Unirima: 'Rifiuti speciali non siano assimilati agli urbani'
Giuliano Tarallo, Presidente di UNIRIMA (Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri) oggi in audizione in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati. Tarallo è stato audito con i Presidenti di Assofermet e Assorimap
26 May, 2020
“Recepire solo quanto riportato nelle direttive europee ed evitare distorsioni del mercato favorendo l’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani”. Lo ha detto Giuliano Tarallo, Presidente di UNIRIMA (Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri), oggi in audizione in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati per rappresentare “le richieste del comparto industriale degli impianti di raccolta, recupero, riciclo e del commercio della carta da macero in merito agli schemi del decreto legislativo di recepimento delle direttive del Pacchetto Economia Circolare”.
Tarallo è stato audito con i Presidenti di Assofermet e Assorimap, associazioni nazionali di categoria che rappresentano insieme le imprese di un comparto strategico, che produce Materie Prime Secondarie o “End of Waste” (EOW), necessarie per la produzione di nuovi beni, prodotti e manufatti dall’elevato valore ambientale, a loro volta riciclabili e che conta su tutto il territorio nazionale circa 45.000 addetti operanti in circa 4.000 impianti.
Nel ribadire che le modifiche del D.lgs. 152/06 devono garantire i presupposti indispensabili per la tutela dei principi di concorrenza, efficienza, economicità e sostenibilità economica, Tarallo ha chiesto di “evitare che vengano introdotti articoli che vadano a svantaggio delle imprese che operano sul mercato e di attenersi quanto più possibile a quanto riportato nelle direttive europee. In particolare, Unirima chiede modifiche sostanziali ai commi 8 e 9 dell’art. 1 dello schema di decreto legislativo di recepimento delle direttive 2018/851 e 2018/850, poiché tali commi vanno ad intaccare alcuni importanti tasselli del sistema attuale di classificazione dei rifiuti a scapito del mercato del riciclo e favorendo l’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani in contrasto quindi con la ratio delle direttive europee sull’economia circolare”.
Al centro dell’audizione, quindi, l'esigenza per l’economia circolare, e in particolare per il mercato delle materie prime secondarie carta, di essere liberati da vincoli e restrizioni commerciali che impattano sull’industria del riciclo interrompendo la distribuzione del valore nella filiera. Dal 2004 l’Italia è un esportatore netto, con un surplus rispetto al fabbisogno che ha raggiunto circa 2 milioni di tonnellate per anno, in aumento poiché in linea con l’incremento delle raccolte differenziate. L’export rappresenta un elemento fondamentale del comparto perché l’offerta di materia prima secondaria di carta supera abbondantemente la domanda dell’industria cartaria a valle del settore.
“Dopo oltre 20 anni dall’emanazione del DM 5/2/98 - ha aggiunto il Presidente Tarallo - esiste la necessità di un regolamento che disciplini la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) per la carta, indispensabile per allineare procedure e standard merceologici alla norma tecnica di settore EN 643. Il nostro auspicio è che venga emanato al più presto ma, soprattutto, che sia di facile applicazione per il nostro settore”.