Rifiuti di Roma, Raggi se la prende con la Regione ed esorta i piccoli comuni: 'Ciascuno faccia la sua parte'
La sindaca su facebook: "Se lavoriamo insieme faremo meglio e tuteleremo gli interessi di tutti. Scrivo questa lettera aperta perché devo difendere i miei concittadini da una narrazione sbagliata che descrive falsamente i romani egoisti e pronti a inondare di rifiuti i comuni del Lazio"
02 December, 2019
La sindaca di Roma Virginia Raggi torna a parlare di rifiuti dopo l'ordinanza della Regione Lazio di giovedì 28 novembre. Il provvedimento, lo ricordiamo, impone di individuare uno o più siti sul territorio di Roma da destinare allo smaltimento dei rifiuti; la chiusura della discarica di Colleferro posticipata; conferimenti all’estero; l'individuazione di due siti per la trasferenza per sopperire alla dismissione di quello di Ponte Malnome. Un colpo duro per l'amministrazione capitolina, ma nonostante questo la Raggi si era astenuta da ogni commento dicendo solamente che i tecnici erano al lavoro per studiare l'ordinanza. Ieri, domenca primo dicembre, è arrivata invece la lettera aperta su facebook, in cui la sindaca sin rivolge soprattutto ai comuni, più volte chiamati in soccorso della Capitale per gestire nei propri impianti parte dell'indifferenziato di Roma. Ecco la lettera:
Se lavoriamo insieme faremo meglio e tuteleremo gli interessi di tutti. Scrivo questa lettera aperta perché devo difendere i miei concittadini da una narrazione sbagliata che descrive falsamente i romani egoisti e pronti a inondare di rifiuti i comuni del Lazio.
La scrivo perché alcuni colleghi sindaci hanno firmato una lettera per dire "no" a Roma, voltando la faccia dall'altra parte di fronte ad una richiesta di collaborazione per impedire in fretta e furia l'apertura di nuove discariche sul territorio di Roma.
La Regione Lazio attraverso una ordinanza intende, di fatto, trasformare decine di cave presenti nella nostra città in vere e proprie discariche, anche superando le norme ambientali.
Eppure sarebbe possibile evitarlo se la stessa Regione non avesse deciso di anticipare di un anno la chiusura di una discarica, quella di Colleferro, ancora attiva e capace di ospitare i rifiuti di Roma e di altri comuni laziali.
Un anticipo illogico soprattutto visto che da 7 anni manca il Piano Regionale dei Rifiuti per il quale anche la Commissione Europea ha già dichiarato l’inerzia della Regione e sembra pronta ad aprire una procedura di infrazione.
Roma ha chiesto di evitare l'anticipo della chiusura e, non avendo altri sbocchi, la cui indicazione per legge spetta sempre alle Regione, portare temporaneamente più rifiuti alla discarica già esistente di Civitavecchia. "No, non vogliamo i rifiuti dei romani" hanno tuonato i sindaci di alcuni comuni. Ed è soprattutto a loro che scrivo.
I romani per decenni hanno accolto i rifiuti di Fiumicino e Ciampino nella discarica di Malagrotta. Ancora oggi presso l’impianto di Porcarelli, a Rocca Cencia, nella zona est della città, si trattano i rifiuti di oltre 50 comuni del Lazio, come il Tmb di Malagrotta tratta anche i rifiuti di Fiumicino.
Ogni giorno i romani ospitano 1 milione mezzo di persone e molte vengono dai loro territori: consumano e buttano a Roma e alcuni, non pochi, portano persino sacchi di spazzatura che non differenziano nei loro Comuni e che abbandonano in discariche improvvisate lungo le strade di Roma.
I romani sono generosi: provate a chiederlo a chi da anni vive nelle vicinanze di Rocca Cencia o di Malagrotta, o lungo le strade di ingresso a Roma.
Attenzione. Ci sono fin troppe frontiere. Non creiamone anche tra Regioni o Comuni. L'Italia è generosa e gli italiani sono sempre stati solidali.
Opponiamoci ad un clima di egoismo e chiusura. Opponiamoci anche alla logica per cui si ricorre a continui provvedimenti emergenziali per risolvere una crisi ormai strutturale determinata dalla giusta chiusura della discarica di Malagrotta secondo la quale si continuano ad aprire siti costantemente in deroga.
Questa logica non serve a nessuno. Roma non chiuderà i propri confini, continuerà a fare la propria parte e dopo l’approvazione del piano rifiuti regionale Roma potrà costruire gli impianti necessari senza deroghe ambientali e senza deroghe alle norme poste a tutela della salute dei propri cittadini. Che ciascuno faccia la propria parte.