Cambiamenti climatici e salute: i bambini nati oggi rischiano una vita di malattie
Lo dice uno studio internazionale pubblicato su Lancet: "I bambini sono particolarmente vulnerabili in un clima che cambia perchè i loro corpi e i loro sistemi immunitari sono ancora in via di sviluppo. I danni alla salute nella prima infanzia hanno conseguenze per tutta la vita"
14 November, 2019
Un bambino che nasce oggi dovrà affrontare per tutta la vita molteplici rischi per la propria salute a causa dei cambiamenti climatici, perché crescere in un mondo sempre più caldo provoca carenze alimentari, malattie infettive ed ovvi pericoli legati ad inquinamento, inondazioni e caldo estremo. Lo dice lo studio annuale “Lancet Countdown: tracking progress on health and climate process” pubblicato sulla celebre rivista scientifica Lancet e frutto di una collaborazione tra 120 esperti di 35 università e istituzioni internazionali tra cui l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la Banca mondiale, l'University College di Londra e la Tsinghua University in Cina.
Il cambiamento climatico sta già danneggiando la salute delle persone, sottolinea la ricerca, e se non si fa nulla per mitigarlo i suoi impatti potrebbero condannare un'intera generazione ad essere malata per tutta la vita. "I bambini sono particolarmente vulnerabili in un clima che cambia. I loro corpi e i loro sistemi immunitari sono ancora in via di sviluppo e li rendono più sensibili alle malattie e agli inquinanti ambientali” spiega Nick Watts, coautore del Countdown Lancet, che avverte: “i danni alla salute nella prima infanzia sono persistenti e pervasivi e hanno conseguenze per tutta la vita. Senza un'azione immediata da parte di tutti i paesi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, i guadagni in termini di benessere e aspettativa di vita delle nuova generazioni saranno compromessi”.
Se si continuasse come oggi a mettere in atto azioni scarse e inadeguate per il clima, a causa delle temperature in aumento e degli eventi meteorologici estremi i bambini sarebbero esposti sempre di più alla malnutrizione e all'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Inoltre, a causa di acque troppo calde e contesti ambientali che accelerano la diffusione di patologie infettive, si ammalerebbero molto più facilmente di dengue e colera, oppure della temibilissima diarrea debilitante, che dal 1980 ad oggi è raddoppiata nel mondo, con il 2018 classificato come il secondo più alto mai registrato.
Tra le minacce sanitarie più immediate e di lunga durata dai cambiamenti climatici c'è poi un problema piuttosto noto anche alle nostre latitudini, ovvero l'inquinamento atmosferico. A questo proposito la ricercatrice Marina Romanello dell'University College di Londra, contattata dall'Ansa ha estrapolato dallo studio Lancet, di cui è coautrice, un dato che conferma ancora una volta il triste primato del nostro paese, che è il primo in Europa e undicesimo nel mondo per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM 2.5. Solo nel 2016 sono state ben 45.600, con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro, la peggiore nel vecchio continente.
Il pm 2.5 mette in pericolo soprattutto la salute dei bambini e dei neonati, che sono più esposti perché hanno sistemi immunitari e respiratori ancora non del tutto sviluppati, e ha un pesante impatto a lungo termine. L'OMS afferma che nel 2016 sette milioni di morti in tutto il mondo sono stati causati dagli effetti dell'inquinamento dell'aria domestica e ambientale. La stragrande maggioranza di questi erano in paesi a basso e medio reddito.
"Se vogliamo proteggere i nostri bambini, dobbiamo assicurarci che l'aria che respirano non sia tossica", ha dichiarato Sonja Ayeb-Karlsson, specialista globale della salute presso la Sussex University del Regno Unito, che ha lavorato allo studio.