Procedura di infrazione Ue contro l'Italia: non ha ancora presentato programmi contro l'inquinamento atmosferico
Secondo la direttiva Ue, gli Stati membri dovevano adottare e presentare i programmi di controllo delle emissioni inquinanti: "Nonostante diversi solleciti - scrive Bruxelles - l'Italia e il Lussemburgo non hanno finora adempiuto a tale obbligo"
02 July, 2020
di Guiomar Parada
La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro Italia e Lussemburgo perché non hanno ancora adottato formalmente i loro primi programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico e non li hanno comunicati alla Commissione.
Secondo la direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni di determinati inquinanti atmosferici gli Stati membri dovevano adottare e presentare i programmi di controllo in cui stabiliscono le modalità con cui conseguiranno la riduzione concordata delle loro emissioni annuali entro il primo aprile 2019. "Nonostante diversi solleciti - si legge in una nota della Commissione - l'Italia e il Lussemburgo non hanno finora adempiuto a tale obbligo".
La direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni, entrata in vigore il 31 dicembre 2016, è il principale strumento legislativo per conseguire gli obiettivi del programma "Aria pulita" per il 2030. Una volta attuata pienamente, ridurrebbe di quasi il 50 % l'impatto negativo dell'inquinamento atmosferico sulla salute entro la fine del decennio e apporterebbe benefici significativi per l'ambiente e il clima.
La direttiva stabilisce impegni nazionali di riduzione delle emissioni per i periodi 2020-29 e obiettivi più ambiziosi per il periodo dal 2030 in poi per cinque importanti inquinanti atmosferici: ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM), biossido di zolfo (SO2), ammoniaca (NH3) e particolato fine (PM2,5). La conformità agli impegni di riduzione delle emissioni del 2020 sarà verificata nel 2022, quando saranno disponibili gli inventari delle emissioni per l'anno in questione.
Tuttavia anche gli Stati membri che hanno adottato e comunicato i propri programmi non se la passano bene. Secondo la prima relazione della Commissione per valutare l'attuazione della direttiva, la maggior parte degli Stati membri rischia di non rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni per il 2020 o il 2030. Sebbene alcuni Stati seguano buone pratiche che dovrebbero essere fonte di ispirazione per gli altri, la relazione dimostra la necessità di ulteriori misure per ridurre l'inquinamento atmosferico. La Commissione continuerà a monitorare e a sostenere gli sforzi nazionali in tal senso, tramite strumenti finanziari e non finanziari. Il settore dell'agricoltura richiede particolare impegno per ridurre le emissioni di ammoniaca, che rappresentano l'ostacolo più diffuso e grave all'attuazione in tutta l'UE.
Un'efficace attuazione della legislazione in materia di aria pulita costituisce un contributo essenziale all'"obiettivo inquinamento zero per un ambiente privo di sostanze tossiche", annunciato dalla Commissione nel quadro del Green Deal europeo e delle iniziative correlate. Le sinergie con le politiche in materia di clima ed energia devono essere potenziate e valutate nuovamente, in linea anche con l'approccio del Green Deal europeo.
Oltre alla relazione sull'attuazione, la Commissione ha pubblicato anche l'analisi, elaborata dai suoi consulenti, dei programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico e delle proiezioni delle emissioni di ciascuno Stato membro, nonché una relazione orizzontale a livello di UE in cui sono raccolte tutte queste informazioni.