dall'Unità cronaca bolognese del
06 November, 2005
Sirio, il sindaco riceve
i comitati antismog
Ultimatum dei Verdi
Pecoraro Scanio: «“Vigile” acceso il sabato o rompiamo»
Poi precisa: «Se non altro Cofferati sospenda l’ordinanza»
di Andrea Bonzi/ segue dalla prima
COFFERATI SEMBRA AVER raccolto l’invito, almeno per quanto riguarda la decisione di liberalizzare l’accesso al centro ogni sabato e nei 15 giorni antecedenti il Natale: il 17 novembre, infatti, il sindaco incontrerà i comitati anti-smog, inferociti per la scelta
della giunta. Sabato, però, la manifestazione di protesta è confermata. E in piazza scenderà anche Rifondazione comunista. «Aiuteremo il nostro assessore, Maurizio Zamboni, a tornare al punto di partenza - spiega il segretario bolognese del Prc, Tiziano Loreti -. Il 12 novembre saremo a fianco dei comitati e credo che la spinta popolare potrà far cambiare decisione alla giunta».
In piazza ci saranno anche no global e Verdi. Questi ultimi legano lo “spegnimento” di Sirio al tema della legalità e addirittura alla loro stessa permanenza nella maggioranza di palazzo D’Accursio. Il leader nazionale del Sole che ride, Alfonso Pecoraro Scanio, pone quello che suona come un aut aut alla maggioranza di palazzo D’Accursio: o si tornerà indietro sulla decisione di modificare la Ztl al sabato, cancellando o almeno sospendendo l’ordinanza al via 12 novembre, oppure il suo partito potrebbe uscire dalla coalizione.
«La vicenda Sirio è l’elemento fondamentale della nostra partecipazione alla maggioranza - spiega Pecoraro Scanio -. Lunedì (domani per chi legge, ndr) presenteremo un ordine del giorno in consiglio sulla “riaccensione” del vigile elettronico al sabato». Un eventuale «rifiuto del dialogo» su quel testo «sarebbe gravissimo - continua il leader dei Verdi - e farebbe cadere le condizioni per restare» nel centrosinistra. Il Sole che ride ne fa una questione di «legalità dell’aria, uno dei cardini del programma di mandato». Un tema più concreto, secondo Pecoraro Scanio, di quello sollevato nell’ormai famoso documento del sindaco, «fumoso e metodologicamente inaccettabile».
Pur non volendo replicare, Cofferati è apparso scettico in merito alle parole di fuoco dei Verdi. Del resto lo stesso Pecoraro Scanio abbassa progressivamente il tiro: «Se proprio non vogliamo riaccenderlo, almeno sospendiamo l’ordinanza e verifichiamo con un comitato scientifico gli effetti sull’inquinamento», dice. Non mancando di far capire che una risposta positiva in aula sull’odg su Sirio «permetterebbe di allargare il dibattito a tutti gli aspetti della legalità», facendo cadere il rifiuto alla discussione al testo di Cofferati opposto dai Verdi di Bologna.
L’articolata presa di posizione del partito ambientalista pare però rendere più difficoltosa la ricerca di una linea comune de l’Altra sinistra sul testo di Cofferati. Rifondazione comunista, infatti, ha pronti alcuni emendamenti che Zamboni porterà in giunta dopodomani. Si parla della richiesta di chiusura dei Cpt, e anche di una modifica del passaggio-chiave «l’illegalità non ha mai giustificazione».
Nessun emendamento invece dal Cantiere che considera «improponibile» l’ordine del giorno sulla legalità. Innanzitutto perché «non ha alcun senso votare in consiglio sulla legalità - spiega Luigi Mariucci, già coordinatore dell’associazione Ds “Aprile” -, poiché il principio di legalità fonda lo Stato di diritto ed è il fondamento stesso delle assemblee rappresentative». Poi perché «la metodologia è scorretta - continua Mariucci -. Presentare un documento politico in un organo esecutivo come la giunta, scelta dal sindaco stesso è istituzionalmente sbagliato». La polemica scaturita «fornisce poi un’immagine falsa di Bologna, che appare infestata di lavavetri molestatori, occupatori di case e questuanti, quando questi sono problemi che esistono in tutte le altre città - insiste Mariucci -, e inasprisce le divisioni all’interno dell’Unione, che pure è uscita rafforzata dalle primarie». Quando il documento di Cofferati arriverà in aula, il consigliere Serafino D’Onofrio valuterà il da farsi. Per ora «l’atteggiamento non favorevole» al testo è condiviso da tutta l’Altra sinistra.