Unirima: 'Crollo del mercato della carta da macero. Il grido di allarme delle imprese del settore'
L'Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri torna a suonare il campanello d'allarme per la situazione del mercato. On line la nota stampa Unirima
08 September, 2019
Il riciclo della carta rappresenta uno dei principali cardini dell’economia circolare italiana ed europea con tassi di riciclaggio elevatissimi, ma quello che sta succedendo negli ultimi anni sta mettendo in forte crisi il settore.
Agli impianti di recupero/riciclo - circa 600 stabilimenti in tutta Italia- vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni (rifiuti urbani) che da attività commerciali, artigianali, industriali e terziarie (rifiuti speciali).
La capillarità di tali impianti su tutto il territorio nazionale è una peculiarità di questa storica filiera e quindi garanzia di efficienza, concorrenzialità e presenza infrastrutturale. Un sistema impiantistico diffuso e aperto alla concorrenza con una capacità di trattamento superiore all’offerta. Da tali impianti escono circa circa 6,6 milioni di tonnellate di Materia Prima Secondaria conforme alle norme di settore (c.d. “carta da macero”). Di questo materiale 4,7 milioni di tonnellate vanno alle cartiere italiane, il resto, pari a circa 1,9 milioni di tons, viene esportate prevalentemente nel sud-est asiatico. L’Italia, da circa 10 anni, è un esportatore netto di quei quantitativi di carta da macero (Materia Prima Secondaria) che nel sistema economico nazionale rappresentano un “surplus pari a 1,5 milioni di tons nel 2018. L’export è quindi un elemento fondamentale dell’intera filiera, senza il sistema non sarebbe mai decollato e se si arresta si rischia il corto circuito.
Il valore della carta da macero ha raggiunto minimi storici, un crollo dei prezzi incessante da agosto 2017 che si è accentuato ancora di più nel 2019. Il grafico sottostante riporta l’andamento del prezzo medio del cartone di tipologia 1.04.02 (Materia Prima per cartiera, prezzi franco acquirente) con un crollo da gennaio a agosto di circa il 41%.
Il
trend negativo dei prezzi è connesso ai cambiamenti dello scenario
internazionale intervenuti dopo le restrizioni imposte dalla Cina a
luglio 2017 e dalla guerra commerciale fra Cina e USA.
La Cina era il primo importatore di carta da macero mondiale con circa 30 milioni di tonnellate e principale mercato europeo (circa 8 milioni di tons) e italiano (nel 2017 andava in Cina circa il 44% della nostra carta da macero). Nel 2019 la previsione di export mondiale verso la Cina è circa 12 milioni di tonnellate. I principali esportatori verso la Cina sono sempre stati gli USA e anche il Regno Unito. Pertanto le diatribe commerciali Cina/USA hanno impattato notevolmente sulla situazione poiché il materiale americano è stato dirottato su altri mercati, compreso quello europeo ed italiano (import di carta +16%) determinando un surplus di carta su mercati già saturi ed un conseguente un affossamento delle quotazioni della carta da macero. Nel 2018 in Europa si sono raccolte circa 56,5 milioni di tonnellate di carta a fronte di un utilizzo di circa 48,5 milioni di tonnellate di carta recuperata, di conseguenza esiste un divario tra domanda e offerta di +8 milioni di tonnellate in termini di eccesso di offerta di carta da macero in Europa. Questa offerta in eccesso di carta da macero è strutturale che dura da più di dieci anni. Pertanto l’arrivo di materiale proveniente dagli USA in EU - come in altri Paese - ha contribuito ad accentuare il divario domanda- offerta e conseguentemente le quotazioni della carta da macero.
A tutto ciò si aggiungono anche nuove politiche di altri Stati del sud-est asiatico, Indonesia in primis, più propense ad accettare la carta made in USA malgrado la qualità elevata della nostra carta da macero.
Il problema è quindi di portata globale, negli Stati Uniti, nonostante la ricerca di nuovi mercati per la carta, alcune municipalità hanno deciso di interrompere le raccolte differenziate e ripristinare lo smaltimento di tutti i materiali raccolti perché economicamente più sostenibile rispetto al ciclo della raccolta, valorizzazione e recupero dei materiali.
La situazione europea è ben evidenziata nella recente dichiarazione di ERPA, il settore della della carta di EuRIC (European Recycling Industries’ Confederation), la confederazione europee che rappresenta oltre 5.500 imprese del settore.
Le conseguenti ripercussioni sul nostro settore di questi mutamenti del mercato internazionale sono pesantissime ed il numero di imprese operanti nelle attività di recupero/riciclo carta che versano attualmente in una situazione di crisi è crescente. Per decenni le nostre imprese hanno creato valore dalle attività di recupero/riciclo carta e questo valore è stato distribuito nella filiera, fino al produttore del rifiuto. Oggi però, proprio quando si parla tanto di Economia Circolare e le direttive europee finalmente ne tengono conto, si assiste a notevole deprezzamento della carta da macero. L'industria europea del recupero/riciclo non può più sopportare tali condizioni di mercato per un terzo anno consecutivo a cui si aggiungono barriere normative. In attesa dell’incremento delle capacità annunciate dal settore cartiere, visto lo sviluppo notevole delle raccolta differenziata finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di riciclo fissati dalle nuove direttive europee urgono interventi urgenti e rapidi volti a fermare l'applicazione di restrizioni commerciali basate su criteri discriminatori e sproporzionati per ripristinare un accesso libero ed equo ai mercati internazionali necessario per bilanciare domanda e offerta, emanare in tempi rapidi i decreti end of waste in linea con le norme EN 643, incentivare l’Eco-design favorendo l’uso di prodotti con materiali da riciclo rispetto a quelli da materia prima vergine e contestualmente ridurre notevolmente l’uso di beni non riciclabili.
Questo è il nostro ennesimo comunicato stampa, che si aggiunge a quello di ERPA/EuRIC che ci rappresenta a livello europeo e delle associazioni di categoria di altri Stati membri. Il grido di allarme delle imprese del settore è chiaro ed esplicito ora attendiamo gli interventi delle istituzioni e della politica.