Produzione rifiuti e raccolta differenziata nel territorio metropolitano di Torino ai tempi del Coronavirus
Abbiamo chiesto ad Agata Fortunato (Responsabile dell’Ufficio Programmazione e controllo del Ciclo Integrato dei Rifiuti della Città Metropolitana di Torino) come sta andando la produzione dei rifiuti nel territorio metropolitano di Torino alla luce dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus
02 May, 2020
Giuseppe Iasparra
Qual è l'andamento della produzione dei rifiuti nel territorio
metropolitano di Torino alla luce dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus?
A fine 2008 ho ritenuto utile che l’Osservatorio Provinciale Rifiuti si dotasse di un monitoraggio della produzione dei rifiuti con una frequenza maggiore rispetto a quella annuale. Quelli erano anni in cui le competenze dell’Ente necessitavano di strumenti previsionali quasi in tempo reale, utili a definire strategie e politiche sul territorio o andare a correggere quelle attivate.
Negli ultimi anni purtroppo a causa delle progressiva riduzione del personale l’Osservatorio era stato pressoché dismesso, è arrivato il momento per farlo ritornare operativo.
I dati di questi tre mesi e finalmente anche quelli dello scorso anno sono in corso di pubblicazione sul nostro sito https://bit.ly/3bVk6Fl e quest’anno, grazie al prezioso supporto dell’ATO-R, riprenderemo anche la redazione dell’annuale rapporto rifiuti: l’ultimo era stato pubblicato tre anni fa.
Come era prevedibile i rifiuti nel mese di marzo sono diminuiti, in maniera consistente, addirittura a doppia cifra, complessivamente -11,5%, quasi 10.500 tonnellate in meno (marzo 2020 su marzo 2019); numeri che non abbiamo registrato neppure a seguito della crisi del 2008-2009.
In tutto il territorio si registra lo stesso andamento o ci sono differenze?
I territori che mostrano una riduzione importante sono la Città di Torino, come peraltro era immaginabile, ma anche l’Eporediese e la bassa Valle di Susa. Il capoluogo in tempi ordinari è destinazione di flussi giornalieri di pendolari per motivi di lavoro o svago, che consumano e producono rifiuti in città: nel mese di marzo i flussi pendolari sono decisamente diminuiti come anche le attività di ristorazione, poche sono quelle che hanno attivato servizi di delivery già in marzo, molte di più in aprile. La riduzione registrata nella città di Torino rappresenta oltre il 65% del totale di tutta l’area metropolitana.
Più difficile da spiegare l’importante riduzione registrata nell’Eporediese e nella bassa Valle di Susa. C’è da sottolineare che i dati mensili sono normalmente fluttuanti e meno stabili dei dati annuali, al tempo stesso, con una dimensione differente la città di Ivrea e i centri attrattori della bassa Val Susa svolgono funzioni analoghe al capoluogo. Vedremo però se la tendenza verrà confermata anche nel mese di aprile e soprattutto cosa accadrà a partire da giugno, quando come sembra molte attività potranno riaprire.
E la raccolta differenziata ha avuto una riduzione o ha tenuto?
Tiene abbastanza, complessivamente si registra un -0,6% a livello metropolitano confrontando il mese di marzo 2020 con quello del 2019. In realtà la valutazione dell’indicatore della raccolta differenziata ritengo abbia più senso confrontarlo su mesi progressivi e non fra mesi di annualità differenti poiché in periodi molto distanti le motivazioni di eventuali scostamenti possono essere molteplici.
Nel mese di marzo di quest’anno, rispetto al mese precedente a fronte di un generale -1,7% a livello metropolitano, si rilevano scostamenti apprezzabili nella bassa Valle di Susa/CIDIU (-4,7%), area del Settimese/BACINO16 (-3,4%) e Alta Valle di Susa/ACSEL (+4,9%). Per il resto le modifiche sono decisamente più modeste.
Ci sono frazioni di rifiuti che mostrano particolari differenze?
In una situazione di complessiva riduzione dei rifiuti il fatto che gli imballaggi crescano è un dato interessante, anche se per misurare una tendenza sarà utile osservare anche il mese di aprile e soprattutto da giugno in poi con le riaperture delle attività commerciali.
Aumentano plastica e vetro, quest’ultimo in maniera consistente, si riduce leggermente la carta e in maniera significativa l’organico (-5,5%) ma soprattutto l’indifferenziato (-10,7).
C’è qualcosa in particolare che sarà necessario tener d’occhio nei prossimi mesi?
Sono sinceramente spaventata dalla probabile crescita del consumo di materiali usa e getta, non solo guanti e mascherine, ma anche e soprattutto imballaggi a seguito dell’aumento delle vendite on-line e del delivery. A partire da giugno, quando sembra riapriranno progressivamente anche bar e ristoranti, il consumo di stoviglie usa e getta potrebbe vedere una vera e propria esplosione.
Da assoluta incompetente della materia non capisco però perché sia meno sicura una stoviglia riutilizzabile di una usa e getta.
Mi preoccupa non solo la crescita di questi rifiuti, la scarsa attenzione di alcuni cittadini nel conferimento – ormai quotidianamente leggiamo di guanti e mascherine abbandonati – ma anche la scarsa attenzione, anche a livello centrale, alla prevenzione: oltre ai devastanti effetti della pandemia con i tanti, troppi morti, si rischia anche di fare passi indietro sulla sostenibilità della produzione e dei consumi, che già prima non brillavano certamente.