«Torino deve sfruttare le Olimpiadi del 2006»
«Le gare sono importanti, ma per voi conta quello che resterà. Scelti anche per le garanzie fornite sull’impatto ambientale»
04 December, 2003
Luciano Borghesan Quando è stata scelta Torino lo si è fatto anche per una caratteristica nuova che il comitato (Toroc) e gli enti locali avevano inserito nel candidarsi a organizzare le olimpiadi 2006, ed era il progetto per il rispetto della natura e lo sviluppo sostenibile. Il retroscena lo ha raccontato il presidente del Cio Jacques Rogge intervenuto alla «due giorni» su sport e ambiente. Il Toroc si è dato un codice «verde» per salvaguardare il territorio, rispettare la popolazione, essere loro di sostegno per il futuro. Obiettivo voluto dai vertici, Valentino Castellani, Evelina Christillin e Roberto Saini, direttore dell’Ambiente, comparto-primizia per il Cio, offerto dai Giochi di Torino. Rogge, accompagnato dal coordinatore della Commissione Sport e Ambiente del Cio, Pal Schmitt, ha visitato il cantiere del villaggio che sorgerà sull’area degli ex mercati generali, lo stadio, altri impianti. «I giochi daranno molto a Torino e al Piemonte - ha detto il presidente del Cio -, saranno potenziate strutture, trasporti, telecomunicazioni. Dev’essere tra gli scopi delle olimpiadi dare occasioni per far conoscere territori, genti e consentire che il post-olimpiadi abbia impianti e attività utili. Non cattedrali nel deserto». Rogge ha spiegato che non si vuole gonfiare gli eventi alla ricerca di effimera gloria, un confronto sulle olimpiadi estive: se gli atleti a Sidney erano 10500 ad Atene saranno 4000, i biglietti venduti sono stati 9500 a Sidney, sono 5500 ad Atene, le gare da 300 scenderanno a 170. Tra tre anni, alle gare invernali, sono attesi 2500 atleti per 82 medaglie d’oro. Un consiglio per il post-giochi? «Dopo il parto può esserci il rischio della depressione - ha risposto Rogge -, sarà importante saper capitalizzare e progettare ancora, dipenderà dalla capacità di utilizzare i siti, di attrarre altri grandi appuntamento internazionali. Ci saranno risorse umane da utilizzare al meglio dopo l’interessante esperienza maturata». Dal presidente del Coni, Gianni Petrucci, l’annuncio di una campagna per «l’Italia palestra all’aria aperta», cioè la promozione di attività a contatto con la natura, e la convinzione che i giochi di Torino rappresentano «un’esperienza pilota». Capitolo «impianti utili»: Castellani ha sottolineato che la scelta (voluta da tutte le istituzioni pubbliche) di realizzare la pista da bob (a Cesana-San Sicario) deriva dal fatto che in Italia quella di Cortina è datata 1956 e che il trampolino (Pragelato) non è presente sull’arco alpino, quindi attrarrà gare e sportivi. Ancora osservazioni sul doping (in totale nelle olimpiadi invernali sono stati 5 i casi, e 7 a Salt Lake), sulla sicurezza, con ovvii impegni per la massima vigilanza. L’assemblea dei 240 delegati provenienti dai cinque continenti si è chiusa con un documento di otto temi: marketing ambientale, collaborazione fra le autorità locali e nazionali per garantire manifestazioni sportive nel rispetto dell’ambiente, prodotti e servizi ecologici per gli eventi sportivi, bioarchitettura, sport come strumento di sviluppo sostenibile, valutazione della compatibilità ambientale delle gare, eredità ambientale, ruolo degli atleti nella diffusione di messaggi ambientali.