Plastic-free: un tema destinato a durare anche nei prossimi anni
Nicola Neri, Amministatore Delegato di Ipsos Italia: "Qualche anno fa abbiamo sentito molto parlare dell'olio di palma. È stato un tema di cui se n'è parlato moltissimo in un tempo breve, che poi è andato a sgonfiarsi. Non credo che accadrà lo stesso per il tema plastica"
10 May, 2019
Forse è ancora presto per misurare gli effetti dell'onda "plastic-free" sul mercato e sulle abitudini dei consumatori. Tuttavia, questa onda, quanto andrà avanti e quali conseguenze avrà? È la domanda che abbiamo posto a Nicola Neri, Amministatore Delegato di Ipsos Italia a margine del convegno The third moment of truth: il packaging sostenibile è il nuovo tsunami?
Di seguito, pubblichiamo invece il comunicato stampa diffuso al termine del convegno:
Primo studio Ipsos dedicato al tema della plastica
ALLA VIGILIA DI NUOVA ERA PLASTIC FREE
- Negli ultimi 4 anni, +65% crescita di acquisizione di conoscenza qualificata sui temi ambientali da parte dei cittadini.
- Oltre 1 italiano su 3 pensa sia dovere delle aziende offrire risposte concrete per la riduzione dell’uso della plastica nelle confezioni dei prodotti venduti.
- Il 77% degli italiani ritiene che le aziende non stiano facendo abbastanza per la sostenibilità.
- Il 77% degli italiani considera la riduzione delle emissioni e l’impatto ambientale l’ambito più importante su cui si devono concentrare le politiche di responsabilità sociale delle aziende.
- Il packaging è ritenuto il primo fattore di sostenibilità su cui viene valutato un brand (dal 41% degli italiani).
- Il 53% degli italiani dichiara di acquistare prodotti realizzati con materiali riciclati.
Ipsos, società leader in Italia nei servizi di ricerca di mercato, durante il convegno “The third moment of truth: il packaging sostenibile è il nuovo tsunami?” presenta, per la prima volta, un dossier di dati interamente dedicato al tema della plastica realizzato grazie all’analisi di numerosi studi e indagini di mercato condotte dall’Istituto su tematiche quali CSR e sostenibilità ambientale. I dati di Ipsos misurano il grado di crescente consapevolezza delle persone sullo stato di salute del pianeta e delineano le aspettative dei consumatori nei confronti delle aziende in tema di impatto ambientale. Emerge con forza come il plastic-free rappresenti un’opportunità unica da cogliere e una scelta strategica per le aziende.
La nuova consapevolezza ambientale del cittadino
Ben l’80% degli italiani dichiara di avere il timore di essere alle soglie di un vero e proprio disastro ambientale. Una conseguenza a comportamenti e gesti quotidiani per i quali nessuno si sente assolto: il 74% della popolazione italiana pensa infatti di aver contribuito personalmente alle isole dei rifiuti negli oceani. “Oggi, l’emergenza ecologica non è più percepita come priorità solo per una élite, ma diviene problema vissuto dalla gran parte delle persone che se ne fanno carico attraverso, prima di tutto, un’acquisizione di conoscenza qualificata” commenta Andrea Alemanno, Ipsos Senior Client Officer che continua “Basti pesare che negli ultimi quattro anni l’attenzione e la volontà di apprendere nozioni specifiche in materia ambientale è cresciuta del 65%.”
Allarme plastica
Il 50% degli italiani pensa che sia un problema molto serio, mentre il 46% lo ritiene “solo” un problema, che esiste ma può essere risolto (per il 26%) oppure che esiste perché ora la plastica non è adeguatamente riciclata (per il 20% degli italiani). C’è, infine, solo l’1% che considera il dibattito sulla plastica frutto di allarmismi inutili e il 2% che non lo vive come preoccupazione (2%).
CSR: la sostenibilità ambientale premia le aziende
Il ruolo centrale attribuito alle aziende emerge in maniera chiara nell’analisi presentata da Ipsos. Alla domanda “Chi ha la responsabilità di trovare una soluzione per ridurre la quantità di materiale utilizzato nelle confezioni di prodotti venduti”, ben il 39% pensa sia dovere delle aziende che producono zapatillas adidas yeezy boost 380 baratas e vendono prodotti di largo consumo.
Significativo del nuovo modo di vivere il rapporto con il brand è il desiderio dichiarato dal 52% degli italiani di trovare marche che permettano loro di fare la differenza nel mondo. In quest’ottica, il ruolo delle politiche di responsabilità sociale delle imprese è determinante per accrescere il valore percepito del brand presso il suo pubblico di riferimento. Secondo Ipsos, tra gli ambiti ritenuti davvero molto importanti, spicca al primo posto proprio la riduzione delle emissioni e l’impatto ambientale (77% degli italiani). “Oggi l’azienda sostenibile viene ripagata in sostegno concreto dai consumatori. È questo il messaggio forte e chiaro che emerge dalla nostra analisi” spiega Nicola Neri Amministratore delegato di Ipsos Italia che continua, “il 68% dei cittadini italiani dichiara di essere disposto a pagare di più per un prodotto o servizio proveniente da un’azienda che attua politiche ambientali serie e rigorose; l’83% la consiglierebbe a chi è in cerca di lavoro, un ulteriore 83% sarebbe pronto ad affidarle i suoi risparmi o di investirvi del denaro e addirittura il 90% la sceglierebbe come fornitura di prodotti e servizi.
Il packaging sostenibile: direzione plastic free, nascono nuove opportunità.
Il packaging è ritenuto oggi il primo fattore di sostenibilità su cui viene valutato un brand. “Secondo gli italiani, un’azienda per essere considerata rispettosa dell’ambiente deve “Utilizzare materiali da imballaggio eco-sostenibili” (41%), “Ridurre al minimo gli scarti di produzione” (39%), “Ridurre l’imballaggio dei prodotti” (34%), “Essere molto efficiente riducendo gli sprechi di materiale” (33%)”,commenta Diego Persali direttore Divisione Marketing Understanding Ipsos.
Il nuovo “cittadino-consumatore” è pronto ad agire anche in prima persona quando l’imballaggio non è eco-sostenibile. Il 53% degli italiani dichiara di acquistare prodotti realizzati con materiali riciclati, il 48% di fare riutilizzo degli articoli monouso, il 41% di smettere di acquistare beni con imballaggi non riciclabili e il 24 % di smettere di andare nei negozi che usano molti imballaggi non riciclabili.