Smog, Torino maglia nera. Nel 2019 sono 52 i giorni di sforamento dei livelli giornalieri di PM10
Dopo l’allarme sull’inquinamento atmosferico lanciato da Legambiente nella tre giorni del Treno Verde a Torino, arrivano dall’Apra Piemonte i dati sui livelli di PM 10 in tutta la regione e quelli sull’andamento del protocollo anti smog che confermano Torino maglia nera per la qualità dell’aria
05 April, 2019
Dopo l’allarme sull’inquinamento atmosferico lanciato da Legambiente nella tre giorni del Treno Verde a Torino, arrivano dall’Apra Piemonte i dati sui livelli di PM 10 in tutta la regione e quelli sull’andamento del protocollo anti smog che confermano Torino maglia nera per la qualità dell’aria.
Dati del PM10 in Piemonte dal 1 gennaio al 1 aprile 2019
Il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana del PM10, pari a 50 microgrammi/m3, è stato superato nel 2019, con i dati misurati alla data del 1 aprile, in cinque stazioni della Città metropolitana di Torino ed in particolare:
- nella stazione di traffico di Torino – Rebaudengo, con 52 giorni (il numero massimo consentito per anno civile è pari a 35 giorni)
- nella stazioni di traffico, di Torino – Grassi con 51 giorni
- nella stazione di traffico Carmagnola - 1° maggio con 48 giorni
- nella stazione di Settimo – Vivaldi con 47 giorni
- nella stazione di fondo urbano di Torino – Lingotto con 45 giorni.
Si evidenzia che nelle stazioni di Torino – Grassi, Settimo – Vivaldi e Carmagnola – I Maggio sono presenti strumenti non automatici, per cui i dati non sono aggiornati al 1 aprile ma, per le prime due stazioni, al 20 marzo mentre per quella di Carmagnola al 27 marzo, causa tempistiche di laboratorio.
Anche nelle altre stazioni di Torino i superamenti sono comunque rilevanti: nella stazione di traffico di Torino – Consolata (in cui è presente un campionatore gravimetrico) sono stati rilevati 29 giorni di superamento, mentre nella stazione di fondo urbano di Torino – Rubino, l’analizzatore automatico ha misurato 34 superamenti del limite giornaliero.
Nei capoluoghi di provincia il valore massimo dei giorni di superamento, pari a 47 giorni, è stato raggiunto nella stazione di Alessandria – D’Annunzio, mentre ad Asti il valore più elevato, 39 giorni di superamento, è stato misurato nella stazione di Asti – Baussano. In entrambe le stazioni di traffico i superamenti sono stati rilevati da campionatori gravimetrici.
A Vercelli, il superamento del valore limite è stato misurato con un analizzatore automatico nella stazione di traffico urbano di Vercelli – Gastaldi (36 giorni di superamento).
Valori più contenuti sono stati rilevati nei capoluoghi di Cuneo, Biella e Novara: 1 superamento nella stazione di Cuneo – Alpini, 13 superamenti nella stazione di Biella – Lamarmora e 20 superamenti nella stazione di Novara – Arpa.
A Verbania non sono stati rilevati superamenti.
Le condizioni meteorologiche prevalentemente sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti hanno caratterizzato i primi tre mesi del 2019, un periodo eccezionalmente secco in cui si sono osservate solo 4 giornate di pioggia sulla regione e in cui l'alta pressione è stata la condizione meteorologica predominante. Tuttavia, in questi primi tre mesi dell’anno si sono registrati oltre 40 episodi di foehn, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2018. Queste particolari condizioni fisiche dell’atmosfera hanno favorito maggiormente la dispersione degli inquinanti nelle località prossime alla fascia pedemontana o comunque posizionate agli sbocchi vallivi.
La quasi totalità dei superamenti fino ad oggi misurati nel 2019 nelle stazioni della rete regionale di rilevamento si è concentrata nei mesi di gennaio e febbraio (95%).
Protocollo antismog: i dati dal 1 ottobre 2018 al 31 marzo 2019
Nell'agglomerato torinese si sono registrate, come prevedibile, le maggiori criticità. In particolare, a Torino e prima cintura si sono avuti 7 giorni con livello rosso e 25 giorni con livello arancio, con una diminuzione delle occorrenze di questi due livelli, sia in numero che in percentuale, rispetto all’inverno 2017/2018 (rispettivamente 11 e 39). Nei comuni della “seconda cintura sud“ (Carmagnola, Chieri, Cambiano, Candiolo, Carignano, La Loggia, Rivalta di Torino, Santena, Trofarello, Vinovo) il livello arancio è stato attivo per 21 giorni, mentre in quelli della seconda cintura nord” (Alpignano, Caselle T.se, Chivasso, Druento, Ivrea, Leinì,Mappano, Pianezza, Volpiano) per 25 giorni: in entrambi i casi non è mai stato attivato il livello rosso.
Nei comuni non facenti parte della Città Metropolitana di Torino, non è mai stato attivato il livello rosso, come accaduto anche lo scorso anno. Nei comuni di Alessandria e Novi Ligure (zona unica ai fini del protocollo) il livello arancio è stato attivo per 13 giorni, ad Asti, Alba e Bra per un totale di 11 giorni. Nel comune di Vercelli si sono osservati 161 giorni al livello verde e 21 giorni al livello arancio, il valore più elevato al di fuori dell’agglomerato torinese. Nei comuni di di Novara e Trecate non si è mai attivato nessun livello di allerta ed il semaforo è rimasto sempre al livello verde, come capitato nel precedente inverno. Nei restanti comuni interessati dal protocollo, il livello arancio è stato attivato solo per 4 giorni a Biella e per 3 giorni a Tortona e Casale Monferrato.
Analizzando le statistiche sui differenti mesi del periodo invernale è possibile notare come i mesi di dicembre e gennaio, ed in misura minore febbraio, siano stati in generale quelli più critici, mentre nel mese di novembre e di marzo non si sono registrate attivazioni di livelli del semaforo differenti dal verde, se non a marzo nel comune di Vercelli. Rispetto allo scorso inverno possiamo notare come si siano avute criticità maggiori a gennaio, febbraio e dicembre, ma molto minori a novembre.