Edo Ronchi sul Green New Deal britannico: ‘Una nota stonata la costruzione di nuove centrali nucleari’
Nel suo blog sull’Huffington Post Edo Rochi parla del piano per “una rivoluzione industriale verde” che il premier inglese Boris Johnson ha presentato la scorsa settimana che dovrebbe trasformare il Regno Unito in un paese climaticamente neutrale entro il 2050
23 November, 2020
Nel suo blog sull’Huffington Post il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Rochi parla del piano per “una rivoluzione industriale verde” che il premier inglese Boris Johnson ha presentato la scorsa settimana e che dovrebbe trasformare il Regno Unito in un paese climaticamente neutrale entro il 2050.
“Il governo britannico – scrive Ronchi - si prepara cosi anche a gestire credibilmente il Climate Ambition Summit e la COP26 che inizierà il 12 dicembre del 2021 a Glasgow e che dovrebbe essere organizzata in collaborazione con il governo italiano. Il piano inglese prevede di introdurre il divieto della vendita di nuove auto a benzina e diesel entro il 2030, sostenendo la loro sostituzione con la diffusione di auto ibride ed elettriche e rafforzando il trasporto pubblico, l’uso della bicicletta e la mobilità pedonale.
Prevede di incentivare in modo consistente l’efficienza energetica degli edifici, con particolare attenzione agli ospedali e alle scuole, anche con l’obiettivo di installare 600 mila pompe di calore ogni anno entro il 2028. Di quadruplicare la potenza installata degli impianti eolici offshore entro il 2030, di generare una produzione di idrogeno a basso contenuto di carbonio sufficiente almeno a riscaldare una città, nonché di sviluppare progetti per la cattura e lo stoccaggio del carbonio con l’obiettivo di rimuoverne almeno 10 milioni di tonnellate entro il 2030, nonché di piantare 30 mila ettari di alberi ogni anno.
Il piano britannico prevede infine di sviluppare le tecnologie anime cosplay avanzate necessarie per supportare le nuove ambizioni energetiche, nonché di fare della City di Londra il centro globale della finanza verde”.
Sempre secondo Rochi il piano illustrato da Johnson ha “una nota stonata” ossia “un finanziamento pubblico per costruire nuove centrali nucleari, nonostante la forte crescita dei costi di questa tecnologia che la rendono ormai più cara delle rinnovabili e nonostante i suoi noti e rilevanti problemi e impatti ambientali (del ciclo dell’estrazione, dell’arricchimento e dell’uso dell’uranio e della gestione dei rifiuti radioattivi generati)”.
“Per attuare questo piano – conclude Ronchi - il governo britannico annuncia lo stanziamento di 12 miliardi di sterline: una somma inadeguata, al di sotto dei livelli dei corrispondenti stanziamenti europei, insufficiente per realizzare entro il 2030, con l’ampiezza necessaria, gli obiettivi annunciati, anche tenendo conto dello stimolo generato all’aumento degli investimenti privati”.