Mascherine usa e getta a scuola, arrivano le prime voci contrarie
La prima è quella del presidente della Commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli, che ad Adnkronos dice: "La scelta di dare agli studenti mascherine monouso è sbagliata su tutta la linea e va rivista"
02 September, 2020
Anche per il presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio “l’utilizzo dell’usa e getta amplificato nelle scuole è altamente diseducativo e rischia di innescare anche fenomeni speculativi, moltiplicando sia i costi economici che ambientali”. Secondo Pecoraro Scanio “è ovvio che la sicurezza sanitaria deve essere messa al primo posto ma ci sono moltissimi prodotti certificati e validati da un punto di vista sanitario che sono riutilizzabili e riciclabili”.
Sulla stessa linea il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, secondo cui la scelte delle mascherine chirurgiche "non ha senso da un punto di vista sanitario visto che fino ad oggi è stata data la possibilità di utilizzare quelle di comunità". Adesso, spiega Ciafani, "ci sono in circolazione mascherine riutilizzabili certificate dal ministero della Salute che sono uguali alle mascherine chirurgiche usa e getta. Al Cts e al commissario Arcuri, dunque, chiediamo di non fornire 11 milioni al giorno di mascherine monouso ma fornire 11 milioni di mascherine riutilizzabili certificate fornendo agli studenti tutte le informazioni su come lavare e stirare questi dispositivi".
Il governo, aggiunge Ciafani, "continua a dare messaggi contradditori: il ministero dell'Ambiente fa la campagna per promuovere le riutilizzabili, quello della Salute le certifica mentre il ministero dell'Istruzione, attraverso il Cts e il commissario Arcuri, spinge su quelle monouso". Senza contare, aggiunge il presidente di Legambiente, che "ci sono tante aziende italiane che hanno riconvertito le proprie produzioni per le mascherine certificate".