E l'assessore Zamboni non brinda
14 November, 2005
Difficile da spiegare tutto ciò a chi, anche ieri, ha manifestato contro quello che viene considerato un «tradimento» del centrosinistra. La marcia indietro dell´amministrazione comunale sul vigile elettronico, messaggio definito «contraddittorio» anche se in vigore un giorno solo alla settimana. Ci ha provato chi porta sul volto i segni della fatica e della pazienza, evidentemente infinita ma non sempre solida, dell´arte del mediare.
E´ toccato infatti a Zamboni vestire i panni del mediatore. All´assessore alla Mobilità del Prc che ha firmato di suo pugno, davanti alle telecamere di una tv privata, l´ordinanza del sabato dello shopping come fosse il contratto con gli italiani. Tra le proteste di un pezzo di maggioranza e di tutto il suo partito. Non per questo si è sottratto all´incontro, ieri in piazza Maggiore, con i 500 che hanno sfilato anche contro di lui, compresi i compagni del Prc Roberto Sconciaforni che parla di «cedimento e non di mediazione» e Tiziano Loreti che invita la giunta «a fare un passo indietro». L´assessore invece sta nel mezzo, o meglio un po´ di qua e un po´ di là, anche se accusa il colpo mentre gli gridano al megafono - voce del verde Filippo Boriani, pare - «Zamboni ci hai rotto i polmoni». A chi ritiene che abbia ceduto agli interessi delle botteghe, l´assessore risponde d´essere convinto «che venire in macchina in centro non faccia bene agli affari, ma è una mia opinione, non l´unica». Lo dice in faccia a coloro - capi di comitati e ambientalisti a vario titolo - con i quali brindò, levando in alto calici pieni di champagne, il giorno dell´accensione totale di Sirio.
Gli stessi che allora sorridevano oggi s´infuriano e pur ascoltando le ragioni ragionevoli di Zamboni scuotono la testa per le illusioni perdute sulla via non più certa di Sirio. Alle critiche, «mediazione verticistica», «pugno ai fianchi degli elettori dell´Unione», risponde con un «mi sembrano francamente eccessive». Perché Sirio, con o senza sabato, ha tagliato in un mese il 24% degli accessi in centro. E questo per Zamboni è un successo che non ha pari in altre città d´Italia e forse pure d´Europa. Perché al di là di Sirio, con o senza sabato, Zamboni ha già in mente altre misure per rivoluzionare la mobilità in modo «spero irreversibile».
Però c´è il cortoricuito che tutti hanno potuto vedere dal vivo. L´assessore da una parte dello striscione di protesta e le bandiere di Rifondazione agitate dall´altra. Vero è che una cosa è «la posizione del mio partito», un´altra «è il mio ruolo di amministratore», come ripete l´assessore. Ma ieri a molti la scenetta è apparsa surreale, ai più incomprensibile. Un gioco delle parti in cui la politica, anche quando è mediazione, supera a volte anche l´immaginazione. Così una signora, col cagnolino al guinzaglio, ha urlato in mattinata la sua rabbia verso i primi esponenti di Rifondazione arrivati al "blocco" di porta San Vitale: «Per colpa vostra ci siamo tenuti cinque anni Berlusconi. Ci siamo tenuti Guazzaloca. Adesso per favore basta, lasciate in pace Cofferati». Finito lo sfogo dell´elettrice, è la volta dell´analisi del segretario del Prc Loreti che ha sfilato con i manifestanti: «I commercianti sono in crisi, certo, ma non è facendo entrare più auto in centro che si risolve il problema. La verità è che iniziamo a scontare la presenza degli ipermercati». Sembra la stessa opinione di Zamboni, anche se i due la pensano diversamente, almeno fino al prossimo comitato federale di Rifondazione. O no?
ANDREA CHIARINI