Collarino: ‘Il Banco Alimentare c’è, è aperto e continuerà a esserci durante l’emergenza Coronavirus’
Abbiamo raggiunto telefonicamente Salvatore Collarino, Presidente del Banco Alimentare Piemonte, per capire come sta reagendo all’emergenza uno dei principali attori nazionali di contrasto alla povertà
23 March, 2020
L’emergenza in atto dovuta alla diffusione del Coronavirus in Italia è principalmente sanitaria ma a cascata sta mettendo a dura prova molti altri settori. Sotto stress si trova anche il sistema delle donazioni alimentari verso i più bisognosi che nonostante le limitazioni continua a funzionare e a dare una risposta concreta ai bisogni degli ultimi.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Salvatore Collarino, Presidente del Banco Alimentare Piemonte, per capire come sta reagendo all’emergenza uno dei principali attori nazionali di contrasto alla povertà.
In relazione a questa emergenza del Coronavirus, la nostra attività prosegue ottimizzando il più possibile le risorse che sono rimaste perché alcuni dei nostri volontari hanno raggiunto un limite di età e quindi abbiamo preferito che rimanessero a casa. Tutto lo sforzo e l’attenzione è sull’operatività del magazzino, che vuol dire recupero parziale delle derrate perché i donatori sono ovviamente un po’ più diradati, recupero di cibo e distribuzione alle strutture caritative che sono convenzionate con noi e che nonostante tutto continuano a fare una attività di distribuzione alle persone in difficoltà.
Premesso che la fotografia della situazione è in continua evoluzione, durante la prima settimana c’è stato un discreto calo delle strutture aperte, qualcuna ha poi ricominciato a riaprire modificando le modalità operative. Se prima espletava solo il servizio di mensa ora distribuisce l’aiuto in pacchi. Altri distribuiscono su richiesta e a domicilio coprendo le situazioni di emergenza. Tuttavia la maggioranza delle quasi 600 strutture caritative che serviamo in Piemonte sta continuando una attività più o meno a ritmo pieno.
Sul fronte dei vostri fornitori è successo qualcosa, per esempio dal CAAT…
Il CAAT la prima settimana ha avuto una flessione dovuta al fatto che le strutture caritative avevano sospeso l’attività di ritiro e quindi abbiamo di conseguenza ridotto i nostri ritiri dal CAAT. E poi anche li si naviga a vista, non tanto per le donazioni ma dal punto di vista della capacità di ritiro delle strutture. Perché queste ultime subiscono l’impatto della riduzione dei volontari per svariati motivi, tra cui l’età molto alta.
Sul fronte delle realtà alle quali confluiscono i vostri aiuti, state notando un incremento, un aumento di richieste?
Noi abbiamo un perimetro d’azione molto delineato. Parliamo di circa 600 strutture in tutta la regione Piemonte frutto di una convenzione legata anche a normative ministeriali essendo il Banco Alimentare destinatario degli aiuti provenienti dall’Unione Europea. Questo gruppo consiste e rappresentativo di realtà con tipologie diverse è di fatto chiuso perché le finestre per l’accesso si aprono in base alle regole che detta il ministero e l’ultima finestra si è chiusa a fine anno e noi non possiamo riaprirla. Ciò non toglie che arrivano varie segnalazioni di richieste anche da soggetti che non hanno una convenzione con noi. Quindi per quanto riguarda i prodotti non Agea* e quindi non derivanti dagli aiuti europei, in un primo tempo abbiamo anche potuto dare una parziale risposta a queste richieste. Oggi meno, perché il nostro magazzino è quasi costituito da prodotti che arrivano dall’Unione.
Se la situazione emergenziale dovesse durare ancora molto tempo c’è il rischio che andiate in sofferenza?
Noi, come in tutta Italia, ribadiamo che il Banco Alimentare c’è, è aperto e vuole continuare a esserci. Oggi sono arrivate delle donazioni straordinarie di ortofrutta da nostri donatori abituali e di conseguenza abbiamo potuto dare frutta e verdura e non solo prodotti a lunga conservazione. Ma queste operazioni non sono programmabili. Noi abbiamo una ragionevole certezza di forniture costanti da parte del Ministero dell’Agricoltura che gestisce gli aiuti europei. Per quanto riguarda gli altri donatori bisogna vedere cosa accade e quanto può durare questa crisi. Avendo concentrato le risorse tra un po’ di dipendenti e un po’ di volontari che arrivano da realtà vicine a noi, l’attività di magazzino è al momento coperta, un po’ in affanno ma adeguata al lavoro che facciamo e faremo quotidianamente.
In questo periodo di emergenza sono nati nuovi rapporti e relazioni?
Noi abbiamo un rapporto molto stretto con la Caritas e con il Comune di Torino, Su Novara già la scorsa settimana è stata attivata un stretta collaborazione col comune per rifornire punti di distribuzione che fanno capo ai centri di coordinamento dei singoli comuni della provincia
Inoltre c’è un rapporto costante e continuo con la Protezione Civile che all’occorrenza può attivarsi. Ma in questo momento non abbiamo la necessità di una distribuzione da parte della Protezione Civile che per altro è impegnata su moltissimi altri fronti. Per eventuali distribuzioni, che ripeto non sono rivolte alle singole persone ma a soggetti ed enti che a loro volta aiutano le persone, o vengono loro direttamente o inviano dei loro trasportatori. In alcuni casi stiamo provvedendo ad attivare dei trasportatori che lavorano per noi per poter consegnare in quelle strutture che non hanno mezzi e uomini per ritirarle ma che continuano ad assicurare una attività di distribuzione alle persone povere del Piemonte.
In questo momenti avete bisogno di qualche tipo di aiuto?
Noi aiutiamo le persone in quanto aiutiamo le strutture che a loro volta aiutano le persone. Noi aiutiamo chi aiuta per quanto riguarda l’aspetto della povertà alimentare. La prima immediata necessità è di un flusso non episodico, cadenzato e quantitativamente rilevante di cibo da ridistribuire. Di fatto siamo un collettore da cui poi si diramano tanti rivoli. Molte aziende nostre donatrici hanno continuato a donare, ovviamente in questo periodo anche la loro produzione può subire rallentamenti e quello che abitualmente veniva donato può subire una variazione dei flussi. Abbiamo bisogno di aziende che donano cibo, questo per noi è rilevante. In questo momento abbiamo bisogno di aiuto da parte di figure professionali che siano particolarmente specializzate e molto pratiche di quella che è una attività di magazzino.
Mentre per quanto riguardano i singoli volenterosi preferisco che vadano nelle strutture o nelle parrocchie a implementare la distribuzione capillare, perché il nostro è un lavoro che bisogna saper fare e non abbiamo il tempo di formare quelle competenze specifiche perché l’emergenza incalza minuto per minuto.
Oggi la nostra intenzione è di continuare il nostro lavoro rispettando tutte le prescrizioni per la sicurezza dei lavoratori. Fatto salvo questo, continueremo a lavorare fino a quando ci sarà cibo nei nostri magazzini e siamo fiduciosi che nei prossimi mesi continuerà il flusso constante di macro rifornimenti a noi e di conseguenza poterli ridistribuire sul territorio.
*Agea (L'ente statale italiano che ha compiti di svolgimento delle funzioni di Organismo di Coordinamento e e di Organismo pagatore nell'ambito dell'erogazione dei fondi dell'Unione europea ai produttori agricoli, ndr)
Sostegno agli indigenti
La normativa comunitaria (Reg. (UE) 807/10 già Reg. (CE) 3149/92) prevede la distribuzione gratuita alle persone indigenti di derrate alimentari provenienti dalle scorte d'intervento dell'Unione Europea o dall'impiego di equivalenti monetari. A tal fine ogni anno all'Italia viene assegnato un paniere di risorse fisico-finanziarie da permutare in prodotti alimentari compatibili con i settori merceologici delle derrate assegnate. La distribuzione avviene per il tramite degli Enti Caritativi -riconosciuti e iscritti nel relativo Albo istituito presso l'Agea- che ne fanno richiesta.
Beneficiari:
Gli Enti caritativi senza scopo di lucro riconosciuti ed iscritti al relativo Albo istituito presso Agea (la delibera di istituzione, che disciplina anche le modalità per ottenere il riconoscimento, è la delibera del Consiglio di Amministrazione n. 164 del 12 maggio 2006).
Domande e scadenze:
Sono disciplinate annualmente dall'Organismo Pagatore con apposita circolare. Generalmente il termine ultimo per la presentazione delle domande viene fissato al 30 novembre, mentre la consegna delle derrate avviene di norma in tre diversi periodi: marzo-maggio, giugno-luglio, settembre-dicembre.