Verdi: "Siamo fuori dalla giunta"
Amorosi espulso dal partito. "Se il sindaco vuole, torni alle urne"
17 November, 2005
<b>Il Sole che Ride non rinnova la tessera all´assessore. "E non parteciperemo al voto sulla legalità"
Cofferati lo difende, minaccia altri provvedimenti e dice: "Cattivo viatico per la coalizione"
La destra all´attacco: abbiamo assistito all´inizio della fine del Cinese
ANDREA CHIARINI </b>
I Verdi cacciano dal partito il loro assessore di riferimento Antonio Amorosi, sfidano il sindaco sulla legalità, «non parteciperemo al voto, se vuole una nuova maggioranza torni alle urne», e annunciano l´appoggio esterno in consiglio comunale. «Tecnicamente questa è la chiave di lettura» commenta alla fine il coordinatore cittadino del Sole che Ride Carmelo Adagio. E aggiunge: «Siamo fuori dalla giunta».
Questa volta per Amorosi - da tempo ai ferri corti con i Verdi e già sconfessato da Alfonso Pecoraro Scanio - c´è una scomunica formale che arriva dall´esecutivo nazionale. Sergio Cofferati difende l´assessore alla Casa e invita i Verdi a riflettere sulle cariche istituzionali da loro detenute: Adagio è anche presidente del San Vitale e il consigliere Roberto Panzacchi presidente della commissione Cultura. «Registro una qualche contraddizione, non è un buon viatico per il futuro della coalizione» dice il primo cittadino a proposito di quanto sta avvenendo. Traballa ancora il centrosinistra a Palazzo d´Accursio. Nel pieno delle polemiche su Sirio e con la questione legalità che approda in giunta proprio stamattina, è Adagio ad agitare di nuovo le acque in consiglio comunale. Nel bel mezzo del pomeriggio il coordinatore cittadino distribuisce ai presenti le fotocopie del "licenziamento" di Amorosi a firma di Domenico Lomelo dell´esecutivo nazionale del partito. «Gentile Amorosi - è il testo - la informo che l´esecutivo nazionale della Federazione dei Verdi, preso atto della richiesta unanime dell´organismo regionale dell´Emilia Romagna, sentita la relazione del Comitato di garanzia dell´esecutivo, ha deciso di non accettare la sua richiesta di adesione ai Verdi per l´anno 2005». Un escamotage, il ritiro della tessera, che equivale a cacciare l´ex leader dei Disobbedienti chiamato da Cofferati nella sua squadra di governo proprio per rappresentare tutte le anime dello schieramento che lo appoggiò in campagna elettorale. Che succede a questo punto? «Non chiederemo la sostituzione dell´assessore, perché non condividiamo le scelte del sindaco - dice Adagio - siamo semplicemente fuori dalla giunta. Terremo aperta una dialettica con la maggioranza, ma prima di tutto si voti l´accensione di Sirio al sabato». Carlo Bottos dell´esecutivo cittadino del Sole che Ride è più esplicito: «Questo è un atto politico, ci teniamo le mani libere, verificheremo di volta in volta cosa fare in aula». Appoggio esterno, dunque, con la richiesta alla coalizione di riattivare quanto prima, sul piano politico, «il tavolo dell´Unione». E il deputato dei Verdi Paolo Cento, al contrario di Adagio, chiede la testa dell´assessore: «Se Amorosi non si dimetterà, è Cofferati che deve ritirargli la delega». Ma il sindaco non ci pensa proprio. «Esprimo solidarietà ad Amorosi - dice Cofferati - un atto censorio nei confronti di un assessore, in questo caso nella sua funzione di iscritto a un partito, che se ho ben capito non è supportato da elementi di valutazione, non rappresenta un buon viatico per il futuro della colazione». Sulla condotta tenuta nella vicenda dal partito di Pecoraro Scanio, Cofferati non nasconde qualche riserva. «Appoggio esterno a cosa?» chiede seccamente. I Verdi, prosegue Cofferati, «hanno qualche contraddizione da sciogliere che riguarda la discussione in consiglio sulla legalità e la compatibilità tra la loro collocazione futura e la presidenza di un quartiere e di una commissione». Per il deputato di Forza Italia Fabio Garagnani il "Cinese" non ha più una maggioranza ed è la dimostrazione «di quanto potrebbe accadere anche in Italia se il centrosinistra vincesse le elezioni politiche». Il capogruppo della Tua Bologna Alberto Vannini nota invece che «in questo lunedì abbiamo assistito all´inizio della fine dell´esperienza di Cofferati a Bologna. Politicamente è tutto ridicolo, come cittadino sono preoccupato».