A Roma mense scolastiche in sicurezza anche senza plastica e monoporzioni
Abbiamo interpellato l'Assessorato alla scuola di Roma Capitale guidato da Veronica Mammì: la salute dei ragazzi sarà garantita con il distanziamento a scacchiera, l’aumento dei turni o il consumo in classe del pasto
28 August, 2020
di Tiziana Giacalone
Mense scolastiche a prova di Covid-19, con il distanziamento e più turni oppure all’occorrenza pasti sporzionati in cucina o nel refettorio e consumati in classe usando stoviglie in materiale compostabile. Sono queste le indicazioni fornite ai dirigenti scolastici delle scuole di Roma Capitale dall’assessorato “alla persona, scuola e comunità solidale” guidato da Veronica Mammì.
Mancano ormai poco più di due settimane all’inizio dell’anno scolastico 2020-21, forse il più atteso di tutti i tempi. Ma le modalità per garantire una ripartenza in sicurezza sono ancora in via di definizione e continuano a far discutere sindacati, personale scolastico e anche le associazioni ambientaliste, preoccupate dall’impatto ambientale che potrebbero avere alcune decisioni per garantire la sicurezza di alunni e personale non solo durante le attività didattiche.
Il caso del pasto consumato a scuola è una di queste. A seguito della rigida interpretazione ministeriale del concetto di “monoporzione” riportata in un documento del Cts, che prefigurava un massiccio ricorso a stoviglie e materiale usa e getta, è stato necessario un ulteriore intervento dei tecnici per escludere l’obbligo di somministrare il cibo tramite “lunch box”.
Ma come si stanno organizzando gli istituti scolastici e quali sono le direttive impartite a livello locale? Lo abbiamo chiesto all’assessorato “alla persona, scuola e comunità solidale” di Roma Capitale che ha risposto inviandoci una nota in cui si esclude l’utilizzo della plastica per la consumazione del pasto a scuola, sia in classe che nei refettori.
A Roma l’assessorato di Veronica Mammì esclude la plastica e prevede “l’utilizzo prevalente dei piatti in coccio, posate e bicchieri in vetro infrangibile”. Sul luogo dove consumare i pasti l’assessorato capitolino lascia ai dirigenti scolastici la possibilità di scegliere tenendo conto della necessità che questi ultimi hanno di trovare soluzioni per garantire il distanziamento degli alunni. Le sedute distanziate (posizionamento a scacchiera) dovranno esserci anche negli spazi adibiti a mense in cui si potrà accedere in sicurezza aumentando le turnazioni. Nelle scuole in cui i refettori sono trasformati in aule il pasto potrà essere consumato in classe, o in altri locali scolastici, e sono anche ammesse soluzioni miste “in relazione alla fascia di utenza e alla struttura della scuola, ovvero sia in classe che nel refettorio”. In ogni caso, precisa la nota, “lo sporzionamento deve avvenire in cucina o nel refettorio e sono previsti carrelli termici per la consegna e piatti, bicchieri e posate in materiale compostabile”. Nessun riferimento dunque all’utilizzo dei lunch box e delle monoporzioni che in queste settimane avevano fatto temere per l’impatto ambientale che simili scelte potrebbero avere sul sistema di gestione dei rifiuti già in affanno. L’assessorato inoltre esclude, per tutte le soluzioni previste per il consumo del pasto a scuola, il ricorso ai materiali plastici: “E per tutte le opzioni rimane la scelta ambientale di non utilizzare la plastica”.