Toscana, dalla Regione soluzioni alternative all’inceneritore di Case Passerini ma spunta la ‘bioraffineria’ di Eni
Rossi: “Opzione con Eni da allargare a tutta la Toscana e differenziata all’80% nel 2030”. L’assessore Fratoni: “Rivoluzione sostenibile, presto proposta di legge per Ato unico”
25 July, 2019
“La
filosofia è di traguardare fino al 2030 la raccolta differenziata
all’80 per cento, il riuso e il riciclaggio come scelta
fondamentale
e questo significa dotarci di una serie di sistemi di trasformazione
e selezione dei rifiuti. La prospettazione che presentiamo oggi è
realistica, seria, assolutamente credibile”, dice il presidente
della Toscana Enrico
Rossi,
rivolto
all’Aula.
Si
è tenuta nel
pomeriggio di
martedì
23 luglio, la comunicazione della Giunta regionale in merito alla
nuova
politica regionale sui rifiuti in Toscana
“in una logica di economia circolare”. La nuova legge sulla
governance del servizio integrato dei rifiuti in Toscana sarà pronta
entro l’anno e sancirà il definitivo superamento di Case
Passerini, peraltro già previsto nella proposta di modifica del
Piano rifiuti e bonifiche. Il
governo dei flussi di Toscana Centro avrà “soluzioni alternative”
al termovalorizzatore della Piana.
L’impianto sparisce, in nome di un prossimo futuro basato su tre
idee chiave: economia circolare, più raccolta differenziata e
rifiuto inteso come ‘giacimento’ da valorizzare. Entra,
invece, la bioraffineria di Stagno,
a Livorno, nella sede Eni. Sulla piattaforma di trasformazione, senza
emissioni nocive, del combustibile
solido secondario ricavato dai rifiuti urbani e dalle plastiche,
la Regione ha già siglato un protocollo con Alia, gestore unico dei
rifiuti nell’area Ato Toscana Centro, ed Eni.
Una
“conversione ecologica, una rivoluzione sostenibile”, così la
definisce in Aula l’assessore regionale all’ambiente Federica
Fratoni.
“Siamo tradizionalmente abituati a pensare a una certa attività di
pianificazione – dice –. L’esercizio nel quale ci misureremo
nei prossimi mesi è la definizione di una moderna strategia, secondo
quelli che in Europa sono chiamati piani di azione, finalizzata ai
principi dell’economia circolare”. Il presupposto riguarda “la
necessità di modificare radicalmente una impostazione culturale per
una evoluzione positiva e sostenibile del modello di sviluppo che
conosciamo”. Una “rivoluzione” che ha due implicazioni
fondamentali, “rende più forte l’economia, più competitivo il
sistema produttivo, e ha un impatto positivo sul clima, perché
riduce le emissioni” e che si può realizzare se c’è la capacità
di “mettere in campo strumenti e politiche innovativi e moderni,
per connetterci con le sfide che le nuove generazioni ci chiedono di
intraprendere e di affrontare con determinazione”.
Aumentare
la raccolta differenziata con l’obiettivo di arrivare all’80 per
cento nel 2030
e con un traguardo intermedio nel 2025. Obiettivo raggiungibile,
sostiene Fratoni, “secondo un incremento di circa il 2,5 per cento
l’anno” e conferma il presidente Rossi: “Possiamo arrivare fino
all’85 per cento”. Oggi nel complesso la Toscana è al 53,88 per
cento: “Sulla differenziata non stiamo andando bene, al momento
siamo nella media italiana, facciamo un po’ schifo”, commenta il
presidente. Il restante 20 per cento sarà suddiviso tra un 10 per
cento destinato alla discarica e una quota tra il 6 e il 10 per cento
destinato alla termovalorizzazione. Si attenua e si supera anche il
divario tra i rifiuti urbani e i rifiuti speciali, spiega ancora
l’assessore Fratoni: “In Toscana sono circa 2milioni e 250mila
tonnellate l’anno i primi, quattro-cinque volte di più gli
speciali”.
La
produzione dal rifiuto differenziato di combustibile solido
secondario (Css), che già oggi ha vari impieghi, rappresenta
un’alternativa alla termovalorizzazione.
L’opzione messa in campo dalla Regione con Eni risponde a questi
criteri e ha permesso di definire la modifica del piano che presto
sarà all’esame del Consiglio regionale. “Eni ci assicura che
sarà ad emissioni zero – spiega Enrico Rossi –. È una
iniziativa che non deve restare riservata alla zona centro, ma
dovrebbe interessare tutta la Toscana”.
Per fare questo
“abbiamo bisogno di un’unica autorità regionale di regolazione:
ci impegneremo a portare in Consiglio la proposta di legge sul
cosiddetto Ato unico”, spiega ancora Fratoni. “Su questo il
Consiglio potrà dare una grande mano, se si andrà a chiudere la
legislatura con la definizione di un elemento di governo unico a
livello regionale”, avverte il presidente. Si tratta di una scelta
che va nella “direzione di una svolta ambientalista” che è
sospinta da “una volontà fortissima, una volontà collettiva che
c’è oggi nell’opinione pubblica”, nei confronti della quale
“rischiamo di trovare la società e i privati più avanti di noi”,
sostiene Rossi, e che risponde a un “mutamento culturale che stiamo
vivendo tutti”. Una “rivoluzione”, aggiunge, “che costa meno
di nuovi inceneritori”.