Sirio, Cofferati alza la voce e i Verdi chinano la testa
"Abbiamo ottenuto che la maggioranza ne discuta" - da Repubblica del 08.11.2005
08 November, 2005
<B>Le telefonate con Pecoraro e la mediazione dei Ds
E stamattina Zamboni firmerà l´ordinanza del "sabato aperto"
Incontro teso tra il sindaco e i consiglieri del Sole che Ride
Luciano Nigro</B>
La montagna ha partorito un topolino verde. Doveva essere il lunedì della legalità ambientale. Quello di «o Sirio resta acceso, o usciamo dalla maggioranza». Alla fine, dopo un ruvido faccia a faccia tra il sindaco e i rappresentanti del Sole che Ride, telefonate tra Sergio Cofferati e Alfonso Pecoraro Scanio, il leader dei Verdi che invita i suoi al senso di responsabilità e la Quercia che fa quadrato attorno al sindaco, è diventato un assai più modesto: «Se sabato Sirio si spegne, noi saremo in piazza». Si accontentano di una discussione in commissione venerdì prossimo, i Verdi, anche se già sanno che questa mattina l´assessore Maurizio Zamboni firmerà il provvedimento, sia pure sperimentale, per spegnere Sirio il sabato. «La disponibilità della maggioranza è molto importante - dice il commissario del partito Carmelo Adagio - perché fino ad ora non avevamo mai discusso il passo indietro su un punto qualificante del programma del centrosinistra». Ma l´operazione Sirio in cambio di legalità, lanciata nell´ultimo fine settimana si è infranta ieri in consiglio comunale. «Legalità e Sirio sono cose nettamente distinte» dice alla fine Adagio. E i Verdi tornano a proclamare che non parteciperanno «né alla discussione, né al voto sull´ordine del giorno» di Cofferati sulla sicurezza.
Il punto più caldo della giornata è all´ora di pranzo, quando Cofferati, a sorpresa, convoca i vertici del Sole che Ride. Adagio e i due consiglieri Roberto Panzacchi e Davide Celli invitati nell´ufficio del sindaco. E´ la prima volta che accade e ai Verdi sembra una svolta. «Noi chiediamo di tenere acceso Sirio al sabato» dice Adagio che aggiunge «oggi Amorosi non sarà oggetto di trattativa». Trattative, infatti, zero. Appena illustrano il loro documento su Sirio, Cofferati chiude subito la discussione: «Un voto in consiglio oggi sarebbe un gesto ostile alla maggioranza». Timidi tentativi di ribattere che non è così. Ruvidi toni del sindaco che più tardi spiegherà: «Ho chiesto che cosa volevano fare ma non ho capito le loro intenzioni».
Panzacchi se ne va per primo, scuro in volto. Adagio e Celli seguono. Stesse espressioni corrucciate. «Com´è andata? Non si vede dalle nostre facce?», dice il commissario. Poi aggiunge: «Il sindaco sostiene di non avere capito la nostra posizione, ora gliela abbiamo chiarita. Se sabato Sirio non resta acceso, noi non votiamo la legalità». Ancora più duro Celli in consiglio comunale: «Subordiniamo la mostra permanenza nella maggioranza al ritiro dei provvedimenti su Sirio». E´ l´ultima minaccia. Mentre il Prc e gli occhettiani del Cantiere fanno sapere che voteranno con i Verdi, la contraerea diessina è già in funzione. «Non capisco il comportamento dei Verdi - dice il segretario della Quercia Salvatore Carobna - si può benissimo discutere su Sirio, ma evitiamo la confusione, che senso ha sovraeccitare i toni». Tocca a Milena Naldi, diessina maldipancista del Correntone, spiegare ai Verdi che quell´ordine del giorno non si può votare, al massimo la maggioranza può discuterne in commissione traffico, venerdì. Ma Adagio si arrende solo dopo un colloquio con Pecoraro Scanio. E prima ancora del voto in consiglio sventola come una vittoria l´incontro in commissione di venerdì. «Anche se - riconosce Panzacchi - avrei preferito il voto oggi». Personalmente, dice, sono contrario agli aut aut e sui rapporti con il sindaco: «E´ stato un incontro difficile, non una lite, ma pensavamo possibile un chiarimento e abbiamo trovato il blocco».
Ai Verdi resta una piccola consolazione: aver ottenuto una risicata maggioranza (21 su 40) all´idea di votare lo slittamento su Sirio. Su questo punto la maggioranza si è spaccata (DS e Margherita contro, Verdi, Prc e Cantiere a favore, sostenuti dalle opposizioni). Una vittoria inutile perché per votare subito occorrevano i due terzi dei consiglieri, ma anche un segnale sulla tenuta della maggioranza che fa dire a Giovanni Mazzanti, Margherita, che «i fatti di oggi rafforzano l´esigenza che tutti lavorino e con determinazione per la coalizione».