L'impatto dell'emergenza Coronavirus sulla gestione dei rifiuti urbani: risponde FISE Assoambiente
Dalla raccolta agli stoccaggi: il punto della situazione anche alla luce della nuova circolare ministeriale. Eco dalle Città ha intervistato Elisabetta Perrotta - Direttore FISE Assoambiente
02 April, 2020
Quali sono i risvolti pratici della nuova circolare ministeriale con le indicazioni sulle “Criticità nella gestione dei rifiuti per effetto dell’Emergenza COVID 19”?
Le indicazioni riportate nella circolare del Ministero dell’Ambiente non sono immediatamente applicabili, ma forniscono indicazioni alle Regioni che intendano scegliere lo strumento dell’ordinanza contingibile e urgente (ex art. 191 del D.lgs 152/2006), per gestire le criticità verificatesi nel proprio territorio nella gestione dei rifiuti per effetto dell’Emergenza da COVID-19. Il risvolto pratico e positivo che possiamo riconoscere comunque alla circolare è collegato all’opportunità di assicurare maggiore flessibilità rispetto all’utilizzazione delle capacità di trattamento degli impianti esistenti in considerazione della disomogenea e lacunosa dotazione impiantistica sull’intero territorio nazionale e la necessità di poter superare questo momento di forte criticità del sistema di gestione dei rifiuti. La circolare ministeriale interviene sulle capacità di stoccaggio, di deposito temporaneo dei rifiuti, di deposito dei rifiuti urbani presso i centri di raccolta comunali, degli impianti di incenerimento e di smaltimento in discarica e per ciascuno di questi punti “suggerisce” le misure adottabili finalizzate ad assicurare la corretta gestione dei rifiuti e, al contempo, garantire la sicurezza per i lavoratori dello specifico settore, nonché della tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Va evidenziato che alcune Regioni si stanno già muovendo in questo senso.
Certo l’ampliamento della capacità non è la soluzione, ma fornisce la possibilità di fronteggiare al meglio questo periodo garantendo un servizio essenziale evitando che il settore vada troppo in sofferenza. Non mancano tuttavia, nella circolare, dei passaggi che a nostro avviso, in questo particolare momento critico, risultano di scarsa opportunità e utilità pratica, come la previsione di sistemi di “confinamento e contenimento” atti a segregare il maggior quantitativo di rifiuti stoccati rispetto al quantitativo ordinario. A nostro avviso la garanzia di spazi adeguati di stoccaggio era più che sufficiente.
Il settore degli stoccaggi viveva già una situazione di pressione: con l'emergenza Coronavirus la situazione è cambiata?
Il
diffondersi del Coronavirus e dell’emergenza sanitaria ha
amplificato problematiche irrisolte nel settore della gestione dei
rifiuti, come la mancanza di sbocchi di mercato per i materiali
recuperati e la cronica difficoltà, specie in alcune zone d’Italia,
a trovare una collocazione per gli scarti non recuperabili, da
avviare a discarica o termodistruzione. Su questo tema, come FISE
Assoambiente, avevamo già evidenziato lo scorso anno, con la
pubblicazione del Rapporto “Per una strategia nazionale dei
rifiuti” (2019), la necessità di realizzare, attraverso una
pianificazione nazionale, una visione nel medio-lungo periodo (almeno
ventennale) migliorando le attuali performance e includendo tutte le
tipologie di impianto di gestione dei rifiuti con capacità e
tipologie di dimensioni adeguate alla domanda o alle esigenze.
Oltre alla questione impiantistica, subentrano poi altri fattori che incidono soprattutto sul settore del riciclo quali la chiusura di molti canali di esportazione dei rifiuti recuperabili e dei materiali da questi ottenuti, la drastica riduzione della capacità di assorbimento delle industrie utilizzatrici (cartiere, vetrerie, produttori di pannelli in legno, industrie di trasformazione della plastica, ecc.), sia nazionali che estere: tutto questo spingerà ancora più in basso, se possibile, la domanda e quindi i prezzi sul mercato, che già avevano subito, nei mesi precedenti al COVID-19, un crollo generalizzato. Tutto ciò ha comportato per le aziende del settore l’incremento dei costi, la riduzione dei margini, e in qualche caso l’impossibilità pratica a trovare uno sbocco ai rifiuti ed ai materiali recuperati, con il conseguente aumento degli stoccaggi, al limite delle capacità impiantistiche autorizzate.
In particolare per la plastica, qual è la situazione?
Il settore della plastica e in particolare la filiera della gestione della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi in plastica sta affrontando da tempo una serie di problematiche. Lo stesso Consorzio Corepla e CONAI, anche attraverso specifiche segnalazioni trasmesse anche all’Associazione, hanno evidenziato tale contesto, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli scarti non riciclabili prodotti dai Centri di selezione (il cosiddetto plasmix) essendo venuti meno, pressoché subitaneamente, rilevanti sbocchi sia italiani che esteri.
Per quanto riguarda i servizi di raccolta che situazione si registra in questo periodo?
Le misure adottate dal Governo che hanno disposto la chiusura di numerose attività già dallo scorso 9 marzo e la successiva chiusura anche della maggioranza dei siti produttivi, stanno determinando una variazione nei flussi dei rifiuti prodotti e raccolti. Si assiste ad una significativa riduzione dei rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche cui corrisponde un incremento della produzione di rifiuti da parte delle utenze domestiche. L’obbligo di restare confinati presso il proprio domicilio ha fatto sì che le famiglie, modificando le proprie abitudini, producano un maggior quantitativo di rifiuti domestici, tanto è vero che presso soprattutto le utenze condominiali si è reso necessario intervenire con giri di raccolta supplementari e a volte dedicati non previsti dal Contratto di Servizio. Tutto questo sta comportando un ampliamento del perimetro di gestione e la conseguente riorganizzazione del servizio con maggiori oneri non previsti e ad a tutt’oggi non ancora quantificabili, in considerazione dei diversi fattori da considerare.
È possibile notare anche dei cambiamenti da parte degli utenti al momento della separazione dei rifiuti?
Da una parte, in base a disposizioni regionali e nazionali, registriamo la sospensione della raccolta differenziata per i soggetti positivi, in isolamento fiduciario o quarantena che ha comportato una riduzione di circa il 2,5% (dato ancora da confermare) della raccolta differenziata da parte degli utenti; dall’altra, se spesso prevalgono ancora le “fake news” e gli allarmismi che portano a comportamenti al limite del paradossale sul tema del contagio per mezzo dei rifiuti o attraverso il personale addetto alla loro gestione, dobbiamo anche riportare che in diversi contesti urbani ci sono state manifestazioni di riconoscimento e ringraziamento (anche con biglietti lasciati sui bidoni della raccolta) che hanno motivato ulteriormente gli operatori di questo comparto che generalmente non viene considerato, anche mediaticamente, per il lavoro fondamentale che svolge, se non in occasione delle fasi critiche di emergenza.
Se quindi sulla raccolta differenziata, anche a seguito delle indicazioni ISS ed ISPRA/SNPA, molte Regioni stanno fornendo indicazioni, resta fondamentale definire un programma di informazione e comunicazione a livello nazionale per tutelare l’immagine ed il lavoro degli operatori di igiene ambientale e della gestione dei rifiuti.