Emergenza Coronavirus e gestione rifiuti in alluminio: il punto della situazione con CiAl
Giuseppina Carnimeo, responsabile CIAL della Raccolta e della Gestione Materiali: "Stiamo gestendo la situazione. Ma se non subentrano fattori nuovi, gli impianti potrebbero non più accogliere gli ingressi da raccolta differenziata"
02 April, 2020
Giuseppe Iasparra
C'è preoccupazione per gli impatti negativi che l'emergenza Coronavirus sta avendo e può avere sulla gestione dei rifiuti, compresa la filiera dell'alluminio. Tra le prime conseguenze che si sono registrate, c'è stata la chiusura delle fonderie (destinazione per il riciclo dell'alluminio).
Qual è la situazione attuale? Abbiamo fatto il punto della situazione insieme a Giuseppina Carnimeo, responsabile CIAL della Raccolta e della Gestione Materiali: “Nelle scorse settimane, dopo il DPCM con le misure contro l'epidemia, le fonderie si sono fermate. Normalmente gli impianti operativi sono cinque ma in questo momento sono solamente 2-3 quelli che hanno riaperto (dopo aver effettuato le comunicazioni al prefetto per riprendere l'attività, in quanto di pubblico interesse). Tuttavia le fonderie al Centro Sud sono ancora ferme. Questa situazione ha fatto che sì che alcuni materiali fossero dirottati dal Mezzogiorno verso il Settentrione”.
C'è poi il tema del personale. “Gli organici che lavorano nei piazzali e negli impianti sono ridotti. Si vanno quindi a frammentare e a contingentare le disponibilità di ingresso. Abbiamo quindi dovuto rallentare”. Da non dimenticare la questione del trasporto e dei trasportatori. “Al di là dell'aggravio dei costi per il trasporto dal Sud al Nord Italia, con impianti e industrie chiuse, gli autotrasportatori non riescono a fare il ritorno con carichi pieni. In questo modo non riescono ad organizzare le tratte (perché i camion non girano vuoti)”.
“A monte – continua Carmineo - noi abbiamo impianti di selezione e a valle le fonderie. Queste ultime poi non hanno gli sbocchi, perché i loro clienti successivi sono chiusi e non possono vendere i loro prodotti. È tutta catena, una filiera. Gli impianti da cui raccogliamo l'alluminio, i Centri di selezione, sono a loro volta soffocati dagli stoccaggi della plastica. È tutto collegato. Sono tanti tasselli che compongono il puzzle”.
Se questa situazione dovesse protrarsi nelle prossime settimane cosa accadrebbe? “Per ora – sottolinea la responsabile CIAL della Raccolta e della Gestione Materiali - non abbiamo fermato i ritiri. Possiamo anche rimandarli nel breve periodo. Stiamo gestendo la situazione. Ma se non subentrano fattori nuovi, gli impianti non ce la farebbero: non potrebbero più accogliere gli ingressi da raccolta differenziata perché non hanno lo sfogo di uscita dei loro prodotti”. Cosa fare? “Occorre intervenire, come richiesto ad esempio dal CONAI, che ha interpellato Governo e Regioni, sulle capacità di stoccaggio degli impianti e sugli sbocchi di smaltimento, in particolare della plastica. Perché, essendo connessi come dicevo prima, se non esce quella materia, gli impianti non ce la fanno” conclude Giuseppina Carnimeo.