ai giorni nostri con l’intercettazione di rifiuti “complessi” porta a porta e un target minimo del 65% in vigore già dal 2012 nel nostro Paese. Legambiente ha di volta in volta modificato i criteri di valutazione dei vincitori per poter fornire ai Comuni uno stimolo a raggiungere risultati sempre più ambiziosi.
A pesare sulla classifica non sono più solo i livelli di raccolta differenziata raggiunti (criterio minimo per entrare nella valutazione è il raggiungimento del 65% di RD) ma anche le politiche di riduzione della quantità di rifiuto destinata a smaltimento.
Il nuovo pacchetto europeo sull’economia circolare pone, tra i suoi obiettivi, il riciclo del 70% degli imballaggi entro il 2030 e del 65% dei rifiuti urbani (al 2035) e, alla stessa scadenza, un massimo del 10% di rifiuti che possono essere smaltiti in discarica. Da questo presupposto è nata quindi l’esigenza di porre come obiettivo minimo per entrare a far parte dei Comuni Rifiuti Free di Legambiente la soglia di produzione di 75 kg/ab/anno di secco residuo prodotto (che comprende il secco residuo e la parte di ingombranti non riciclata).
“Il ruolo dei Comuni nel portare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti sempre di più verso l’economia circolare è fondamentale -dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani-, le amministrazioni locali sono le uniche in grado di indirizzare i propri concittadini verso pratiche virtuose di prevenzione, raccolta e riciclo. E’ importante però che siano inserite in un contesto di normative regionali e nazionali e di piani d’ambito che sostengano questa direzione, prevedendo la costruzione degli impianti di riciclo, gli strumenti necessari come la tariffazione puntuale, i sistemi di premialità per sfavorire il conferimento in discarica e incentivare il recupero di materia, la raccolta porta a porta e serie politiche di riduzione della produzione dei rifiuti. Al tempo stesso gli amministratori possono, attraverso scelte consapevoli e obbligatorie come gli acquisti verdi, incidere in maniera significativa sulla diffusione dei riprodotti e nello sviluppo di una vera e propria economia circolare”.
Nel corso dell’EcoForum sono state presentate alcune delle migliori esperienze piemontesi in tema di economia circolare. Realtà che hanno già investito e scommesso su un nuovo modello produttivo, basato sul recupero e il riutilizzo, su una serie di misure volte ad una riduzione dei costi di produzione, ad una minore dipendenza dalle materie prime vergini e che danno impulso alla crescita di opportunità lavorative, al contenimento dell’inquinamento che proviene dai rifiuti e dalle emissioni del processo produttivo. Tra queste RI-Generation, progetto che nasce dalla collaborazione fra il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero, e l’imprenditore torinese Giorgio Bertolino, titolare della Astelav di Vinovo (TO), azienda leader nella distribuzione di ricambi per elettrodomestici, che insieme hanno deciso di promuovere il recupero e la vendita di lavatrici e lavastoviglie rigenerate offrendo al tempo stesso un’opportunità di lavoro a persone in difficoltà. Ma anche Barricalla, il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, situata alle porte di Torino, a Collegno, un impianto-modello preso a esempio dagli addetti ai lavori del settore. Sono poi state presentate le attività del gruppo Unieco Ambiente, impegnato nella gestione, trattamento, intermediazione di rifiuti speciali, nella bonifica e messa in sicurezza di siti inquinati e l’esperienza della Cartiera Bosco Marengo (AL), produttore di cartoncino da carta recuperata, parte di ReLife Group, la holding costituita insieme alle 7 aziende del Gruppo Benfante, realtà leader nel mercato nazionale del recupero di carta e cartone che ha dato vita ad un ripensamento radicale dei tradizionali impianti di selezione, inserendo più automazione nel processo di estrazione delle frazioni estranee e nella valorizzazione di singole componenti.
Qui il link per scaricare il dossier
Fonte: Legambiente Piemonte e Val d’Aosta