Costi dell'inquinamento: gli Italiani pagano il prezzo più alto in Europa, Milano e Brescia tra le prime 10
Ricoveri ospedalieri, perdita di benessere, riduzione dell’aspettativa di vita: questi i fattori che fanno la somma del costo sociale, una spesa che per gli italiani ammonta a 1.400 euro per ogni cittadino. La stima da uno studio europeo a cui collabora Legambiente
21 October, 2020
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Roma, Milano e Torino sono tra le prime 25 città europee per costi sociali in assoluto, mentre ben 5 città italiane sono nella top ten per costi pro capite, di cui due lombarde (Milano seconda dopo Bucarest, seguita dal terzo posto di Padova, al sesto Venezia, al settimo Brescia e al nono posto Torino). E maggiore è il numero di automobili in strada e più aumenta il tempo trascorso nel traffico più si alzano i costi sociali dell’inquinamento. “Un aumento dell'1% del tempo medio di percorrenza per recarsi al lavoro aumenta i costi sociali delle emissioni di PM10 dello 0,29% e quelli delle emissioni di NO2 anche dello 0,54%. Un incremento dell'1% del numero di autovetture in una città aumenta i costi sociali complessivi di quasi lo 0,5%”, è quanto viene evidenziato dallo studio diffuso oggi da CE Delf.
Quindi, nonostante le difficoltà oggettive di valutazione, lo studio riesce a stimare la diretta connessione tra costi dell’inquinamento dell’aria (dovuta a smog, emissioni PM10 e N20) e l’aumento dei costi sociali per gli italiani.
«Secondo i risultati dello studio Milano ha perso poco meno di tre miliardi e mezzo di euro in un anno in welfare e costi sociali, superata soltanto da Roma» dichiaraBarbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. «L’inquinamento continua a sprofondare i bilanci già gravemente compromessi delle nostre città. Milano è seconda in Europa dopo Bucarest per costo pro capite, con oltre 2800 €/anno, una cifra sottratta al benessere e alla capacità di spesa dei cittadini. Gli scienziati indicano chiaramente la responsabilità dei trasporti nell’emissione dei diversi inquinanti presi in esame. È ora di scelte coraggiose e convinte, basta con indulgenze e mezze misure, si deve uscire velocemente dal fossile e incentivare multimodalità e sharing».
E i costi calcolati potrebbero essere ancora più alti se – citando lo studio – “si includessero adeguatamente i costi correlati alla pandemia COVID-19. Le comorbilità sono un elemento preponderante nella mortalità di pazienti affetti da COVID-19 e fra le più importanti vi sono quelle associate all'inquinamento atmosferico. Da diversi documenti di ricerca si evidenzia che la scarsa qualità dell'aria tende ad aumentare la mortalità di pazienti affetti da COVID-19. Pertanto, i costi sociali di una scarsa qualità dell'aria potrebbero essere maggiori rispetto a quanto stimato in questa ricerca”.
Secondo Andrea Poggio, responsabile mobilità Legambiente «il costo dell'inquinamento, aggravato quest'anno alla pandemia Covid19, è particolarmente pesante per i redditi più bassi: l’inquinamento, come il Covid colpisce tutti, ma chi è più povero fatica a mitigarne gli effetti ed accedere alle cure. I governi nazionale e regionali devono adottare al più presto politiche pubbliche per mobilità e riscaldamento ad emissioni zero, per tutti, ma soprattutto per chi è meno abbiente. Servono mezzi pubblici elettrici, bici e auto elettriche condivise, serve in città agevolare e promuovere subito la mobilità ciclo-pedonale. Serve il superbonus (110%) se ben speso per ridurre l'inquinamento da riscaldamento. Non servono invece proroghe ai permessi di circolazione dei veicoli diesel più inquinanti, non servono bonus per l'acquisto di auto di proprietà a combustione. Iniziare a ridurre a zero, o quasi, l'inquinamento deve divenire una priorità nazionale del Recovery plan italiano».