Coronavirus e generi alimentari: dall’ortomercato di Milano un kit di frutta e verdura per le famiglie bisognose
Preparati ogni settimana 4 mila sacchetti con frutta e verdura per le liste di chi riceve cibo gratis a domicilio dal Comune nell'emergenza Covid. Intervista al direttore Nicola Zaffra
14 April, 2020
di Laura Tajoli
Quattro mele, quattro arance, cinque patate un cavolo e due cipolle. Per fare fronte all’emergenza scatenata dall’epidemia COVID-19, presso il mercato ortofrutticolo di Milano si preparano sacchetti/kit con questi prodotti freschi, che poi vengono recapitati ogni settimana a 4000 famiglie bisognose. Sogemi (la società che gestisce i mercati all’ingrosso di Milano) e Ago (Associazione di grossisti ortofrutticoli) hanno deciso di collaborare e di organizzarsi in questo modo per riuscire a raggiungere in modo più efficiente chi si trova in stato di necessità.
Squadre di volontari si occupano della manipolazione e dell’imbustamento degli alimenti, mentre il trasporto dal mercato agli otto hub di destinazione istituiti dal Comune di Milano è garantito dai mezzi di Milano Ristorazione. “La frutta e gli ortaggi dei kit provengono da donazioni da parte dei grossisti”, racconta Nicola Zaffra, direttore del Mercato ortofrutticolo milanese. “Le famiglie che ricevono i prodotti sono tutte segnalate e tracciate dal Comune di Milano”. In tempi ‘normali’ donazioni ed eccedenze ortofrutticole sono gestite da Banco Alimentare, che adesso ha re-indirizzato le sue energie su questo progetto. “Vista l’emergenza sanitaria, abbiamo pensato che fosse meglio dotarci di un’organizzazione più puntuale ed efficiente”, prosegue Zaffra, “alle famiglie in stato di necessità arrivano prodotti perfetti, gli stessi destinati alla vendita nei supermercati”.
Con quale criterio sono state scelti i prodotti? “Abbiamo deciso di comporre i sacchetti con gli ortaggi e i frutti più facilmente manipolabili, quelli che si deteriorano meno. Per esempio, i pomodori non erano adatti, perché rischiavano di arrivare a destinazione rovinati o spappolati”. I kit settimanali, dunque, sono composti da prodotti in ottimo stato e giungono a destinazione in condizioni perfette.
Sorge il dubbio che, dal momento che i kit per le 4000 famiglie bisognose sono composti da prodotti eccellenti, in questo momento l’ortomercato si trovi a fronteggiare maggiori quantità di eccedenze e scarti. “Non è così”, puntualizza Nicola Zaffra, “le eccedenze e i prodotti che non potrebbero essere posti in commercio sono comunque gestite da onlus e associazioni benefiche che ritirano i prodotti all’ortomercato per poi distribuirli autonomamente alle persone che ne hanno bisogno”. Quindi la quantità di frutta e verdura che finisce in discarica perché considerata ‘non perfetta’ non è aumentata? “No, anche perché in generale, per via dell’epidemia da Covid-19, la quantità di merce è diminuita, e questo per due motivi: la minore disponibilità di manovalanza in produzione e perché molta merce proveniente dall’estero fatica ad arrivare. Quello che è realmente aumentato è il materiale degli imballaggi, che in questo periodo, vista la chiusura dei mercati all’aperto, è superiore allo standard, perché gli ambulanti adesso recapitano la merce a domicilio e ci portano indietro cassette, contenitori e fogli di plastica”.