Toscana, il Consiglio Regionale approva nuova normativa sull’economia circolare e gestione dei rifiuti
La normativa istituisce tavoli tecnici tematici per favorire la prevenzione della produzione dei rifiuti; il reimpiego, il riciclo, il riuso e il recupero degli scarti; il fabbisogno impiantistico necessario per il trattamento dei rifiuti non reimpiegabili; gli interventi per favorire il mercato dei prodotti riciclati
27 May, 2020
Martedì 26 maggio il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la nuova normativa sull’economia circolare e gestione dei rifiuti. La legge era già stata approvata in seduta congiunta dalle Commissione Territorio e ambiente e Sviluppo economico. “La Toscana compie un altro passo in avanti verso un modello sempre più completo di riuso, riciclo e riutilizzo per migliorare l’ambiente e il benessere dei cittadini. La legge approvata prevede, infatti, attraverso l’istituzione di tavoli tecnici tematici a seconda del comporto produttivo, il coinvolgimento di aziende, enti locali, esperti del settore e società civile”, dichiarano Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente della Commissione Territorio e ambiente e Gianni Anselmi, consigliere regionale Pd e presidente della Commissione Sviluppo economico in Aula illustrando la legge Disposizioni in materia di economia circolare per i rifiuti e modifiche alla legge regionale 29 luglio 1996, n.60 (Disposizioni per l'applicazione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi di cui all'art 3 della L. 28 dicembre1995, n.549) approvata a maggioranza.
“Ci mettiamo in linea con una transizione verso un modello di sviluppo economico che ha certamente come riferimento quello della giusta redditività e del profitto, ma anche quello della salvaguardia dell’ambiente e del progresso sociale: per una più razionale gestione d’uso delle risorse naturali – dichiara Baccelli - Una legge in linea con la normativa nazionale ed europea, a partire dalla direttiva del Parlamento europeo n° 98 del 2008 che poneva come principale obiettivo di qualsiasi politica in materia di rifiuti la riduzione al minimo delle conseguenze negative per la salute e per l’ambiente. I tavoli che questa normativa istituisce riguarderanno, nello specifico, il settore produttivo del lapideo, in particolare l’estrazione del marmo, il tessile, il cartario, il siderurgico, il conciario e la chimica – conclude Baccelli - i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e quelli da costruzione e demolizione; i fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue e il ciclo integrato dei rifiuti urbani. Altri distretti produttivi potranno essere inseriti dalla Giunta attraverso una delibera".
"Siamo a tutti gli effetti nella logica dell’economia circolare: un modello economico che, com’è noto, prevede che i residui derivanti dall’attività di produzione e consumo siano reintegrati nel ciclo produttivo secondo un’ottica di piena rigenerazione delle risorse, al fine di ridurre l’impatto umano sull’ambiente”. “L’economia circolare è legata strettamente alla competitività del sistema produttivo della nostra regione e l’approccio distrettuale già adottato da tempo lo dimostra, un approccio che penso debba continuare ad essere vincente in ottica rafforzativa di ciò che di sostenibile e innovativo mettiamo a disposizione – commenta Gianni Anselmi, presidente della commissione Sviluppo economico –. Ho chiesto di inserire nella legge anche il siderurgico perché porta con sé il tema fondamentale delle bonifiche, sul quale il Paese è molto indietro ma possiamo svolgere un lavoro d’avanguardia se facciamo sì che i rifiuti della siderurgia vengano riusati nel ciclo o divengano materie seconde utilizzabili per la realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche. In attesa di una legge di sistema che arriverà nella prossima legislatura, lasciamo in eredità un provvedimento serio che struttura i tavoli e mette le basi per una reale economia circolare in Toscana partendo dalla convinzione che si debba sempre mettere a disposizione il meglio della tecnologia per ridurre al massimo l’impatto ambientale e sociale del ciclo dei rifiuti”.
La legge in sintesi
Il testo segue la legge regionale 48/2018 e attua i i principi comunitari di economia circolare assumendo come strategia la creazione di sinergie tra i vari settori d'intervento. La normativa istituisce tavoli tecnici tematici, suddivisi a seconda del comparto produttivo o di servizio interessato, per individuare le modalità tecnologiche volte a favorire la prevenzione della produzione dei rifiuti; il reimpiego, il riciclo, il riuso e il recupero degli scarti; il fabbisogno impiantistico e tecnologiche necessarie per il trattamento dei rifiuti non reimpiegabili; gli interventi per favorire il mercato dei prodotti riciclati a minore impatto ambientale.
Ai tavoli parteciperanno le strutture regionali di volta in volta competenti, le associazione rappresentative dei settori produttivi, ARPAT; ARRR; AATO, le imprese coinvolte, gli organismi tecnici competenti in materia di rifiuti. I tavoli tecnici tematici produrranno un documento d'azione per individuare iniziative tecnologiche, gestionali e necessarie ad una corretta informazione per orientare il comportamento di famiglie e imprese. Sarà costituito un fondo regionale destinato a interventi finalizzati alla transizione di modelli di economia circolare, come l’incentivazione alla realizzazione di piattaforme, e di ogni altra azione finalizzata alla donazione e al riuso dei materiali ingombranti e delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Dagli esiti dei tavoli tecnici tematici, si prevede la redazione di un documento d'azione con le iniziative tecnologiche promosse dalle imprese dei settori o categorie presenti ai tavoli e le possibili soluzioni impiantistiche necessarie all’ottimizzazione della gestione dei rifiuti generati in Toscana, nel rispetto del principio di prossimità e della pianificazione vigente.
La proposta prevede che il rilascio delle autorizzazioni regionali relative agli impianti che trattano rifiuti speciali oppure relative ad impianti che trattano congiuntamente rifiuti urbani e speciali dovrebbe soddisfare il fabbisogno impiantistico segnalato ai tavoli e riportato nel documento d'azione, sebbene le attività di gestione di rifiuti speciali siano sul libero mercato.
Sarà inoltre istituito un apposito fondo regionale in cui affluisce l'addizionale che viene pagata in aggiunta all’ecotassa da quei comuni che non raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata all’interno di ATO. Una quota fino al 20 per cento del gettito dell’ecotassa sarà destinata all’attuazione degli interventi finalizzati alla transizione verso un modello di economia circolare.