Bar e ristoranti ai tempi del Coronavirus: boom di compostabile per asporto e domicilio. E la Fase 2: sarà lavabile o monouso?
L'ad di Ecozema ad Eco dalle Città: "Nella fase in cui si poteva fare solo servizio per l'asporto e a domicilio, i nostri magazzini si sono svuotati: in un mese e mezzo è andato via quello che si consegnava in un anno". E ora che bar e ristoranti hanno riaperto cosa accadrà con le nuove norme in termini di igienizzazione e sanificazione?
21 May, 2020
Giuseppe Iasparra
Con l'avvio della Fase 2, dal 4 maggio, è ripresa anche l'attività di bar e ristoranti. Nelle prime due settimane questa si è svolta solo attraverso servizio di asporto (prima di quella data era comunque possibile effettuare servizi di consegna a domicilio). Dallo scorso 18 maggio invece la ristorazione ha aperto anche al pubblico. A questo proposito ci sono delle linee guida della Conferenza delle Regioni con una serie di indicazioni in merito all'igienizzazione di stoviglie, utensili e contenitori, tra cui oliere e saliere. A seguito della lettura di questo documento ci poniamo una serie di interrogativi: laddove non sia possibile, ci sarà il ricorso a un utilizzo maggiore di prodotti monouso? Eventualmente, gli operatori della ristorazione si orienteranno verso soluzioni biodegradabili compostabili?
Per iniziare a capire se si registrano dei cambiamenti in questo senso abbiamo interpellato Armido Marana, amministratore delegato di Ecozema, azienda che realizza prodotti per catering monouso biodegradabili e compostabili realizzati con biopolimeri o con fibre vegetali.
“Nella fase in cui si poteva fare solo servizio per l'asporto e a domicilio, i nostri magazzini si sono svuotati dei prodotti dedicati al delivery e al Take Away: in un mese e mezzo è andato via quello che si consegnava in un anno” racconta Marana. “Tutti si sono adeguati. In quel frangente c'è stata una notevole richiesta di prodotti compostabili rispetto alla plastica tradizionale”.
“Ora – secondo l'ad di Ecozema - laddove sarà possibile usare prodotti sanificabili e igienizzabili si continuerà ad utilizzare le stoviglie normali. Comunque non mancano quelli che stanno chiedendo prodotti compostabili per utilizzare il monouso al posto del lavabile. Nelle strutture dove c'è attenzione verso il cliente, a cui dare un messaggio di sostenibilità, c'è richiesta di prodotti compostabili. Tuttavia c'è ancora chi sceglie la plastica tradizionale giustificandosi con il tema del costo: viene chiesta principalmente dai bar e dai piccoli esercizi, laddove si tende ad adeguarsi perché lo impone la norma”.
“In un momento come questo, bisogna reinventarsi diversi modelli” sottolinea Marana. “Non è detto che questi modelli finita l'emergenza spariscano. E ci sono operatori che guardano al futuro e che stanno cogliendo l'occasione per dare dei segnali positivi. Sono quei ristoratori che approfittano della situazione per segnalare alla clientela e lanciare un messaggio: ti fornisco un prodotto monouso per evitare possibili contagi, ma te lo do con attenzione all'ambiente e te lo do compostabile. Questo è l'atteggiamento di un operatore della ristorazione che guarda avanti”.
“Poi ci sono quelli che dicono: ti do un prodotto monouso perché me lo impone la legge. Questi non vanno tanto per il sottile e scelgono la plastica tradizionale. Sono forse le strutture più piccole che fanno questo. Le strutture organizzate, invece, sfruttano l'occasione e usano prodotti compostabili anche per aumentare la cosiddetta brand reputation. Nel settore ristorazione c'è chi ha già intrapreso la strada della sostenibilità prima della crisi sanitaria e non tornerà indietro, piuttosto andrà avanti in questa direzione”.