Comuni Ricicloni XXVI edizione: sono 547 i 'Comuni Rifiuti Free', il Nord-Est guida ancora la classifica
Questo il dato principale di Comuni Ricicloni 2019, l’indagine presentata a Roma a conclusione della seconda giornata dell’EcoForum sull’Economia circolare dei rifiuti, organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club
27 June, 2019
Il 77% dei comuni Rifiuti Free (pari a 421) si trova al Nord, l’8% (pari a 42) al Centro e il 15% (84) al Sud, confermando una situazione abbastanza stabile e senza variazioni significative soprattutto nelle regioni del centro-sud Italia.
Tra i capoluoghi di provincia sono solo 3 le città che rientrano nei parametri dei Comuni Rifiuti Free: Treviso, Pordenone e Belluno. Tra i Comuni non capoluogo più grandi ci sono invece Carpi (71mila abitanti) ed Empoli (53mila abitanti).
Questi i numeri principali di Comuni Ricicloni 2019, l’indagine presentata oggi giovedì 27 giugno a Roma, a conclusione della seconda giornata dell’EcoForum sull’Economia circolare dei rifiuti, organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club. Alla presentazione hanno partecipato: Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente, Luca Briziarelli, Vicepresidente Commissione Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Stefano Ciafani, Presidente Legambiente, Paola Nugnes, Commissione Ambiente Senato della Repubblica, Massimiliano Valeriani, Assessore Ciclo dei Rifiuti Regione Lazio, Laura Brambilla, Responsabile nazionale Premio Comuni Ricicloni, Consorzi, Imprese e Amministrazioni dei Comuni Rifiuti Free.
Nel complesso in Italia la produzione dei rifiuti rimane ancora alta, con 487 kg/ab/anno e se la raccolta differenziata intercetta, mediamente a livello nazionale, oltre la metà dei rifiuti prodotti con il 55,5% (dato ISPRA 2017), si registra ancora un forte divario tra Nord (66%), Sud (42%) e Centro Italia (52%). Ai primi posti troviamo il Veneto (74%), il Trentino Alto Adige (72%), la Lombardia (70%) e il Friuli Venezia Giulia (65,5%). Rovesciando la classifica troviamo invece Calabria e Puglia al 40%, il Molise al 31% e la Sicilia in coda col 22% ma con due eccellenze, Ragusa e Agrigento, col 70% di raccolta differenziata.
“La raccolta differenziata non è che il primo passo propedeutico, ma non sufficiente, per superare i vecchi sistemi di smaltimento – ha dichiarato il Direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti -. Gestione efficace e ben organizzata, raccolta porta a porta, politiche di prevenzione, tariffazione adeguata per disincentivare la produzione dei rifiuti e aumentare la qualità dei diversi materiali raccolti, sono gli ingredienti fondamentali. Ma perché gli sforzi, l’impegno e gli importanti risultati dei Comuni Rifiuti Free siano ripagati, occorre lavorare altrettanto alacremente sulla chiusura del ciclo, sul riciclo e sull’utilizzo della materia prima seconda che ne deriva”.
Nel dossier i dati accorpati per consorzio, indicano ai primi posti quelli al di sotto dei 100mila abitanti, con una novità rispetto agli anni scorsi. Il primo a classificarsi infatti, viene dalla Sardegna ed è la Comunità montana Gennargentu Mandrolisai (11 Comuni per un totale di 14.351 abitanti) che precede i due consorzi trentini Amnu Spa e Asia (Azienda Speciale per l’Igiene Ambientale). Per quanto riguarda i consorzi più grandi, quelli sopra i 100mila abitanti, sul podio troviamo al primo posto il Consiglio di Bacino Sinistra Piave (TV), al secondo il Consorzio di Bacino Priula (TV) e al terzo il Consorzio dell’Emilia Romagna Aimag Spa (MO), che raccoglie quasi tutti i Comuni Rifiuti Free dell’Emilia Romagna. Rimanendo sempre sul territorio regionale vale la pena sottolineare l’importante risultato di Alea, azienda in house providing che riunisce 13 Comuni del forlivese per 183mila abitanti: in poco più di un anno ha raggiunto l’80% di raccolta differenziata, ridotto del 35% il rifiuto prodotto e soprattutto eliminato 50mila tonnellate di secco destinate all’inceneritore.
“Serve una normativa a supporto della rivoluzione circolare. Occorre definire subito i criteri end of waste per rimettere in circolo la materia prima seconda e attuare le norme già esistenti, come ad esempio quanto previsto dalla normativa sul GPP (Green Public Procurement), i cui obblighi sono spesso disattesi – ha continuato Zampetti -. La vera sfida consiste nel creare una rete virtuosa che dalla produzione arrivi fino al recupero di materia e alla restituzione della materia prima seconda. In questo ciclo le Amministrazioni comunali, regionali e centrali hanno un ruolo importantissimo, come testimonia questo rapporto, indicando le tante esperienze positive che possono fare sempre più da traino in un percorso ancora lungo ma ormai ben delineato”.