La città del futuro o sarà in salute o non sarà
E’ arrivata l’ora di farla finita di mettere la testa sotto il cuscino e continuare a far finta di nulla. Non si muore di solo Covid ed anzi si muore d’inquinamento in un ambiente insalubre, per di più, il virus ha maggiori possibilità di sviluppo e diffusione
10 September, 2020
di Paolo Piacentini
“L’emergenza di agenti patogeni zoonotici è correlata al deterioramento dell’ambiente e alle interazioni tra uomo e animali nel sistema alimentare”, in questo caso visto che numeri di morti e correlazioni non li danno degli integralisti dell’ambientalismo ma a pubblicarli è l’Agenzia Europea per l’Ambiente, le cose sono due o gli si da credito o si smantella. Che ne dite?
E’ arrivata l’ora di farla finita di mettere la testa sotto il cuscino e continuare a far finta di nulla. Non si muore di solo Covid ed anzi si muore d’inquinamento in un ambiente insalubre, per di più, il virus ha maggiori possibilità di sviluppo e diffusione. Ora tutti ad attendere il miracolo del vaccino per poi liberarsi di ogni precauzione e principio di prevenzione che dovrebbe essere alla base di una società in salute: lo dice l’OMS non io.
Non è certo la prima volta che l’Agenzia Europea per l’Ambiente ci fornisce questi dati, ma non c’è nulla da fare le priorità sembrano essere sempre altre.
E’ dimostrato che gli spazi verdi in città aiutano a mitigare le temperature e ad abbattere gli inquinanti. E’ dimostrato che le città senz’auto sono più salubri ma si continua a fare qualcosa con troppa timidezza.
La salute di una città si costruisce creando una condizione di benessere diffuso che va dalle periferie più degradate fino al centro.
Il compito più nobile della politica, oggi più che mai, è quello di costruire benessere psico-fisico e sociale. Attenzione alle persone e alla comunità.
Una città che vive la salute come dimensione pubblica vede i cittadini partecipi della cura quotidiana degli spazi collettivi che le istituzioni devono impegnarsi a riconsegnare come bene comune.
Spazi collettivi generatori di salute urbana sono i giardini, i parchi, gli spazi ciclabili, la fruizione pedonale dei luoghi, la prossimità dei servizi alla persona.
Una città che si libera dal dominio dell’auto privata, che si fa prossima alle persone, che riorganizza ed amplifica gli spazi verdi è una città che costruisce la sua salubrità.
Una città solidale che non crea distanze sociali ma che cresce in una nuova dimensione comunitaria legata ad uno stato di benessere che non esclude la malattia ma la confina nell’ineluttabile finitezza e fragilità della condizione umana.
Una città in salute è anche quella che rimette al centro lo spazio pubblico e costringe in un angolo una finta rigenerazione urbana padroneggiata dalla speculazione privata.
Quello che sta accadendo a Roma in questi giorni con l’ennesimo minacciato sfratto a Scup Sportculturapopolare rientra in un modello economico che intacca la salute pubblica.
Un centro sociale che diventa punto di riferimento per un intero quartiere, che organizza spazi di socialità popolare, che porta in città cibo pulito e a chilometro zero, che assiste persone disabili, determina benessere diffuso.