Coronavirus: così la filiera degli imballaggi in acciaio ha retto all'impatto del lockdown
Ripercorriamo e analizziamo insieme a Federico Fusari, direttore del Consorzio Ricrea, in che modo la filiera degli imballaggi in acciaio ha affrontato la situazione di emergenza sanitaria
22 September, 2020
“Nei primi cinque mesi dell'anno, quelli che hanno rappresentato il periodo più critico della pandemia, il consumo di imballaggi in acciaio è aumentato dell'11%”. Ripercorriamo e analizziamo insieme a Federico Fusari, direttore del Consorzio Ricrea, in che modo la filiera degli imballaggi in acciaio ha affrontato la situazione di emergenza sanitaria.
Perché sono aumentati i consumi di questi imballaggi durante i mesi di confinamento? “In situazione di crisi viene fuori il valore di questo tipo di imballaggio. Gli imballaggi in acciaio – sottolinea Fusari - garantiscono una lunga durata al prodotto, una sicurezza alimentare, un'inviolabilità. I consumatori, al momento di acquistare dei prodotti che garantiscano queste caratteristiche, evidentemente si rivolgono a imballaggi di questo tipo. Detto questo, è aumentata anche la raccolta differenziata di imballaggi in acciaio. Più acquisti imballaggi, più ne consumi e più prodotti in scatola (pomodoro, tonno, legumi vari) vengono cucinati. Nel periodo di lockdown si è cucinato di più, evidentemente si sono prodotti anche più rifiuti casalinghi. La raccolta di rifiuti da imballaggi in acciaio su superficie pubblica (prodotti alimentari) è infatti cresciuta del 7-8%".
Cosa ha significato un aumento di raccolta in un periodo così difficile? “In un momento di crisi il Consorzio ha dovuto far fronte al fatto che le acciaierie fossero chiuse per l'emergenza sanitaria. Una situazione che ha generato uno stress sulla filiera: da un lato l'input aumentava, dall'altro l'output era chiuso. Questo ha significato per il Consorzio, operare in una situazione di tensione fortissima con gli operatori a valle, i nostri attori che garantiscono la trasformazione da rifiuto a materia prima (che poi viene inviata in acciaieria). I loro stoccaggi – spiega il direttore RICREA - si sono gonfiati tantissimo. Noi li abbiamo aiutati un po' dal punto di vista finanziario: dovendo acquistare il prodotto e non potendo cederlo al mercato, hanno avuto problemi di stoccaggio e di oneri finanziari crescenti. Su questo punto, devo dire, il Governo ha permesso, da un lato, di aumentare le quantità di stoccaggio massime e, noi, abbiamo garantito un prolungamento in termini di pagamento. Il combinato disposto di queste due azioni ha permesso al sistema di sopravvivere”.
La situazione quando è migliorata? "A fine maggio sono ripartite le principali acciaierie ed è stato possibile il deflusso dei materiali stoccati per un paio di mesi presso l'utilizzatore finale. L'equilibrio si è ricostituito abbastanza bene. Adesso siamo in una situazione di normalità e le quantità sono quelle storiche. Ma abbiamo vissuto due mesi di forte stress. Grazie alla maturità del sistema – conclude Fusari - però il nostro Consorzio è riuscito a portare avanti l'attività”.