Accordo Ue su plastica monouso: ecco i prodotti messi al bando dal 2021
Dal 2021 vietati posate e piatti, cannucce, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso (come le scatole di fast food), bastoncini di cotone per i prodotti dell'igiene tipo cotton fioc. Nel 2030 tutte le bottiglie di plastica dovranno avere almeno il 30% di contenuto riciclato. Il commento di WWF e Greenpeace
18 December, 2018
Dopo oltre dodici ore di negoziato, le istituzioni Ue hanno raggiunto l'accordo che prevede restrizioni
alla commercializzazione e all'uso di oggetti monouso in plastica. Dal 2021 saranno vietati posate e piatti, cannucce, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso (come le scatole di fast food), bastoncini di cotone per i prodotti dell'igiene tipo cotton fioc. Per altri prodotti ci saranno obiettivi di riduzione. WWF: "L'Italia introduca una cauzione sugli imballaggi monouso" Il faticoso compromesso raggiunto tra la Commissione e il Parlamento europei e gli Stati Membri della UE va a colpire diversi prodotti di plastica monouso, tra cui cannucce, piatti, posate, contenitori in polistirolo, bicchieri per bevande, le reti da pesca fantasma ecc. Il WWF ricorda che l’Italia ha già vietato l’utilizzo di shopper di plastica per la spesa dal primo gennaio 2011, dall’inizio del 2018 ha vietato l’uso di sacchetti di plastica per gli alimenti, dal primo gennaio 2019 sarà vietato l’uso di bastoncini di plastica cotonati e dal primo gennaio 2020 l’uso di microplastiche nei cosmetici. “Il nostro Paese ancora una volta può anticipare i tempi, secondo quanto richiesto nella nostra petizione on-line che ha già raccolto oltre 600mila firme – sottolinea il WWF -. Ora si tratta di anticipare nel provvedimento plastic free i contenuti della direttiva che deve approdare nel Parlamento europeo per il passaggio finale, come richiesto nella Petizione WWF. Inoltre, il WWF chiede che nella nuova normativa italiana: a) sia introdotta nel nostro Paese una cauzione sugli imballaggi monouso che stimoli i consumatori a riconsegnare i piccoli imballaggi di plastica a circuiti ben congegnati che favoriscano il loro riciclaggio, diminuendo così i rifiuti, con l’obiettivo del 100% di imballaggi in plastica riciclabili o riutilizzabili entro il 2030; b) siano messe fuori produzione in Italia le microplastiche da tutti i prodotti (a cominciare dai detergenti) entro il 2025, confermando il divieto delle microplastiche nei cosmetici dal primo gennaio 2020, stabilito dalla Legge di Bilancio 2018.
Per le bottiglie in Pet per bevande, per esempio, viene fissato un obiettivo vincolante di almeno il 25% di plastica riciclata dal 2025 in poi, calcolato come media per lo Stato membro. Nel 2030 tutte le bottiglie di plastica dovranno rispettare un obiettivo di almeno il 30% di contenuto riciclato. Plaudono le Ong ambientaliste Break Free From Plastics e Rethink Plastics (cui aderiscono anche Client Earth, Eeb, Greenpeace e Friends of the Earth) secondo cui le nuove restrizioni sono "un precedente importante", purchè i Paesi agiscano davvero.
Greenpeace: “Dall’Europa segnale importante ma non sufficiente”
Dopo mesi di intensi negoziati, l'Unione europea ha concordato un testo definitivo che contiene le attese norme sulla plastica monouso. Con la nuova direttiva arriva un segnale importante dall’Europa per contrastare l'inquinamento da plastica nei mari del Pianeta. Tuttavia le misure concordate, come la riduzione a monte della produzione di alcuni imballaggi e contenitori in plastica monouso, non rispondono pienamente alla gravità dell’inquinamento dei nostri mari.
«Sicuramente quello lanciato dall’Unione europea è un segnale importante che risponde alle richieste e alle preoccupazioni di migliaia di cittadini. Ancora, però, si è lontani da una vera soluzione. Non introducendo misure vincolanti per gli Stati membri per ridurre il consumo di contenitori per alimenti, e ritardando di quattro anni l’obbligo di raccogliere separatamente il 90 per cento delle bottiglie in plastica, l’Europa regala così alle grandi multinazionali la possibilità di fare ancora enormi profitti con la plastica usa e getta a scapito del Pianeta», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Tra le misure più importanti incluse nella normativa ci sono il divieto di vendita per numerosi articoli in plastica monouso, ad esempio piatti, posate e contenitori in polistirolo espanso, e la responsabilizzazione dei produttori per coprire i costi di gestione e pulizia dei rifiuti derivanti da alcuni prodotti come i mozziconi delle sigarette.
«Il testo approvato in Europa lascia ampi margini al nostro governo per rafforzare ulteriormente la normativa. Ci auguriamo che il ministro Costa, nel recepimento della direttiva, si impegni a responsabilizzare ulteriormente i produttori e a ridurre ulteriormente la produzione di plastica monouso che minaccia i nostri mari», conclude Ungherese.