Quanto è circolare l’UE? Eurostat pubblica le percentuali sullo stato dell’economia circolare nei singoli paesi
Pubblicato il quadro sul monitoraggio dello stato dell’economia circolare con il calcolo del tasso di utilizzo dei materiali recuperati e reimmessi nell’economia. La media europea è dell’11,7%, l’Italia raggiunge il 17,1% ed è quinta. Primi i Paesi Bassi
19 September, 2019
di Tiziana Giacalone
Il tasso di circolarità dell’Unione Europea cresce lentamente: siamo passati dall’8,3% del 2004 all’11,7% del 2016. Lo si evince dal quadro pubblicato ieri mercoledì 18 settembre dall’Eurostat dall’Eurostat sul monitoraggio dello stato dell’economia circolare, con il calcolo del tasso di utilizzo dei materiali recuperati e reimmessi nell’economia; misurazioni che consentono di valutare se le politiche esistenti nell’UE e negli Stati membri sono utili per raggiungere gli obiettivi delineati già nel Piano d’azione per l’economia circolare del 2015.
Il recupero dei materiali, la riduzione della produzione di rifiuti e dell’estrazione delle materie prime primarie rappresentano un contributo essenziale per la transizione verso un sistema sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Sono tappe obbligate per lo sviluppo dell’economia circolare i cui flussi sono stati monitorati dall’Istituto europeo di statistica attraverso l’indicatore denominato “tasso di utilizzo del materiale circolare” e sulla base delle statistiche compilate dai singoli Stati membri. In media nell’UE solo l’11,7% delle risorse materiali utilizzate proviene da prodotti riciclati e materiali di recupero. Il tasso di circolarità più alto si registra nei Paesi Bassi con il 29,0% mentre l’Italia, subito dopo il Regno Unito, è il quinto paese e precede di due posizioni la Germania che ha una circolarità dell’11,4%; chiude la Grecia con l’1,3%.
Secondo l’Eurostat le differenze nelle percentuali sono dovute alla quantità dei materiali riciclati ma anche a fattori strutturali nelle economie nazionali come le importazioni e le estrazioni di materiali.