Economia circolare, dissociazione tra racconto e realtà
Mentre l'economia circolare è portata da tutti al centro del dibattito pubblico, la realtà offre un panorama diverso: basta, ad esempio, aprire il cassonetto. Il commento di Gianluca Bertazzoli, amministratore unico di Hub15 srl
13 February, 2020
Mentre l'economia circolare è portata da tutti al centro del dibattito pubblico, e vengono celebrati i risultati dell'Italia in diversi settori (dove effettivamente primeggia a livello europeo), la realtà offre un panorama diverso. Il mercato della carta da macero vive una delle crisi più profonde degli ultimi decenni. La plastica non se la passa bene. Lo stesso vale per altri materiali. E “gli stoccaggi sono in emergenza” come sottolineano gli operatori del settore, che hanno chiesto "al Ministro dell’Ambiente l’istituzione urgente di un Tavolo tecnico di confronto tra Istituzioni e piattaforme del riciclo, anche al fine di scongiurare il concreto e diffuso rischio di blocco delle raccolte differenziate".
Assistiamo a una certa schizofrenia tra quello che viene enunciato e la realtà. E' ormai da tempo che circola, forse solo tra addetti ai lavori, il campanello di allarme su un possibile blocco delle raccolte differenziate. Un elemento che stride con l'economia circolare intrisa di numeri e performance. Ci sono fenomeni "macro" che hanno inciso su questa situazione: è il caso della scelta cinese che stringendo le maglie sulle importazioni di materiali dall'Europa ha portato ad avere un'abbondanza di materiali sul mercato delle materie prime seconde. Nel frattempo la situazione impiantistica italiana è pressoché immutata da anni e il settore del compostaggio industriale nel Sud Italia, ad esempio, sconta un ritardo annoso che costringe l'organico a viaggiare a prezzi altissimi (con conseguenti costi ambientali).
Come facciamo a tenere in piedi il ragionamento sull'economia circolare di fronte a questa situazione? "Situazione drammatica che riguarda tutti i materiali. Ma non è un fatto congiunturale” sottolinea Gianluca Bertazzoli, amministratore unico di Hub15 srl. “E' una situazione strutturale. Bisogna avere il coraggio di iniziare a parlare di economia circolare evitando di dire che siamo tutti bravissimi. Non se ne sente il bisogno di questa continua auto-celebrazione. Ci sono dei problemi. Non è colpa di qualcuno in modo specifico. Ci sono delle dinamiche di portata globale. Occorre però dire che questi problemi ci sono e che hanno una ricaduta diretta. E in prospettiva occorre iniziare a ragionare a livello alto su quali sono i meccanismi che possono rendere l'economia effettivamente circolare”.
Gianluca Bertazzoli cita l'esempio della narrazione sulla raccolta differenziata. “Occorre anche abbandonare un certo di tipo di retorica su questo tema. La raccolta è di scarsa qualità. Da anni ormai si è scelto di non investire più su questo aspetto e di conseguenza c'è stato un crollo della qualità dei materiali raccolti. Andando a visitare gli impianti ci si può rendere conto di qual è la situazione: il materiale raccolto, in particolare per carta e plastica, ma anche il vetro, è oggettivamente di scarsa qualità. E il trend è negativo. Occorreva prevedere che con la crescita della raccolta ci sarebbe stata anche una diminuzione della qualità" ha concluso l'amministratore unico di Hub15 srl.
(NdA: questa è la prima tappa di un dibattito che Eco dalle Città vuole aprire su “economia circolare, tra racconto e realtà”).