Gianni è con Greta. Ambientalismo e umanità tra i banchi dei contadini di Porta Palazzo
Tra i banchi di Porta Palazzo un contadino ha deciso di esporre il libro di Greta Thumberg, non perché a Torino è cominciato il Salone del Libro ma perché non c’è più tempo da perdere per salvare il pianeta
09 May, 2019
di Cino Bidon
Oggi giovedì 9 maggio a Torino ha preso il via la 32a edizione del Salone Internazionale del Libro, una edizione particolare, preceduta da grandi polemiche, ma con un programma davvero ricco. E per la prima volta si son decisi a rendere sostenibile la fiera. Meglio tardi che mai, però ho preferito lasciare l’inaugurazione ai media main stream per fare un giro nei luoghi più caratteristici della città e non potevo che finire a Porta Palazzo, il mercato all’aperto più grande d’Europa.
Qualcuno potrà pensare “ma che ci azzeccano i libri con il mercato?”, forse niente ma ho incontrato Gianni Lana di Rivalta, un contadino che vende i suoi prodotti sotto la Tettoia dell’Orologio che espone in bella mostra un libro: La nostra casa è in fiamme di Greta Thumberg.
Mentre Gianni lavora, i clienti e alcuni curiosi cercano di capire il perché di quel libro. Un dibattito interessante, tra chi ha capito al volo il messaggio ambientalista e chi crede che sia un solo un metodo per incrementare le vendite. Nel mentre si chiacchiera di biologico, orti urbani, compost, grande distribuzione e spreco alimentare, insomma non le solite chiacchiere da bar anzi le “solite chiacchiere da banco”.
“Mi ha colpito il fatto che una ragazzina di sedici anni si stia impegnando su questo argomento, appena uscito ho comprato il libro per leggerlo, capire e approfondire – spiega Gianni mentre un cliente passa e chiede di mettere da parte un sacchetto di fagiolini - mi ha colpito anche l’aggressività con cui affronta il tema del cambiamento climatico. Per lei non ci sono mezze misure, bisogna cambiare il nostro modello di vita, tutti e subito”.
“Un solo viaggio in aereo può cancellare vent’anni di raccolta differenziata. Questa frase del libro, anche se semplice, mi ha colpito molto. Ogni euro che investi comprando dai contadini è un euro investito nell’ambiente, perché il contadino tiene il suo pezzo di terra in ordine, investi sul tuo futuro e sulla buona occupazione”.
Gianni è un fiume in piena e in moti si fermano ad ascoltarlo. “Perché, anche se facciamo finta di non vedere, sappiamo tutti cosa significa lavorare nelle monoculture e nell’agricoltura industriale. Sappiamo tutti chi e come si raccolgono i pomodori”.
Chiedo il perché ha esposto proprio questo libro tra i prodotti del suo campo e che messaggio vuole lanciare. Risponde che lui è con Greta e che nel suo piccolo cerca di salvare un pezzo di ambiente, lavorando la terra, lavorandola bene e con le pratiche giuste. “Qualcuno mi critica e altri apprezzano”.
Lo incalzo, quali critiche ti fanno? “C’è chi dice che è tutta una montatura, probabilmente dietro di lei c’è un struttura ben organizzata”.
“Conosci la storia di Greta? - mi chiede - La mamma è un artista lirica a livello mondiale ma la figlia, nonostante la malattia, è arrivata a questa scelta dopo aver visto un’isola di bottiglie nel mare che galleggiava, si è fermata a riflettere e ha cominciato a informarsi. Dal riscaldamento globale all’inquinamento, insomma i danni che combina l’uomo all’ambiente. L’uomo dovrebbe vivere sulla Terra garantendola per le future generazioni. Lasciare il pianeta come l’ha trovato e invece lo sfrutta, distrugge la biodiversità. Non lo dico io ma l’Onu”.
Attorno a noi la gente aumenta, tra chi vuole ascoltare e chi fa di tutto per attirare la sua attenzione per comprare i fiori di zucchina. “I giovanissimi stanno ragionando su questo e vedono il loro futuro compromesso, si stanno impegnando per far cambiare le abitudini ai loro genitori e a tutti quelli che vivono attorno a loro. A livello mondiale si fanno accordi ma nessuno stato li rispetta e quindi è come non farli. Invece i ragazzi hanno capito che se cambiamo ora i nostri comportamenti gli stati sono fregati.
Quando vieni al mio banco o nei banchi qui attorno, non sei un numero come nel supermercato dove forse scambi due parole in cassa ma solo perché devi pagare. Qui si chiacchiera, si parla di zucchine, ci si chiede come mai oggi i funghi sono così, cosa ho raccolto ieri, si scambiano idee, non si pensa all’euro, qui prima di tutto ci sono i rapporti umani”.
Lo saluto mentre continua a raccontare a clienti e passanti il suo punto di vista sul mondo, un punto di vista da contadino che legge e che forse, grazie al libro di Greta, ha preso coraggio per raccontare che così il mondo non ha nessun futuro. Gianni è un grande e le sue fragole sono buonissime.