Rifiuti in Italia ai tempi del Coronavirus. Ispra: cala del 10% la produzione di rifiuti nel bimestre marzo-aprile 2020
Il dato è emerso durante l'audizione di Ispra in Commissione Ecomafie. I rappresentanti hanno inoltre spiegato che, in base a stime cautelative effettuate dall’Istituto, da qui a fine anno il sistema italiano dovrà gestire un quantitativo di rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti compreso tra 150mila e 450mila tonnellate
07 May, 2020
La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi i rappresentanti dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra): il direttore generale Alessandro Bratti, la dirigente del Centro Nazionale per il Ciclo dei Rifiuti, Valeria Frittelloni, e il responsabile Contabilità dei rifiuti del Centro Nazionale per il Ciclo dei Rifiuti, Andrea Lanz. L'audizione rientra nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti collegata all'emergenza COVID-19.
Gli auditi hanno riferito che nel bimestre marzo-aprile 2020 si è osservata una riduzione della produzione di rifiuti urbani pari a circa il 10%, e in linea con questo dato una diminuzione della raccolta differenziata in termini quantitativi (e non sul totale raccolto) sempre di circa il 10%.
I rappresentanti di Ispra hanno inoltre spiegato che, in base a stime cautelative effettuate dall’Istituto, da qui a fine anno il sistema italiano dovrà gestire un quantitativo di rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti compreso tra 150mila e 450mila tonnellate. Questa crescita secondo gli auditi non causerà criticità per il sistema impiantistico italiano, perché è compensata dalla riduzione del 10% dei rifiuti urbani, quantificabile in 500mila tonnellate in meno. Nello specifico, sul fronte della gestione dei rifiuti sanitari, secondo quanto riferito non si prevedono criticità legate alla disponibilità impiantistica. Gli auditi hanno infatti dichiarato che ad oggi è presente in Italia una capacità impiantica in grado di trattare circa 340mila tonnellate di rifiuti sanitari (di cui 220mila tramite incenerimento e 120mila con sterilizzazione), a fronte di circa 145mila tonnellate di quantità effettivamente trattate (96mila tramite incenerimento, 50mila con sterilizzazione).
Gli auditi hanno inoltre riferito in merito alle linee guida emesse da Ispra e dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa) sia sulla sanificazione delle strade, sia sulla classificazione dei rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti e sull’aumento delle soglie per i depositi temporanei.
I rappresentanti di Ispra hanno anche fornito informazioni in merito ai progetti di ricerca su aspetti ambientali connessi al COVID-19 che vedono coinvolti l’Istituto e Snpa. Nello specifico, secondo quanto riferito, Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Ispra con Snpa hanno avviato uno studio epidemiologico per valutare le correlazioni tra inquinamento atmosferico ed effetti sanitari dell’epidemia. Iss e Ispra hanno inoltre avviato con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) il progetto «Pulvirus», che si propone, tra le altre cose, di indagare le interazioni chimico-fisiche-biologiche tra polveri sottili e virus e gli effetti della sospensione di molte attività economiche su inquinamento atmosferico e gas serra.
«Mentre l’Italia fa i primi passi sulla strada della ripartenza, non nascondo la mia preoccupazione su alcuni aspetti relativi alla gestione dei rifiuti. Prima di tutto sull’abbandono di guanti e mascherine a terra: come stimato da Ispra, ne useremo fino a 450mila tonnellate da qui a fine anno. È dunque fondamentale fin da subito porsi il problema di come fronteggiare la dispersione nell’ambiente di questi dispositivi, andando a privilegiare sempre guanti e mascherine lavabili e riutilizzabili. Mi preoccupano anche le deroghe al deposito temporaneo dei rifiuti disposte dall’articolo 113-bis inserito nella legge di conversione del decreto Cura Italia: meglio sarebbe stato vararle per un tempo limitato. Così invece si lascia una pesante eredità al futuro», dichiara il Presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.
Qui link per rivedere l'audizione: https://webtv.camera.it/evento/16180