Scuola, Cassazione accoglie ricorso del Comune di Torino: no al panino da casa. I genitori: 'Palazzo Civico incompetente, stia al suo posto'
Duro post su facebook dell'avvocato Giorgio Vecchione, legale del comitato Caro Mensa, che aveva sollevato il caso nel 2016. Ecco le sue parole
31 July, 2019
Non esiste un "diritto soggettivo" a mangiare il panino portato da casa "nell'orario della mensa e nei locali scolastici" e la gestione del servizio di refezione è rimesso "all'autonomia organizzativa" delle scuole. Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune di Torino, ribaltando una pronuncia favorevole ai genitori degli alunni che preferivano alla mensa il pasto portato da casa. "Alla luce del nuovo pronunciamento delle Sezioni Unite, l'Amministrazione procederà a supportare le famiglie e le scuole nelle prossime delicate fasi organizzative che conseguono al suddetto pronunciamento", commenta l'assessora all'Istruzione della Città di Torino, Antonietta Di Martino.
E proprio a Di Martino è rivolta la prima reazione dell'avvocato Giorgio Vecchione, legale del comitato Caro Mensa, che aveva sollevato il caso nel 2016. Ecco le sue parole su facebook:
Il primo post successivo alla sentenza lo dedichiamo all'assessore Antonietta Di Martino che, come potete leggere nel trafiletto, ha già perso l'occasione di ricordare a noi ed a se stessa quanto l'amministrazione comunale sia assolutamente incompetente a decidere ed influire sulle scelte riservate all'autonomia scolastica (consiglio di stato n. 5156/18). Ringraziamo quindi sentitamente l'assessore per la vicinanza alle famiglie (!!!) ma dissentiamo fermamente dal fatto che la reiscrizione al servizio mensa sia l'unica possibilità.
Osserviamo, peraltro, con quanta ipocrisia il Comune di Torino riconosca il valore educativo del tempo mensa e la sua importanza, ma al tempo stesso inviti calorosamente i bambini ad abbandonare locali scolastici se non intendono fruire dello sgradito Servizio Pubblico. Fa anche sorridere la considerazione dell'assessore secondo la quale noi famiglie potremmo partecipare attivamente nella scelta dell'appaltatore del servizio pubblico e nell'elaborazione delle tipologie di pasti. Fino a prova contraria l''unica cosa che abbiamo potuto fare è stata quella di segnalare all'ANAC l'illegittimità del nuovo appalto firmato Patti e di vederci accogliere tutte le nostre considerazioni.
Quindi, da domani, con tutto il rispetto per l'amministrazione comunale, la trattativa dovrà intercorrere direttamente tra le famiglie e le dirigenze scolastiche, ciò al fine di individuare quella soluzione che consenta, come scrive anche la corte di cassazione, di realizzare bilanciamento dei diversi interessi. Sarà poi eventualmente il giudice amministrativo a stabilire se le scelte dei dirigenti - ove rispondenti ai desiderata del comune - sono o meno rispettosi della legge.
QUINDI, CARO COMUNE.... STAI AL TUO POSTO!!!!
A TUTTI I GENITORI CHE HANNO SCELTO IL PASTO DA CASA IN QUESTI ULTIMI TRE ANNI.
Un secondo post invece è dedicato alle famiglie:
Questo post invece è dedicato a tutti i genitori i cui figli, nel corso degli anni passati, hanno regolarmente esercitato il diritto al pasto domestico nelle scuole in cui la materia è stata regolamentata e disciplinata. Come scrive anche la Corte di Cassazione, il diritto al pasto da casa non è un diritto assoluto ma è un diritto sociale all'istruzione condizionato alle scelte (che devono essere legittime) dei dirigenti scolastici chiamati a ricercare soluzioni che realizzino un bilanciamento dei contrapposti interessi. Visto che la coesistenza del pasto da casa con il servizio comunale è stata per tre anni gestita serenamente in tutte le scuole della città, non esistono ragioni logiche e giuridiche per fare un passo indietro. Quindi come genitori dovete pretendere il mantenimento della stessa organizzazione del tempo mensa. Diversamente, qualora le amministrazioni dovessero fare delle scelte diverse, dovranno assumere dei provvedimenti da adottarsi in consiglio di istituto.
Se ciò dovesse accadere, mandateci immediatamente i provvedimenti assunti dall'amministrazione scolastica, fateli vedere ad un avvocato, perché si dovrà valutare la possibilità di impugnare i medesimi innanzi al giudice amministrativo.
ADESSO, GENITORI, È IL VOSTRO TURNO.
Vedete di trovarvi e unirvi per eventualmente contrastare, anche giudizialmente, le illegittime scelte delle dirigenze scolastiche che vi privano del diritto senza alcuna valutazione comparativa dei diversi interessi che, solo apparentemente, confliggono l'uno con l'altro.
NON MOLLATE.
TUTTI ASSIEME POSSIAMO FARCELA.