Grandi eventi e gestione rifiuti: la parola alla Cooperativa Erica
Luigi Bosio, presidente Coop Erica: "Nel trattare gli eventi il nostro punto di partenza è la prevenzione, laddove è possibile. Occorre avere un approccio pragmatico. Occorre tenere in conto diversi aspetti nella sostenibilità di un evento, capendo quali sono i limiti e le conseguenze di ogni scelta"
14 June, 2019
La plastica ed in
particolare il monouso, è uno dei temi del momento. Il testo della
direttiva SUP è appena stato pubblicato in Gazzetta europea. I
grandi eventi sono certamente una situazione dove c'è un forte
consumo di questi prodotti. Quali sono le soluzioni pratiche da
adottare per poter svolgere un evento gestendo in modo virtuoso e
razionale i materiali e i rifiuti?
Nel trattare gli eventi, come cooperativa Erica, il nostro punto di partenza è la prevenzione, laddove è possibile. Occorre avere un approccio pragmatico. Occorre tenere in conto diversi aspetti nella sostenibilità di un evento, capendo quali sono i limiti e le conseguenze di ogni scelta.
Vi porto l'esempio più recente del Jova Beach Party 2019, di cui la cooperativa Erica è partner.
Il miglior rifiuto è
sicuramente quello non prodotto. Occorre quindi partire eliminando i
prodotti che non servono, spogliando l'evento di oggetti superflui: è
il caso ad esempio di molti gadget. Occorre ripensare come avviene
con l'eco-design del packaging alimentare. La brochure, ad esempio, è
un elemento ormai superato anche dal punto di vista comunicativo.
Perché dare un pezzo di carta che finisce presto nel cestino? Per
l'evento di Jovanotti, ad esempio, abbiamo pensato a dei gadget
durevoli.
Eliminato il superfluo, si passa alla parte “inevitabile”, cercando di gestirla nella
maniera più eco-sostenibile possibile. Prima cosa occorre analizzare
il materiale. Se un materiale è biodegradabile compostabile, meglio.
Se è in plastica, meglio un monomero (non materiali complessi
composti da più plastiche) al fine di massimizzarne il riciclo.
Certamente non sceglieremo, ad esempio, delle vaschette multi-layer
che non vengono riciclate, ma contenitori in PET che possono
diventare nuovamente qualcosa.
Concentrandoci sulla parte alimentare degli eventi, che rappresenta certamente un aspetto critico dell'organizzazione, quali sono i suggerimenti?
Oltre al peso di questa parte, l'aspetto critico riguarda i volumi dei rifiuti prodotti. E' evidente che ad oggi la soluzione migliore laddove possibile è quella del materiale biodegradabile compostabile. Sottolineo laddove, perché occorre tener conto del contesto e della presenza di impianti in grado di ricevere e trattare questi materiali. Altrimenti rischiano di mandare in giro questi rifiuti alla ricerca di una destinazione idonea. Occorre infatti pensare che la progettazione di un evento non si inserisce in un sistema chiuso, bensì in una filiera aperta che va completata.
Sulle bioplastiche,
inoltre, c'è l'aspetto della loro riconoscibilità che va tenuto in
considerazione, cosa di cui abbiamo tenuto conto al Jova Beach Party. Tanti eventi magari hanno i bicchieri in Pla, ma non sono facilmente riconoscibile e sono in grado di riconoscere i
simboli impressi sul fondo del bicchiere. Abbiamo quindi voluto rendere
riconoscibile questo aspetto scrivendo su tutti i bicchieri “sono
compostabile, vado nell'organico”. Sembra banale, ma i materiali
compostabili non raccontano ancora bene la loro storia e tante volte
vengono confusi. I materiali possono invece essere veicoli di
messaggi su loro stessi e sulla sostenibilità dell'evento.
Nel campo eventi e rifiuti, Eco dalle Città ha
avuto un'esperienza diretta in occasione delle ultime due edizioni di
Salone del Gusto Terra Madre con il presidio delle isole ecologiche:
in base alla vostra esperienza, quant'è importante una presenza di
questo tipo?
Il presidio durante gli
eventi è fondamentale. È un elemento imprescindibile. Noi l'abbiamo
sostenuto fin dall'inizio. Siamo stati noi a progettare il Salone del
Gusto di qualche anno fa. L'isola ecologica presidiata è un tassello
fondamentale sulla progettazione sostenibile degli eventi. La gente
non è abituata a preoccuparsi di come
separare i rifiuti ad un evento. Magari lo fa a casa propria. Ma quando arriva ad
un evento non ha la stessa attenzione.
Come sono organizzate le isole ecologiche al Jova Beach Party?
Abbiamo una raccolta a
sei contenitori. Per quanto riguarda la plastica abbiamo due
contenitori: uno dedicato alle bottigliette, un altro alle plastiche
miste. Poi abbiamo contenitori per i metalli, organico, carta e
rifiuto residuo. Tutte le isole sono presidiate da due persone che
danno indicazioni sulla separazione dei rifiuti.
Come mai la scelta di separare anche le bottiglie in PET?
In questo modo, su numeri
importanti, i comuni riescono a massimizzare i corrispettivi evitando
processi di pre-trattamento dei materiali.
E invece il vuoto a rendere per contenitori o bicchieri è una possibilità che avete valutato?
Dipende molto dalla grandezza dell'evento. C'è una soglia oltre la quale non conviene. Abbiamo fatto simulazione per valutare la possibilità di avere bicchieri riutilizzabili al Jova Beach Party. Il problema ad un certo punto diventava quello dei costi e della loro distribuzione. Su eventi medi (5 – 10 mila persone) può funzionare bene: si riesce ad equilibrare i diversi aspetti. Su grandi eventi, invece, aumenta anche la percentuale di dispersione degli stessi.