Riciclo pannolini, a più di un anno dal decreto l'azienda aspetta ancora l'autorizzazione industriale
L'azienda che ha creato la tecnologia made in Italy per ottenere materia prima seconda dai prodotti assorbenti, è in una situazione di stallo perché nonostante l’entrata in vigore del decreto end of waste non ha ancora ricevuto l'autorizzazione industriale
22 October, 2020
di Tiziana Giacalone
Ricordate il famoso decreto end of waste sui pannolini? Il provvedimento sul fine vita degli scarti derivanti dal riciclo dei prodotti assorbenti per la persona (PAP) era stato annunciato come un passaggio epocale per lo sviluppo dell’economia circolare italiana dal ministro Costa in persona, eppure il processo di produzione e commercializzazione, ad oggi, è ancora fermo. “Non solo non possiamo andare a piena capacità, ma non possiamo neppure mettere sul mercato le nostre materie prime seconde”, spiega in occasione dell’Ecoforum di Legambiente il general manager della FaterSmart, Giovanni Teodorani Fabbri, azienda che ha sviluppato una tecnologia “made in Italy” per trasformare pannoloni e pannolini usati in materiale per la produzione di imballaggi, mollette per il bucato, prodotti per l’edilizia e il settore automobilistico.
L’azienda, insieme alla Contarina Spa, ha realizzato in provincia di Treviso un impianto in grado di trattare i prodotti assorbenti sottraendoli alle discariche e agli inceneritori. Ma a distanza di più di un anno dall’entrata in vigore del decreto, la produzione industriale si trova in una situazione di stallo, nonostante FaterSmart abbia già siglato alcuni contratti per la fornitura delle materie prime seconde. Teodorani Fabbri spiega che l’impianto non ha ancora ottenuto l’autorizzazione industriale e continua a lavorare su scala sperimentale: “Il che vuol dire che non possiamo andare a piena capacità e quindi non possiamo ancora commercializzare le nostre materie prime seconde. Che poi è l’obiettivo del nostro investimento. Le due procedure, l’end of waste sul piano nazionale e l’autorizzazione industriale che invece confluisce a livello locale, sono legate. Senza autorizzazione il decreto non può essere pienamente esecutivo. Questo impedimento sta rallentando il nostro sviluppo”.
Il manager ripercorre le tappe: “É stato un anno di sviluppo della nostra tecnologia. Siamo entrati anche nella raccolta e adesso abbiamo tecnologie come i cassonetti intelligenti che non solo permettono il riciclo e il trattamento dei prodotti assorbenti per la persona usati, ma permettono anche di incentivarne la raccolta differenziata. Questi cassonetti sono stati già testati a Verona e ad Amsterdam. Stiamo installando un secondo impianto in India e presto ne faremo un altro ad Amsterdam. Dall’Olanda mandano questa tipologia di rifiuti presso il nostro impianto a Contarina. Abbiamo firmato contratti per la fornitura di materie prime seconde. La nostra tecnologia ha acquisito sempre maggiore visibilità sia in Italia che all’estero. Ricordo che è una tecnologia unica al mondo e, lo dico sempre con orgoglio, è completamente made in Italy. Questo conferma che il nostro paese è pioniere su un tema così importante come l’economia circolare”.
Infine un appello alla politica: “Oltre al potenziamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata occorre sicuramente snellire e accelerare i procedimenti autorizzativi, sempre nel rispetto delle regole e degli standard di sicurezza. Ma occorre accelerare se vogliamo veramente essere seri nell’ambito dell’economia circolare. Gli investimenti richiedono troppa pazienza da parte dell’investitore”.