In Italia la transizione energetica non decolla e i prezzi per le famiglie aumentano più che in Ue
Ad affermarlo è l’Analisi del sistema energetico italiano diffusa oggi dall’ENEA che per i primi sei mesi dell’anno evidenzia un peggioramento (-5%) dell’indice ENEA-ISPRED che ‘misura’ la transizione energetica sulla base dei prezzi dell’energia, della decarbonizzazione e della sicurezza nel sistema energetico nazionale
22 October, 2019
La transizione energetica, in Italia, sta attraversando una fase di stallo, principalmente a causa della mancata diminuzione delle emissioni di gas serra, del rallentamento nella produzione da fonti rinnovabili e dell’andamento dei prezzi che, nell’insieme, rimangono superiori alla media Ue. Ad affermarlo è l’Analisi del sistema energetico italiano diffusa oggi dall’ENEA (link in fondo) che per i primi sei mesi dell’anno evidenzia un peggioramento (-5%) dell’indice ENEA-ISPRED che ‘misura’ la transizione energetica sulla base dei prezzi dell’energia, della decarbonizzazione e della sicurezza nel sistema energetico nazionale. “Di queste tre variabili dell’indice solo la sicurezza ha segnato un andamento positivo (+5%) soprattutto grazie all’ampia disponibilità di materia prima sui mercati internazionali, mentre i prezzi e la decarbonizzazione registrano, rispettivamente, un -11% e un -8% andando a penalizzare l’indice”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore dell’ENEA che coordina l’Analisi.
“Nonostante la stagnazione dell’economia, l’arretramento della produzione industriale in particolare nei settori energy intensive e il calo dei consumi di energia primaria (-1%), nei primi sei mesi dell’anno le emissioni di CO2 non sono scese, a causa della decisa accelerazione nel II trimestre (+4%). Questi dati – aggiunge Gracceva – sottolineano la difficoltà di ‘disaccoppiare’ consumi energetici ed economia, un fenomeno decisamente negativo che si verifica dal 2015 in poi. E le nostre proiezioni per il resto dell’anno confermano questa criticità”.
Un secondo elemento di preoccupazione sono i prezzi che, nonostante i forti ribassi dei mercati all’ingrosso, si attestano su valori superiori rispetto alla prima metà del 2018: in particolare, i prezzi del gas sono aumentati del 10% per i consumatori industriali e dell’8% per i domestici, a fronte di un incremento medio Ue del 5% mentre l’energia elettrica ha segnato un + 7%, sia per i consumatori industriali che per i domestici, contro un +4% della media Ue.
“Per il consumatore domestico tipo – sottolinea Gracceva – il prezzo dell’elettricità è costantemente aumentato nell’ultimo decennio, con un +23% nel I semestre 2019 rispetto al I semestre 2009; le imprese, invece, hanno iniziato a usufruire di una serie di cali e, da inizio del 2018, si stanno avvicinando alla media Ue, in particolare per quanto riguarda le industrie energivore, grazie agli sgravi introdotti dalla riforma degli oneri di sistema”. Ma non solo. Negli ultimi sei anni, il forte calo dei prezzi del gas sul mercato europeo (-33%) si è tradotto in una diminuzione per le imprese (-4%), mentre le famiglie hanno subito un aumento del 9%, principalmente per effetto dell’incremento degli oneri di sistema e delle spese per il trasporto dell’energia e per la gestione del contatore.
A livello di scenario, l’Analisi ENEA evidenzia anche un calo dei consumi di energia dell’1% nei primi sei mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 e una diminuzione complessiva della produzione da fonti rinnovabili (-2,5%) soprattutto a causa del crollo dell’idroelettrico (-17%).
Rispetto alle fonti fossili, la produzione risulta complessivamente invariata rispetto ai livelli di un anno fa: la diminuzione dell’utilizzo di carbone e petrolio è stata controbilanciata dall’aumento del gas (+4% nel semestre) per la maggiore richiesta sia per gli usi diretti (+11%, soprattutto nel settore del riscaldamento) che nella termoelettrica (+26%), sulla spinta della scarsa idraulicità e delle minori importazioni di elettricità (-19%).
I consumi di petrolio sono diminuiti del 2% anche se, a livello di trasporti, preoccupa la lentezza del rinnovo del parco veicolare (-3% di immatricolazioni nel I semestre 2019, come già riscontrato nel 2018 rispetto all’anno precedente) e l’aumento delle emissioni specifiche medie del nuovo immatricolato (+6% di gCO2/km nel I semestre 2019, legato alle caratteristiche dei modelli venduti) che portano a stimare per fine anno un peggioramento delle emissioni medie dell’intero parco auto.
Ancora in forte calo l’utilizzo del carbone (-14% rispetto alla prima metà dello scorso anno), principalmente per la riduzione nella produzione di energia elettrica: secondo i dati Enel, nella prima metà del 2019 la produzione del Gruppo si è ridotta di un terzo rispetto ai livelli dello stesso periodo di un anno fa.
L’Analisi completa del I semestre 2019 è disponibile al link: http://www.enea.it/it/seguici/pubblicazioni/analisi-trimestrale-del-sistema-energetico-italiano