Sergio mi ha detto: spengo Sirio per riaccenderlo
Intervento di Claudio Bisio
17 November, 2005
di Chiara Affronte / Bologna
Claudio Bisio era stato tra i più attivi sostenitori della campagna elettorale di Sergio Cofferati. L’attore (che ha appena concluso una lunga tappa bolognese con il suo nuovo spettacolo «Grazie») durante le serate di «Bologna la dotta», nell’estate 2004, aveva condotto la maratona comica «Defendemos l’alegria». Nell’occasione aveva anche sottoposto il futuro sindaco ad una divertente raffica di domande a quiz. Per Bisio è stata l’unica campagna elettorale vissuta da «militante» ma con un rimpianto: «Avremmo voluto Sergio candidato sindaco di Milano», aveva detto a l’Unità.
Ora, ad un anno e mezzo di distanza, riecco Bisio a Bologna. Per lavoro e proprio nei giorni in cui il nome di Cofferati è sulle pagine di tutti i giornali a causa dell’acceso dibattito sulla legalità.
Bisio, cosa ne pensa delle polemiche sul sindaco. Lo sosterrebbe ancora?
Certo che sì. Alcuni giorni fa l’ho incontrato. Abbiamo parlato per tre ore. Gli ho veramente rotto le scatole. Volevo capire de visu e de manu chi avevo davanti. Mi ha convinto: che mi abbia intortato? A parte gli scherzi: io sono un comunicatore, mi picco di essere anche un po’ psicologo. Dopo avere letto delle polemiche sui giornali, volevo capire, guardandolo negli occhi, se ci fosse il pericolo che usasse la città per avere risonanza nazionale. Adesso so che non è così. Ho ritrovato la persona pacata di sempre.
Vogliamo parlare di Sirio? Della sua chiusura al sabato?
Certo. Sabato c’è stata la manifestazione e probabilmente avrei manifestato anche io: è sempre giusto farlo quando si tratta di questioni legate all’ambiente e alla salute. Però, guardiamo bene come stanno le cose. Allora, innanzi tutto, sarà perché sono abbastanza occupato e non leggo forse troppo attentamente i giornali in questo periodo ma, dalle pagine nazionali, avevo addirittura capito che Sirio a Bologna fosse accesso da vent’anni e che Cofferati avesse deciso di spgnerlo il sabato. E invece no! È l’esatto contrario: lui è stato il primo in vent’anni ad averlo acceso - né la destra né la sinistra l’avevano fatto - e adesso l’ha chiuso il sabato per agevolarle le vendite...
Ma lei pensa che serva davvero o che la gente compri meno perché ha meno soldi in tasca?
Non serve a un cavolo fare circolare le macchine in centro il sabato: non è questo che migliorerà le vendite. Ma cosa crede... Anche lui ne è convinto. Me l’ha detto. Sì, è vero che c’è stato un calo delle vendite. Ma non è quella la soluzione. Cofferati ha ricevuto delle pressioni e ha dovuto accontentare un gruppo di commercianti - mi ha spiegato - ma quando anche loro si accorgeranno che non serve a nulla, si tornerà come prima. Comunque, bisogna ricordare anche un’altra cosa. Tutti questi temi - legalità, inquinamneto, degrado - andrebbero relativizzati. Vogliamo fare una gara di polveri sottili tra Milano e Bologna? Ma vinciamo noi! Vi rendete conto o no che siete la città in Italia che ha il blocco maggiore del traffico in centro? Più di Roma, ad esempio. Oh, ragazzi, io vengo da due mandati di Albertini: ne vogliamo parlare? E rischio di beccarmi pure la Moratti... Io ho girato in questi giorni e trovo Bologna una città davvero bella, dove si vive benissimo. Anche il mio amico Abatantuono me lo dice. Ci verrei domani.
E il degrado?
Bologna è un posto che, come tutte le città grandi, ha questo tipo di problemi. Ma non più di altri. O no?
Con i lavavetri come la mettiamo?
Cofferati mi ha detto del racket: mi ha spiegato come ci sia una suddivisione dei controlli da parte di diverse comunità. Questo è il punto. Non lasciamo questi temi alla destra.
Insomma: giudizio positivo?
Sì. Cofferati è senz’altro un decisionista e, di fronte a problemi difficili, ci vuole una figura super partes come lui. Mi interessava sapere se si era montato la testa: capita a volte alle persone. Non è così. Questa è l’impressione che ho avuto.