End of waste, Ciafani promuove l'emendamento: 'Dobbiamo esserne felici, è un grandissimo passo in avanti'
Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, che ha fornito un apporto decisivo per giungere all’accordo annunciato il 4 ottobre, difende fortemente il provvedimento sull'economia circolare. Ecco che cosa ci ha detto
07 October, 2019
Ciafani condivide le criticità messe in luce dalle imprese e da alcuni enti locali che parlano di troppe scartoffie e troppa burocrazia?
No non le condivido. Per noi non bisogna parlare di un bicchiere mezzo vuoto ma di un bicchiere mezzo pieno, anzi pieno oltre la metà. Il mondo dell’economia circolare italiana dev’essere felice perché con questa norma finalmente si reintroduce l’end of waste caso per caso e questo permette di sbloccare il disastro causato dalla discutibile sentenza del Consiglio di Stato, che era stata a sua volta peggiorata in maniera pessima dal decreto Sblocca Cantieri. Un decreto che non solo non aiutava il riciclo futuro ma bloccava anche il riciclo attuale. Con questo emendamento il problema si risolve. Le regioni possono tornare ad autorizzare e questo permette di evitare autogol, come quello della provincia di Brescia che aveva avviato il ritiro delle autorizzazioni al recupero dei rifiuti di 120 imprese. Meno male che è intervenuta la Regione Lombardia.
Il percorso per arrivare all’emendamento è stato molto lungo e accidentato.
Sì, la norma è frutto di un lavoro davvero molto faticoso che ha visto collaborare insieme l’industria del riciclo, le principali associazioni ambientaliste e anche gran parte della maggioranza in Parlamento che ha prevalso su quella micro-minoranza che vuole sempre complicare le cose, di fatto bloccando l’economia circolare del paese. Ho partecipato personalmente all’audizione in commissione ambiente della Camera dove ho avuto un botta e risposta con l’onorevole Zolezzi del movimento 5 stelle, le cui posizioni fortunatamente non hanno prevalso e si è arrivati all’accordo.
L’emendamento non è perfetto, ci sono alcune cose che potevano essere scritte in maniera più semplice, è vero, ma è un grandissimo passo in avanti rispetto alla tempesta del Consiglio di Stato e dello Sblocca Cantieri. Questo va detto con grande forza perché sennò non riusciamo a gioire per i risultati ottenuti con un lavoro molto molto complicato di tessitura tra le istituzioni e i soggetti esterni che si sono battuti tanto per sostenere la filiera del riciclo in Italia.
Nessun eccesso di controllo da parte di Roma sugli enti locali né tantomeno sulle imprese del nord quindi…
Questo sul centralismo di Roma è un allarme che non condivido per nulla, perché la norma restituisce alle regioni la competenza per dare autorizzazioni caso per caso. Ci mancherebbe altro che a livello nazionale non ci sia un controllo. L’emendamento prevede l’istituzione di un registro nazionale presso il ministero dell’ambiente che permette di verificare se le autorizzazioni date dalle regioni sono coerenti con la normativa europea. E vengono altresì previsti dei controlli ispettivi, quindi non solo sulla carta come fa il ministero, con visita agli impianti da parte di Ispra e delle Arpa.
Quello che dobbiamo fare è combattere due estremismi, quello di chi vuole fare le cose senza essere controllato e di chi vuole riempire la norma di talmente tanti lacci e lacciuoli che rischiano di far chiudere le imprese pubbliche e private che praticano l’economia circolare in Italia. Di questi due estremismi il paese fa volentieri a meno.