Tabasso (Sermig): ‘Quello che abbiamo lo mettiamo in condivisione. Questa è la filosofia dell’Arsenale’
Continua la panoramica sulle attività di supporto alle fasce più bisognose della popolazione da parte di Eco dalle Città. Abbiamo contattato Rosanna Tabasso, vicepresidente di Sermig, per provare a capire l’operatività in questa fase dell'emergenza Coronavirus
23 March, 2020
Continua la panoramica sulle attività di supporto alle fasce più bisognose della popolazione da parte di Eco dalle Città sul territorio torinese. Dopo il Banco Alimentare è la volta del Sermig che, dall’Arsenale della Pace in Borgo Dora, prova a reinventare alcune delle sue più tradizionali attività per venire incontro alle mutate esigenze dovute all’emergenza Coronavirus.
Abbiamo contattato Rosanna Tabasso, vicepresidente di Sermig, per provare a capire l’operatività in questa fase dell’emergenza.
Come si è riorganizzato il Sermig per affrontare l’emergenza Coronavirus?
Siamo aperti e non potrebbe essere diversamente. I nostri dormitori femminili e maschili dalla giornata di oggi (lunedì 23 marzo, ndr) sono diventati tutti residenziali. Tutti gli ospiti stanno in casa con noi, siamo circa 250. L’obiettivo è quello di togliere dalla strada quante più persone possibili. Questo è il nostro servizio.
La mensa è ancora attiva?
Noi non abbiamo una mensa per persone esterne ma per tutti gli accolti, quindi colazione, pranzo e cena sono a nostro carico. Chiaramente se qualcuno bussa alla nostra porta e ci chiede da mangiare è il benvenuto. Mentre da diverse settimane stiamo distribuendo pacchi alimentari perché c’è tanta gente che non ha più da mangiare.
Fate anche consegne a domicilio?
Quando possono venire da noi usufruendo dei permessi per fare la spesa, diciamo così, vengono direttamente qui all’Arsenale. Altrimenti li consegniamo a casa. Questo tipo di richieste sta aumentando perché tanta gente fa fatica e non ha più niente. Magari non hanno più i punti di riferimento che avevano prima e quindi bisogna provvedere a soddisfare questi nuovi bisogni. Stesso discorso vale per gli abiti, indumenti, quaderni per i bambini e altri prodotti che servono in questi momenti che si sta tutti chiusi in casa. Quello che possiamo e quello che abbiamo lo mettiamo in circolo e in condivisione. Questa è la filosofia dell’Arsenale.
Riuscite con l’aumento delle richieste a garantire comunque questi servizi?
Al momento si perché abbiamo delle provviste che, per quanto riguarda il cibo, già dividevamo in borse spesa. Contemporaneamente stiamo cercando altri aiuti così da non terminare le scorte e garantire il servizio. Lavoriamo anche in rete partecipando ai progetti Caritas e della Città di Torino che in questi giorni si sta organizzando per le distribuzioni alimentari a domicilio con la Protezione Civile. Collaboriamo con tutti quelli che ce lo chiedono cercando di fare rete con le realtà che come noi lavorano al servizio dei più bisognosi.