Kyoto subito!
Associazioni ambientaliste e produttori presentano un documento comune per applicare il Protocollo di Kyoto in Italia: più efficienza e risparmio enrgetico, energie rinnovabili e mobilità sostenibile
26 October, 2005
Il Protocollo di Kyoto si può fare, e subito. Proposte concrete per cambiare la politica energetica in Italia, ridurre l’uso dei combustibili fossili e la dipendenza della nostra economia dall’estero, incentivare lo sviluppo tecnologico creando migliaia di nuovi posti di lavoro. Proposte presentate oggi da un vasto tavolo di associazioni ambientaliste e associazioni di produttori di impianti per rinnovabili, riuniti tutti insieme per la prima volta per avvicinare il nostro Paese agli obiettivi del Protocollo di Kyoto.
La piattaforma che rende operativo il “Patto per Kyoto” sottoscritto dalle associazioni è stato presentato a Roma in conferenza stampa, e contiene quattro grandi direttrici per abbattere le emissioni di gas serra: miglioramento dell’efficienza energetica negli usi civili e industriali, sviluppo delle fonti rinnovabili, qualificazione energetica dell'edilizia, mobilità e trasporto sostenibili. Il tutto da realizzarsi attraverso programmi di incentivazione, defiscalizzazioni, politiche mirate e campagne di sensibilizzazione e informazione a livello locale.
I promotori - Greenpeace, ISES Italia, ISSI, Kyoto Club, Legambiente, WWF, ANEV, Acli Anni Verdi, AIEL , ANAB, APER, Assolterm, Coldiretti, FIPER, ITABIA, Rete Lilliput, Sinistra Ecologista - ne sottolineano in primo luogo i vantaggi: con opportune misure di risparmio è possibile ridurre ogni anno la domanda energetica di almeno il 2% per il settore privato e del 3% per il settore pubblico, con potenziali di risparmio nel settore residenziale che in Italia sono del 50%. Nel campo delle energie rinnovabili, la grande potenzialità italiana è praticamente inespressa: sfruttando in pieno tutta la superficie esistente dei tetti per il solare fotovoltaico, l’Italia potrebbe coprire oltre due terzi dell’intero fabbisogno elettrico italiano (circa 200 TWh/anno). Per l’eolico, la fonte energetica in maggiore crescita a livello mondiale, l’Italia è ancora in forte ritardo (appena 1.600 MW installati), eppure la ricerca tecnologica consente di rendere competitivi dal punto di vista finanziario sia impianti di grandi che di piccole dimensioni.
“Benché l’Italia sia in netto ritardo sulle procedure di applicazione, il Protocollo di Kyoto si può rispettare – dicono le associazioni - . Servono, da subito, soluzioni radicali e il documento presentato oggi contiene proprio proposte e indicazioni costruttive che possono essere applicate sin da ora e inserite nella Finanziaria in discussione. Un passo di estrema importanza è sicuramente quello di arrestare la tendenza costante ad accentrare la produzione energetica in grandi impianti, puntando invece sulla generazione distribuita in impianti di piccole e medie dimensioni capaci di recuperare calore e, dunque, di conseguire rendimenti superiori alle centrali tradizionali”.
La nostra economia, più ancora che nel resto d’Europa, continua a basarsi su logiche non sostenibili - si legge nel documento - , di dipendenza dai combustibili fossili, fuori da ogni prospettiva di cambiamento. Così, a fronte di un impegno di riduzione del 6.5% entro il 2012, rispetto ai valori del 1990, il nostro Paese ha invece superato del 12% i livelli di emissioni di gas serra. Tutto questo a soli 7 anni dalla scadenza del primo periodo di adempimento del Protocollo.
Nel campo del solare fotovoltaico, ad esempio, con uno scenario nel quale l’Italia ha una potenza installata circa 25 volte inferiore rispetto a quello della Germania, nonostante il 50% in più di insolazione annua, si chiede di innalzare ad almeno 300 MW al 2010 l’obiettivo posto dall’attuale decreto e stabilire adeguati programmi di incentivazione come avvenuto in Germania, con la riduzione dell’IVA per gli impianti fotovoltaici.Il documento contiene proposte concrete che possono essere introdotte già nella prossima Finanziaria.