Faccia a faccia tra l’assessore e i Comitati
«Sirio spento, ma la nostra politica non cambia». «Come sganciare una bomba e dire che si è contro la guerra»
14 November, 2005
<b>di Andrea Bonzi</b>
I MANIFESTANTI distribuiscono volantini agli automobilisti che entrano da porta San Vitale. Alcuni irriducibili su quattro ruote sembrano un po’ in imbarazzo per aver sfruttato la novità subito il primo giorno. Non appena il corteo si muove, i vigili deviano il traffico sui viali. «È più illegale un leva-Sirio che una lavavetri...» recita un cartellone. C’è anche il comico Patrizio Roversi, entusiasta del sistema di telecamere fin dalla prima ora: «Questo provvedimento dà fiato al panico dei commercianti - spiega - e ha l’unico pregio di mostrare che Sirio non basta da solo a risolvere i problemi del centro». Infatti, secondo Roversi, «ci vuole una strategia complessiva sul servizio di autobus e sulla distribuzione delle merci. Tornare indietro su uno dei pochi passi avanti non è la strada giusta». Ma neppure se è sperimentale per qualche mese va bene? «Non importa darmi una martellata su un dito per capire che fa male», ironizza il comico.
Tra i cittadini, si fanno vedere alcuni residenti di via Capo di Lucca, che spiegano il loro particolare problema. «Passano dalla nostra piccola strada per arrivare in centro evitando Sirio - esordisce Renzo Roda, che abita lì -. Non c’è neanche un marciapiede e rischiamo di essere presi sotto». In febbraio via Capo di Lucca «dovrebbe cambiare senso di marcia, ma fino ad allora è un rischio». Il corteo si snoda fino in piazza Maggiore. I vignettisti Zap & Ida attaccano i loro caustici disegni sul muro esterno di palazzo D’Accursio, e una banda si mette a suonare. A un certo punto, Zamboni esce da un convegno dell’Asppi a palazzo Re Enzo e viene circondato dalla folla. «Il provvedimento - ribadisce l’assessore del Prc - è una mediazione all’interno di una politica per la mobilità sostenibile che non cambia e che ha dato risultati apprezzabili, il -24% di ingressi in auto nella Ztl». «È come sganciare una bomba e poi dire di essere contro la guerra», ribatte Otello Ciavatti (comitato Piazza Verdi).
All’incontro con il sindaco, previsto per giovedì 17, il comitato Al Crusèl chiederà le dimissioni dell’assessore Silvana Mura, ritenuta «responsabile» di questo «continuo calpestare, giorno e notte, il diritto alla salute dei cittadini». Anche i partiti sono in agitazione. Domani in consiglio comunale arriveranno due documenti: il primo, messo a punto dai Verdi e condiviso da Prc e Cantiere, chiede la revoca immediata dell’ordinanza che liberalizza l’accesso al sabato; il secondo è frutto della mediazione di Ds e Margherita e propone l’istituzione di un tavolo di monitoraggio sugli effetti dello “spegnimento” parziale di Sirio. Il Prc non teme la contraddizione di contestare un’ordinanza firmata dal proprio assessore. «Chiediamo che tutta la giunta faccia un passo indietro - spiega Tiziano Loreti, segretario bolognese del Prc -. Comprendiamo le difficoltà dei commercianti, penalizzati anche da un’eccessiva espansione degli ipermercati, ma non è questa la strada». Prc voterà il testo dei Verdi: «Se tutta la sinistra lo facesse, sarebbe una spinta ulteriore a ritornare sulle decisioni», chiude Loreti. Per il deputato dei Verdi, Paolo Cento, «la questione diventa importante come banco di prova nei confronti della coalizione di centrosinistra. Non do suggerimenti, ma l’assessore Zamboni dovrebbe evitare spaccature nella maggioranza». Ai margini del corteo ci sono anche l’ex assessore Carlo Monaco (Udc) e Alberto Vannini (Ltb). Protestano per lo “spegnimento” parziale di un sistema che non hanno acceso in cinque anni? «Era l’unica promessa elettorale mantenuta da Cofferati. Quando ero in giunta, Zamboni chiedeva l’attivazione con insistenza, tutte le settimane. È una questione di coerenza...». Appunto.