Il 14 aprile scorso la Commissione europea ha pubblicato le sue linee guida sulla gestione dei rifiuti nel contesto della crisi del coronavirus. Sebbene non vincolante, la guida fornisce raccomandazioni agli Stati membri su come garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell'ambiente, prevenendo e riducendo al contempo le interruzioni nella fornitura di servizi adeguati di gestione dei rifiuti nel contesto di COVID-19.

La guida della Commissione (COM) afferma che "attualmente non ci sono prove che suggeriscano che le procedure standard di gestione dei rifiuti non siano sicure o siano insufficienti, in termini di rischio di infezione da COVID-19, o che i rifiuti domestici abbiano un ruolo nella trasmissione della SARS -CoV-2" o altri virus respiratori.

La Commissione consiglia specificamente agli Stati membri di salvaguardare la continuità generale di adeguati servizi di gestione dei rifiuti urbani, compresi raccolta differenziata e riciclo, che continuano ad allinearsi e ad aderire alle attuali normative UE sui rifiuti.

A tale proposito, la Commissione informa che qualsiasi adattamento delle pratiche di raccolta dei rifiuti deve continuare a rispettare il diritto dell'UE in materia di rifiuti. Eventuali modifiche alle pratiche di raccolta devono essere "proporzionate agli obiettivi di protezione della salute umana", mentre i cambiamenti e gli adattamenti devono essere limitati "alle aree e ai periodi di tempo strettamente necessari" e devono essere "basati sugli ultimi pareri scientifici", non lasciando spazio a decisioni arbitrarie.

Uno dei punti più importanti all'interno della guida è che qualsiasi adattamento transitorio ai sistemi di gestione dei rifiuti deve "sforzarsi di mantenere l'obiettivo generale di raccolta differenziata e riciclo in linea con la gerarchia dei rifiuti".

Zero Waste Europe sostiene il riconoscimento da parte della Commissione dell'importanza del processo decisionale basato sulla scienza, mettendo in guardia dal rischio di legislazioni a breve termine che potrebbero compromettere gli obiettivi di economia circolare a lungo termine dell'UE.

Inoltre, attraverso metodi di stabilizzazione biologica, esiste la possibilità di trattare efficacemente i rifiuti residui, affrontando al contempo la necessità di disinfettare i rifiuti durante la crisi COVID-19 e garantire il rispetto della direttiva UE 99/31 sulle discariche. È un dato di fatto, ci sono solide prove scientifiche che evidenziano l'efficienza delle temperature raggiunte attraverso la stabilizzazione biologica nel garantire la corretta inattivazione virale. È importante sottolineare che la stabilizzazione biologica può utilizzare capacità che potrebbero essere convertite in compostaggio in una fase successiva, garantendo in tal modo flessibilità e pieno allineamento con la tabella di marcia a lungo termine dell'UE verso un'economia circolare.

Attualmente, gli Stati membri dell'UE rimangono bloccati nelle discussioni relative alle dimensioni e alla struttura di ciò che il meccanismo di finanziamento della ripresa prenderà in seguito alla crisi COVID-19. L'attuale crisi offre l'opportunità di investire fondi di recupero europei nella costruzione di economie circolari nel loro uso materiale, che conducono alla transizione verso un futuro a zero sprechi e zero emissioni di carbonio.

In un momento in cui potrebbe esserci un aumento nella definizione delle priorità e nell'ottimizzazione del risparmio sui costi da parte delle autorità pubbliche, il nostro approccio a rifiuti zero può fornire ai comuni un sistema localizzato e resiliente che è anche meno dispendioso in termini di capitale, offrendo diverse opportunità per ridurre le spese per la gestione dei rifiuti. Queste opportunità vanno dall'avere meno cicli di raccolta, a causa di una riduzione della produzione dei rifiuti stessi e di un aumento del riutilizzo o del compostaggio domestico, ad esempio, a entrate supplementari derivanti dall'aver riciclato materiali di qualità superiore e alla riduzione delle tasse pagate per metodi di smaltimento costosi, come l'incenerimento.

Inoltre, vale la pena notare che, pur offrendo efficienza in termini di costi, i programmi a rifiuti zero spostano un'economia locale verso una che offre più posti di lavoro locali e ha meno spesa di capitale. In tal modo creano un modello economico circolare, prevengono la produzione di rifiuti, garantiscono al contempo maggiore occupazione e crescita economica in modo sostenibile.

La crisi COVID-19 ha offerto a tutti noi l'opportunità di riflettere sulle nostre vite, sulla nostra società e sul tipo di futuro che vogliamo costruire. Come sottolinea la guida della Commissione, la raccolta di rifiuti e il riciclaggio possono e devono continuare indisturbati. ZWE si aspetta che i governi nazionali prendano nota e applichino i risultati di questa guida quando prendono in considerazione le modifiche alle loro pratiche di gestione dei rifiuti. Tuttavia, sarebbe sbagliato chiedere semplicemente che tutto ritorni "come al solito" al termine della crisi COVID-19.

Il 2020 segna il primo anno di obiettivi di riciclo stabiliti dalla Direttiva Quadro sui Rifiuti dell'Unione Europea, che impone agli Stati membri di raggiungere tassi di riciclo del 50%. Le stime attuali mostrano che meno della metà degli Stati membri dell'UE erano in procinto di raggiungere questo obiettivo. Pertanto, un ritorno alla situazione business as usual non è sufficiente. Ciò che è richiesto è una maggiore ambizione, supportata da un'implementazione significativa sul campo.

(traduzione dell'articolo comparso su www.recycling-magazine.com)