'Troppa dipendenza dall'incenerimento', gli Stati del Nord Europa si bacchettano da soli sulla gestione rifiuti
Una recente ricerca commissionata dal Consiglio Nordico dei Ministri di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, indica come i paesi non siano esattamente sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riciclo richiesti dall'Unione Europea a causa della loro eccessiva dipendenza dall'incenerimento
04 September, 2019
Nel dibattito sulla necessità di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti in Italia, uno degli argomenti più utilizzati dai sostenitori dell’incenerimento, che siano rappresentanti politici, addetti ai lavori, oppure organi di stampa, c’è quasi sempre quello del Nord Europa virtuoso. Argomento che suona più o meno così: "Nei paesi scandinavi gli inceneritori ci sono e sono perfettamente compatibili con la raccolta differenziata e il riciclo. E soprattutto hanno permesso di eliminare le discariche. Solo in Italia bruciare i rifiuti è diventato un tabù".
Chi critica l’incenerimento, sostenendo piuttosto la necessità di politiche improntate alla massimizzazione del riciclo e di impianti adatti allo scopo, come per altro dice da sempre il ministro Segio Costa appena riconfermato, non solo viene accusato di ignorare le emergenze rifiuti del paese. Viene anche incolpato di opporsi ottusamente alla strategia illuminata del Nord Europa, dove secondo le cronache monocromatiche dei grandi media si progettano inceneritori su cui si può addirittura sciare, senza che però vengano svelati i retroscena di simili operazioni.
Tuttavia questa narrazione sta entrando sempre più in crisi. Una nuova ricerca realizzata dalla società di consulenza sui rifiuti Eunomia, indica come i paesi nordici non siano esattamente sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riciclo richiesti dall'Unione Europea e questo proprio a causa della loro eccessiva dipendenza dall'incenerimento. Lo studio, commissionato per altro dal Consiglio Nordico dei Ministri, ente di cooperazione economica e sociale tra i governi di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, ha osservato un "disallineamento tra l'attuale infrastruttura dedicata ai rifiuti e l'infrastruttura necessaria a soddisfare sia le ambizioni di riciclo delineate nelle strategie nazionali, che gli obiettivi dell’Unione Europea".
Gli stati membri dell'UE sono tenuti a riciclare il 65% dei loro rifiuti entro il 2035, il che richiederà "cambiamenti molto significativi" nelle nazioni del nord, sostiene il rapporto, che attualmente si trovano tra i 16 ei 32 punti percentuali al di sotto dell'obiettivo. Finlandia, Islanda e Norvegia in realtà sono ben lontane dal raggiungere anche l'obiettivo del 50% di riciclo entro il 2020.
Il grafico mostra che da diversi anni i tassi di riciclo in tali Paesi mostrano una sostanziale stagnazione, come se avessero raggiunto un asintoto, proprio mentre altri Paesi europei, inclusa l'Italia, li hanno sopravanzati, e mentre la Slovenia veleggia ormai verso il 70% di raccolta differenziata
Il rapporto chiede un vero e proprio cambiamento di rotta nell'economia dei rifiuti urbani in tutta la regione, che renda il riciclo l'opzione economicamente più vantaggiosa oppure assolutamente obbligatoria.
Altre misure proposte nella relazione includono:
- Un "notevole aumento" della raccolta porta a porta di materiali riciclabili e rifiuti organici;
- Maggiore capacità di selezione per rifiuti misti;
- Aumento delle tasse o divieti sui materiali riciclabili o sui rifiuti organici che devono essere inceneriti;
- La possibile introduzione di sistemi "pay-as-you-throw" per incoraggiare le persone a non scartare i materiali riciclabili nei rifiuti destinati all'incenerimento.
Alcune misure hanno già dato discreti risultati in termini di aumento del riciclo, come il vuoto a rendere sui contenitori in metallo, la responsabilità estesa del produttore e il divieto di discarica di rifiuti che possono essere inceneriti o compostati. In Finlandia, inoltre, il precedente governo si è impegnato ad introdurre una nuova legislazione per raggiungere gli obiettivi UE entro l'autunno del 2019, sulla base delle raccomandazioni della Commissione europea formulate nel 2018. In definitiva il ruolo dell'incenerimento dei rifiuti dev'essere ridefinito per garantire che gli aumenti del riciclo e del riutilizzo non siano ostacolati e che siano evitate le sovraccapacità per il trattamento dei rifiuti residui .
"È bello vedere la regione focalizzata su come può apportare cambiamenti per muoversi verso un'economia veramente circolare", ha affermato Camilla Durrant, consulente senior di Eunomia. "Sembra un momento ideale per accelerare con la cooperazione e la collaborazione in questo settore."
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